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Laredazione

Spinto in orbita dai nuovi satelliti lo spazio vola verso gli 800 miliardi

Sep 18th, 2023
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  1. Spinto in orbita dai nuovi satelliti lo spazio vola verso gli 800 miliardi
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  3. Il numero dei lanci supererà quello del 2022. Più 8% per il volume di affari a livello mondiale e crescita prevista del 41% al 2027. I punti di forza dell’Italia
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  5. di Vito de Ceglia
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  8. Corre l’economia spaziale nel mondo. Il suo volume di affari ha raggiunto un nuovo record nel 2022: 546 miliardi di dollari (più 8%). E promette di crescere ancora fino a sfiorare la soglia di 800 miliardi di dollari nel 2027 (più 41%). Sono i numeri di un settore che oggi impiega oltre 1 milione di persone e che esprime un Roi (ritorno sugli investimenti) molto alto: per ogni dollaro speso, 11 ne vengono creati.
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  10. Non stupisce, su queste basi, che la space economy sia considerata uno dei più promettenti motori per la crescita economica mondiale secondo “The Space Report”, l’ultima ricerca sull’industria di settore pubblicata a luglio da Space Foundation, organizzazione no profit statunitense vicina alla Nasa che riunisce esponenti e imprese del sistema di difesa, industriale e militare Usa. Numeri e stime, quelle di Space Foundation, che trovano conferma anche in altri studi pubblicati da istituzioni del calibro di BWC, Bank of America, McKinsey & Company e Merry Lynch secondo le quali a livello mondiale l’industria spaziale raggiungerà un valore fra i 1.000 e i 2.700 miliardi di dollari entro il 2040.
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  12. «Le nostre stime sono rafforzate dall’aumento esponenziale dell’attività di lancio nello spazio di satelliti previste nel 2023 che, con tutta probabilità, supererà il record annuale stabilito nel 2022», afferma Thomas Dorame, vicepresidente senior di Space Foundation. Tuttavia, l’esperto segnala quanto sia difficile misurare il peso effettivo della space economy: «Il perimetro del suo ecosistema si sta ampliando: oltre agli attori tradizionali, sono entrati nel mercato un numero crescente di aziende no space che sviluppano nuovi prodotti e soluzioni per applicazioni spaziali», aggiunge.
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  14. Tra gli imprenditori della “prima generazione” ci sono i fondatori di Amazon Jeff Bezos e di Tesla Elon Musk che, dopo aver fatto fortuna con l’economia di Internet, si sono impegnati nell’industria spaziale con imprese come Blue Origin e SpaceX. A loro si è aggiunta una “nuova generazione” di imprenditori e startupper che hanno iniziato a finanziarsi tramite il canale del venture capital, prima noto soprattutto in ambiti come l’economia digitale e le biotecnologie. Di pari passo, la platea dei clienti si è estesa a soggetti privati attivi in settori diversi, tra cui assicurativo, energetico, trasporti, logistica e agricoltura.
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  16. Nel complesso, il grosso del volume di affari a livello mondiale è costituito dal segmento downstream, cioè dell’insieme delle applicazioni sviluppate a terra partendo dai dati raccolti dai dispositivi in orbita. Un settore che genera ricavi per 427,6 miliardi di dollari, pari al 78% di tutta la space economy. All’interno di questo mercato, la crescita più sostenuta della domanda si è verificata nel segmento Tlc, soprattutto in quello di servizi satellitari a banda larga cresciuto di oltre il 17% in un anno, da 24 a 28 miliardi di dollari. Anche la produzione di satelliti per il settore commerciale ha avuto un boom, con un aumento del 35% dei lanci in orbita nel 2022. In parallelo, è aumentata di 9 miliardi la spesa pubblica per la difesa passata dal 41% nel 2021 al 45% nel 2022, per effetto della decisione degli Usa di incrementare il proprio budget per i programmi spaziali civili e militari a 69,5 miliardi di dollari.
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  18. Una cifra che è quasi il 60% della spesa spaziale governativa globale. Anche l’Europa ha deciso di puntare forte sulla space economy, aumentando fino a 14,9 miliardi la dotazione finanziaria per il programma spaziale 2021-2027. Al momento, stando ai dati dell’Agenzia spaziale europea (Esa), l’industria Ue dello spazio dà lavoro a 230mila persone con ricavi di circa 80 miliardi di euro, di cui il 70% deriva dalla fornitura di servizi, mentre il 30% circa dalla costruzione di lanciatori, satelliti e strutture a terra.
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  20. «All’interno di questo scenario, l’Italia può vantare un posizionamento di rilievo come capacità di mobilizzare risorse, visto che siamo a livello istituzionale tra i primi 3 contribuenti dell’Esa con circa 3 miliardi di euro dopo Germania (3,51 miliardi) e Francia (3,2 miliardi) - dice Paolo Trucco, responsabile scientifico dell’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano -. Inoltre, abbiamo aziende di rilievo che sono in grado di prendere contratti e di essere inseriti in programmi spaziali di punta come Artemis con la Nasa oppure come Thales Alenia Space (la jv tra Thales e Leonardo, ndr), di cui la parte industriale-tecnologica è a traino italiano».
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  22. E ancora: «Siamo tra i pochi al mondo ad avere una struttura industriale integrata che copre sia upstream che downstream, fatto salvo che l’Italia e l’Europa ancora oggi non possono contare su un proprio lanciatore di satelliti dopo il fallimento del primo volo commerciale di Vega C, realizzato da Avio. Questo significa che l’Europa non ha ancora una capacità autonoma di lanci in orbita di asset spaziali, ma dipende da SpaceX. Tutto questo ci rende dipendenti da unico operatore sia per lanciare nello spazio asset per la difesa che asset commerciali», sottolinea Trucco. Uno dei settori più dinamici in Italia è quello dei servizi di Osservazione della Terra che ha raggiunto il valore di 200 milioni di euro nel 2022.
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  24. Qui operano 144 imprese del segmento downstream, per lo più Pmi distribuite su tutto il territorio nazionale. «I principali ambiti di applicazione riguardano diversi comparti: da agricoltura a silvicoltura e pesca, da energia a servizi di pubblica utilità, edilizia e infrastrutture. Da finanza, assicurazioni, comparto legale e ambiente a wildlife», conclude Trucco.
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