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salahzar

Il Giardino Zen 06012008

Feb 16th, 2020
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  1. Giardino Zen
  2.  
  3. Il più noto dei giardini zen è il karesansui, è un giardino tipico della cultura giapponese, i cui gli elementi (acqua, piante, pietre) sono rappresentati in maniera simbolica da pietre e ghiaia. L'acqua viene rappresentata da "fiumi" di ghiaia il cui moto si scontra con l'emergenza dal suolo di grosse pietre dalle forme naturalmente disordinate, allo scopo di simboleggiare il dinamismo delle forme della natura.
  4.  
  5. Sono usati dai monaci zen giapponesi durante la meditazione. Talvolta ridotti ad una forma da interni in una struttura in legno, i giardini zen in miniatura sono chiamati bonseki.
  6.  
  7.  Tempio di Ryoan-ji
  8.  
  9. Il più celebre giardino zen è quello di Ryoan-ji, tempio di Kyoto. RyoanJi-Dry_garden
  10.  
  11. Il giardino di ghiaia è stato creato per offrire ai monaci un posto dove meditare, ed è conosciuto per il suo effetto calmante.
  12.  
  13. Disegno
  14.  
  15. Ci sono stati molti tentativi di spiegare il disegno dei giardini zen. Alcuni di questi sono:
  16.  
  17.     * La ghiaia rappresenta l'oceano e le pietre rappresentano le isole del Giappone
  18.    * Le rocce rappresentano una mamma tigre con i cuccioli che nuota verso un drago
  19.    * Le rocce formano parte del kanji per cuore o mente
  20.  
  21. Si veda Ryoan-ji per una analisi matematica di un giardino zen
  22.  
  23. Un recente suggerimento dei ricercatori Gert van Tonder dell'Università di Kyoto e di Michael J. Lyons degli ATR Intelligent Robotics and Communication Labs è che le pietre formino un immagine subliminale di un albero. Questa immagine non può essere percepita consciamente quando la si guarda; i ricercatori sostengono che la mente subconscia sia in grado di vedere una sottile associazione tra le pietre. Essi ritengono che ciò sia responsabile dell'effetto calmante del giardino.
  24.  
  25. Adattamenti per la progettazione paesaggistica
  26.  
  27. I concetti della progettazione di un giardino Zen sono stati adattati per la creazione di un paesaggio piantumato in maniera più naturale. Questo può essere visto nell'immagine sottostante, un piccolo giardino "Zen" che è parte del Japanese Tea Garden a San Francisco Golden Gate Park. Non visibile in questo scorcio, sul lato sinistro, ci sono numerosi sassi sulla riva del letto di pietruzze, racchiusi da arbusti di bordura.
  28.  
  29. Critiche
  30.  
  31. Il concetto di giardino zen viene considerato un mito da molti importanti esperti giardinieri giapponesi e da molti esperti di buddismo. Essi sostengono che si tratta di una creazione occidentale della fine del XX secolo, che non ha niente a che fare con la tradizione del giardinaggio giapponese. L'estetica del karesansui o "giardino secco" non è affatto unica dei giardini che si trovano vicino ai templi zen. I giardini secchi si possono trovare fuori da case, ristoranti e alberghi. Similarmente, i giardini attorno ai templi zen possono avere molti stili differenti, e i giardini secchi sono solo uno di questi.
  32.  
  33. Il termine "giardino zen" apparve per la prima volta nel libro del 1935 di Loraine Kuck, intitolato One Hundred Kyoto Gardens. Il primo uso del termine in lingua giapponese non apparve su stampa fino al 1958. Ciò può implicare che qualche studioso giapponese possa aver semplicemente seguito l'uso occidentale, adottando il concetto in voga di "giardino zen", perché già utilizzato dagli stranieri.
  34.  
  35.  
  36. Il libro Themes, Scenes & Taste in the History of Japanese Garden Art di Wybe Kuitert, pubblicato nel 1988, contesta fortemente la correlazione fra Zen e karesansui:
  37. Collabora a Wikiquote     « Kuck confonde la sua interpretazione del giardino Zen (20° secolo) storicamente determinata, con un antico giardino appartenente ad una cultura completamente diversa. Questo falsa la sua interpretazione.
  38. ... (il giardino medievale) trovava la sua collocazione nei templi Zen e nelle residenze dei guerrieri perché ne aumentava il prestigio culturale. Che la sua valutazione fosse determinata da elementi religiosi, piuttosto che di 'forma' è discutibile. »
  39.    
  40.  
  41. Inoltre Kuitert parla del giardino Zen da una prospettiva Buddista: "(dal punto di vista di Dogen) il miglior giardino per rappresentare il Sermone del Buddha sarebbe il nulla. O perlomeno non sarebbe sicuramente stato un giardino esteticamente gradevole, il quale avrebbe solamente distratto da una reale ricerca dell'Illuminazione." Kuitert si mostra ancora più critico traducendo i commenti a Toh-ji di un monaco dell'era Muromachi: “Chi pratica lo Zen non deve costruire giardini. In una sutra è detto che il Bodhisattva Makatsu, volendo meditare, per prima cosa abbandonò totalmente le cose di questo mondo, tanto il far affari e ottenere profitti quanto il coltivare piante..."
  42.  
  43. L'opinione che i monaci Zen usino i giardini per la meditazione è smentita dal fatto che in Giappone i monaci Zen meditano quasi sempre al chiuso, sia di fronte ad un muro (Soto Zen) sia di fronte al centro della stanza (Rinzai Zen), e non di fronte ad un paesaggio. Dunque le foto di monaci giapponesi che meditano su giardini di ghiaia sono verosimilmente delle messe in scena [1].
  44.  
  45. Avviso per il lettore
  46.  
  47. Le note citate sopra presuppongono un'interpretazione troppo letterale del termine Giardino Zen. Il termine si riferisce al fatto che questo stile di giardino si è sviluppato nei templi Rinzai Zen con alcuni dei più importanti progettisti, come Muso Soseki e Soami, i quali erano monaci o praticanti lo Zen. Inoltre lo stile dei giardini Zen tradizionali si è sviluppato durante un periodo della storia giapponese in cui le pratiche culturali associate al buddismo Zen, come la calligrafia e la pittura di paesaggi, erano molto praticate e andavano aumentando la loro influenza nell' arte giapponese. Questa influenza si diffuse più ampiamente nella cultura giapponese, ecco perché questo stile di giardinaggio, che ebbe origine nei templi Zen, si trova in case, uffici e ristoranti.
  48.  
  49. C'è naturalmente una varietà di opinioni sul rilievo che questi giardini assumono nella pratica Buddista, tuttavia non si può negare che il loro sviluppo è strettamente associato con i templi Rinzai Zen, in particolare modo gli enormi e intricati templi di Kyoto.
  50.  
  51. L'ARTE DEI GIARDINI ZEN GIAPPONESI
  52.  
  53.  
  54. Il giardino zen tradizionale è tutt'uno con la natura ed è fonte di contemplazione e relax per l'individuo perchè in questo microcosmo tutti i sensi e anche lo spirito vengono coinvolti: suoni di animali, piccoli giochi d'acqua, profumi, sensazioni estetiche irripetibili e naturalmente lil rapporto profondo con il divino e con l'intima essenza dell'individuo.
  55.  
  56. l giardino giapponese nasce con i primi santuari scintoisti dallo stretto rapporto tra ideologia, spiritualità, meditazione e amore per la natura. L'intento è quello di creare un microcosmo ideale fatto di pietre, acqua, ponti e vari elementi naturali che ricreano in miniatura una raffinata versione del paesaggio giapponese: una sorta di paesaggio idealizzato e simbolico influenzato dall'idea buddhista di paradiso.
  57.  
  58. I giardinieri-artisti nipponici prediligono forme astratte e minimaliste, bandiscono l'uso di linee rette o della simmetria a favore di percorsi sinuosi che offrono al visitatore una serie di vedute attentamente studiate. La visione dello spettatore viene così guidata lungo il percorso tra elementi nascosti e rivelati: pietre affioranti per attraversare un corso d'acqua, piccoli bacini di pietra (per lavarsi mani e bocca e simboli di purificazione prima della cerimonia), elementi nascosti che introducono a un'atmosfera di mistero. Un'altro accorgimento spesso utilizzato è la creazione di vedute e scorci che includono "paesaggi presi in prestito", ovvero elementi del paesaggio oltre i confini del giardino quali montagne in lontananza, alberi, ecc., che sapientemente incorniciati diventano parte integrante del giardino stesso.
  59.  
  60. I giardini giapponesi sono classificabili in quattro tipi diversi:
  61.  
  62.    * giardini del paradiso, creati per evocare la Terra Pura o paradiso buddhista, sono formati da "paesaggi presi in prestito", ovvero gli alberi e le montagne al di là dei confini diventano parte integrante del giardino stesso, mentre le pietre formano sponde e isole rocciose.
  63.    * giardini del paesaggio secco, kare sansui, veri e propri luoghi di meditazione adiacenti ai templi buddhisti zen; questi giardini, rappresentano la quintessenza del giardino giapponese e sono formati da rocce scelte di forma ambigua, collocate in un recinto di ghiaia rastrellata. Il giardino viene in questo caso visto come luogo da meditare e rielaborare all'infinito in quanto le rocce prive di connotazioni e caratteri particolari si prestano alle più svariate interpretazioni (a differenza del giardino cinese dove le rocce scelte ricordano elementi del paesaggio quali montagne o creature mitologiche quali draghi).
  64.     * giardini di passaggio, popolari nel periodo Edo quando venivano commissionati dai signori feudali (daimyo), sono giardini attraversati da sentieri sinuosi dove il paesaggio cambia ad ogni passo tra stagni, elementi rivelati e nascosti, "paesaggi presi in prestito", ecc.
  65.     * giardini del tè, risalenti al periodo Momoyama (1568-1600), attraversati da un piccolo sentiero, con piante ai lati, che conduce alla casa del tè, una piccola sala cerimoniale (una cella) simile a una capanna. Il sentiero simboleggia il collegamento del mondo reale con quello della cerimonia del tè; gli elementi utilizzati, quali recinti di bambù, sono elementi semplici in linea con il rituale della degustazione del tè.
  66.  
  67. Il carattere contemplativo dei giardini giapponesi è sottolineato dalla possibilità di classificarli anche in base al modo in cui vanno guardati:
  68.  
  69.     * i funa asobi sono creati intorno a un lago e andrebbero osservati da una barca;
  70.     * gli shuyu si rivelano un pò alla volta percorrendo il lungo sentiero sinuoso che li attraversa;
  71.     * i kansho si guardano da un'unico punto di vista (tra questi rientrano i kare sansui, ovvero i giardini secchi da meditazione curati e sorvegliati da monaci zen);
  72.    * i kaiyu, sono formati da tanti piccoli giardini disposti intorno a un lago centrale e a una casa del tè.
  73.  
  74. Ancora oggi i giardini della tradizione sono fonte di ispirazione per molti architetti e paesaggisti contemporanei giapponesi e nel resto del mondo. Nelle recenti creazioni però si avverte maggiormente l'intervento umano e la volontà di ricreare un ambiente esteticamente gradevole piuttosto che ricercare l'armonia e il rapporto "divino" con la natura. Mancano i fondamenti dell'ideologia e della spiritualità zen che crea nei giardini realizzati cinque secoli fà un'atmosfera irripetibile.
  75.  
  76. Il giardino zen tradizionale è tutt'uno con la natura ed è fonte di contemplazione e relax per l'individuo perchè in questo microcosmo tutti i sensi e anche lo spirito vengono coinvolti: suoni di animali, piccoli giochi d'acqua, profumi, sensazioni estetiche irripetibili alla vista del mutare delle stagioni e naturalmente la pace e il rapporto profondo con il divino e con l'intima essenza dell'individuo.
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