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Laredazione

La Russa scatenato arbitro e giocatore “Vado dove voglio”

Oct 19th, 2022
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  1. La Russa scatenato arbitro e giocatore “Vado dove voglio”
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  3. di Stefano Cappellini
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  7. C’era un momento molto divertente del programma tv Mai dire Gol, la rubrica Ipse dixit, nel quale la Gialappa’s Band leggeva la trascrizione di una dichiarazione, di solito del grande Giovanni Trapattoni, con effetto comico garantito dal testo involuto, trionfo di anacoluti, discordanze, sconnessioni logiche e sintattiche. Ecco, immaginatele lette dalla voce fuori campo della Gialappa’s, queste frasi pronunciate ieri in Senato dal neo presidente del Senato Ignazio La Russa davanti a un manipolo di cronisti: «Io sono molto più informale e libero cercando però di essere nella sostanza più terzo di quanto vi immaginate, molto più terzo. Poi quando vado a via della Scrofa...se vado alle riunioni... se non vado alle riunioni... Non ci sono andato, ma se voglio andarci ci vado, non c’è scritto da nessuna parte che io possa dover dire in che bar vado o se devo prendere l’ascensore A o B».
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  9. Voleva dire, La Russa, che l’essere diventato la seconda carica dello Stato non cambierà le sue abitudini politiche. Avrebbe potuto dirlo come avrebbe fatto fino alla settimana scorsa, fatevi gli affari vostri, ma senza usare affari, dunque apprezzate l’involuzione come l’unico sforzo diplomatico di queste ore e mettete a verbale che, se ha voglia di dichiarare, dichiarerà, se ha voglia di fare una riunione di partito, si riunirà, se gli monta il desiderio di randellare un avversario, randellerà. Se avanza seguitelo, se indietreggia, non scherziamo, quando mai ’Gnazio indietreggia? Per come la vede lui, chiedergli di astenersi dalla contesa in nome della terzietà della sua carica è, appunto, come imporgli in quale bar consumare cappuccio e cornetto, o in quale ascensore infilarsi. La stessa cosa, proprio.
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  11. E guai a criticarlo, lui è «molto più terzo». Non si può dire che si tratti solo di una dichiarazione d’intenti, visto che nei quattro giorni e mezzo da presidente del Senato la sua verve mediatica non s’è abbassata neanche di un decibel. Anzi, nelle ultime 48 ore ha trovato il tempo per non farsi mancare nulla. L’altro giorno ha ritenuto opportuno intrattenersi a via della Scrofa, sede nazionale di Fratelli d’Italia, mentre era in corso il vertice tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, e, come non fosse già abbastanza sconveniente la sua presenza, è uscito in strada dichiarando: «Auspico che sia un incontro risolutivo, ne sono convinto». La Russa, cui la Costituzione attribuisce funzione vicaria del capo dello Stato, «auspica» intese politiche nella maggioranza.
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  13. Come se Sergio Mattarella si infilasse al Nazareno, quartier generale dem, e poi dicesse la sua sul congresso del Pd: «Mi auguro un’intesa Bonaccini-Schlein». Non è chiaro se a La Russa sfugga la missione di garanzia del ruolo che incarna o se a ispirarlo siano modelli alternativi, come quello di Dino Grandi, presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni che per un periodo mantenne anche la carica di ministro della Giustizia – deve esserci a destra una particolare affezione per questo dicastero – peraltro firmatario dell’ordine del giorno che il 25 luglio del 1943 mise fine al governo di Benito Mussolini. Almeno su questo punto si può star certi che non sia Grandi il modello di La Russa, il quale ieri ha trovato il tempo di difendere la foto del Duce comparsa alle pareti del ministero dello Sviluppo economico nella galleria di tutti i ministri titolari. «Togliere l’immagine di Mussolini? E perché? Che facciamo, cancel culture anche noi?». Il presidente del Senato è pronto anche al cimento culturale, non ne lascerà correre una. Questo la mattina.
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  15. A sera La Russa ha proseguito, ospite di Porta a porta, offrendo i suoi consigli sulla compilazione della lista dei ministri. Siccome c’è un chiaro problema alla Giustizia, dove Berlusconi ha incautamente annunciato che la nomina toccherà a Maria Elisabetta Casellati mentre Meloni vuole invece l’ex pm Carlo Nordio, ha aggiornato i telespettatori di Bruno Vespa sfruttando le sue informazioni privilegiate: «Casellati alla Giustizia? Per quanto mi hanno riferito era una delle posizioni sub iudice, forse una delle pochissime, però non sono aggiornato». Fategli fare un altro salto a via della Scrofa e vi dirà le ultime. Sempre auspicando, ovviamente: «La signora Casellati può avere diversi ruoli, qualunque ruolo riterranno, sono certo che lo svolgerà in maniera adeguata. Non c’è solo il ministero della Giustizia».
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  17. È come se a La Russa i gradi di Palazzo Madama servano più che altro per calarsi meglio nella parte di Mr. Wolf della destra. Lui risolve problemi, quelli di Giorgia e Silvio. Come prima, ma con l’autorevolezza della carica e molti microfoni in più sotto il naso. Ha già detto che è persino disponibile a festeggiare il 25 aprile insieme al 17 marzo, festa del Regno d’Italia, non vorrete mica dirgli che ascensore prendere se ce ne sono due nell’androne? Tanto sarebbe inutile, su quello di sinistra non ci sale neanche pagato
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