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Laredazione

La vera arma contro l’inflazione

Sep 15th, 2023
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  1. La vera arma contro l’inflazione
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  4. di Daniele Manca
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  7. Siamo a dieci aumenti consecutivi dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea. Aumentare i tassi significa far salire il costo del denaro per chi chiede prestiti, siano essi famiglie, imprese o Stati. L’obiettivo è quello di raffreddare, frenare, le attività economiche per evitare che l’inflazione continui a rimanere elevata. Non c’è molto altro dietro quanto deciso ieri dal vertice Bce. Ma solo apparentemente.
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  9. Altrimenti, come ha rivelato la presidente dell’istituto di Francoforte, Christine Lagarde, la decisione presa dal consiglio direttivo non sarebbe stata a maggioranza, con alcuni membri che avrebbero voluto una pausa nei rialzi. E la presidente avrebbe fatto intendere che siamo vicini alla fine degli aumenti. Siamo in uno dei periodi più difficili nella breve storia dell’euro. E i venti Paesi che ne fanno parte sicuramente possono trarre un bilancio positivo da quello che con lungimiranza si decise nell’ultima decade del secolo scorso.
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  11. Ma si è compreso chiaramente che l’avere un paracadute comune contro le crisi non basta. E che ognuno dei venti deve fare scelte che gli permettano di riuscire a essere competitivo tra i Paesi dell’euro e di conseguenza a livello internazionale. Ne va della sua crescita.
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  13. La trama dei prossimi mesi alla quale ci apprestiamo ad assistere è purtroppo già nota. Un governo che tenta di fare una manovra con le pochissime risorse che ci sono. Ma come già rilevava Francesco Giavazzi, la poca attenzione ai 35 miliardi che arriveranno dal Pnrr si comprende con il fatto che quei soldi sono a fronte di investimenti e riforme accertate. Gran parte dell’attenzione è concentrata, invece, sui 25 miliardi della legge di Bilancio.
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  15. Che sappiamo non sarà quella che dovrebbe essere, e cioè l’indicazione anche di una direzione per il Paese, quanto il tentativo di rispettare alcune delle promesse fatte ai cittadini. E un rialzo dei tassi non agevola certo il governo. Ma l’inflazione è una delle minacce più insidiose per cittadini. Colpisce in modo subdolo soprattutto i ceti meno abbienti. Una tassa nascosta uguale per tutti, con la differenza che il 10% su mille euro di salario pesa molto di più di quanto incida per chi ne guadagna 10 mila.
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  17. E su chi è in difficoltà e si è indebitato. Questo vale per una famiglia, un’azienda. Vale per uno Stato. E l’Italia questo lo sa bene avendo uno dei debiti più elevati nel mondo. È per questo che se una critica andrebbe fatta alla Bce è quella di essere intervenuta troppo tardi. Di aver proceduto poi in maniera troppo veloce con i rialzi e che forse avrebbe dovuto fermarsi un po’ prima. La Banca centrale può e deve essere criticata, ma bisogna farlo affinché si evitino errori le prossime volte. Altro sono i rilievi fatti per minarne l’indipendenza o per asservirne le scelte alla politica dei governi.
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  19. Come spesso si è visto in Italia, volendo indossare troppi cappelli in commedia. La Bce ha fatto la Banca centrale. Lo scorso agosto, l’inflazione era al 5,3%. Nel 2022 il picco era stato del 10,6. Ha aiutato, certo, la discesa dei prezzi dell’energia. Ma anche l’azione della Banca centrale attraverso quella che viene chiamata «politica monetaria», che significa rialzo dei tassi e in genere assorbire liquidità tramite altri strumenti finanziari. In Italia l’inflazione ad agosto era pari al 5,5%. Ma quella dei prodotti che finiscono nel carrello della spesa, di chi va al supermercato tutti i giorni era ben di più: il 9,6%.
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  21. Tanto che lo stesso governo ha stretto un patto con distributori e industria per arrivare a un paniere di prodotti calmierati. Durerà un trimestre, da inizio ottobre a dicembre. Contro l’inflazione ogni iniziativa è benvenuta, posto che abbia effetti concreti. Ma c’è un’arma che si è dimostrata tra le più efficaci nel combatterla: la concorrenza. A dire il vero ben poco usata in Italia. La prova di quanto sia utile sta nelle tariffe delle telecomunicazioni che permettono al nostro Paese di averne tra le più basse in Europa.
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  23. Si sta facendo abbastanza per fare sì che una sana competizione nei vari settori porti a una discesa dei prezzi? Il governo sta facendo il governo? Abbiamo assistito al varo di una tassa sugli extraprofitti sulle banche che, tra l’altro, con la sua retroattività ci sta alienando la simpatia con la quale il nostro Paese era stato visto negli ultimi anni da parte degli investitori. Non sarebbe stato meglio agire agevolando una maggiore concorrenza tra le banche per aiutare i consumatori? Una tassa sappiamo su chi verrà scaricata.
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  25. Fare in modo che la competizione abbassi i costi pagati dai cittadini e dalle imprese potrebbe dare loro vantaggi ben più concreti e duraturi. Oggi cambiare banca è tutt’altro che semplice. E, quanto a concorrenza, basti pensare a balneari e taxi per rendersi conto di quanto non sia un qualcosa che goda di grande seguito nel nostro Paese. Né tantomeno il mercato, visto come luogo di profittatori e speculatori. Ma è il mercato che impedisce a lobby e corporazioni di godere di rendite.
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  27. Che fa emergere le qualità di chi produce e lavora. Che ha permesso l’affermarsi del made in Italy nel mondo. Continuare ad averne paura dentro i nostri confini è un errore.
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