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Fiktiv Italy - GEDI Gruppo Editoriale

Oct 20th, 2020 (edited)
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  1. GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. è un'impresa italiana multimediale attiva nel settore della stampa, comunicazione digitale, radiofonica e televisiva.
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  3. È editore del quotidiano la Repubblica (con i suoi nove supplementi), del settimanale L'Espresso e, attraverso la controllata «Gedi News Network» (GNN), pubblica La Stampa, Il Secolo XIX e diversi quotidiani locali (fino al 2017 appartenuti alla Finegil). Pubblica anche numerosi periodici, giornali online e siti di informazione, tra cui HuffPost Italia.
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  5. Il gruppo editoriale è proprietario di tre radio nazionali, Radio Deejay, Radio Capital e Radio m2o e delle emittenti televisive Repubblica TV, m2o TV, Radio Capital TiVù e Deejay TV. Opera anche nel segmento dei nuovi media con la società GEDI Digital e dispone di una concessionaria di pubblicità che è la A. Manzoni & C. Inoltre è presente nel settore della formazione e dei servizi professionali con la società Somedia.
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  7. Il gruppo è quotato negli indici FTSE Italia STAR e FTSE Italia Small Cap della Borsa di Milano.
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  10. m2o TV è un canale televisivo musicale prodotto da Elemedia appartenente a GEDI Gruppo Editoriale.
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  12. m2o TV viene accesa il 26 marzo 2013 sulla piattaforma digitale terrestre nel mux Rete A 2 su LCN 158 (posizione usata precedentemente da Radio Capital TiVù). Per circa un mese, l'emittente ha mandato in onda, a ripetizione, una serie di videoclip mixati e dei promo che annunciavano la prossima partenza del canale.
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  14. Il 24 aprile 2013 inizia la rotazione dei videoclip singoli (comprensivi di grafica di presentazione) e viene introdotto un nuovo logo animato che alterna il logo della relativa radio con quello di m2o TV.
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  16. Il 21 giugno 2013 avviene il lancio ufficiale del canale. Solo per quest'occasione, vengono mandati in onda, tra le 13 e le 18 e tra le 20 e le 22, i video musicali delle stesse canzoni che vengono trasmesse su m2o Radio.
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  18. Dal 24 dicembre 2013 è stato trasmesso il primo programma chiamato Mix non stop, il quale ha avuto una durata di 24 ore il 31 dicembre 2013.
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  20. Dal 1º ottobre 2016 m2o TV chiude sul digitale terrestre e continua ad essere trasmesso in esclusiva solo su Sky Italia e in streaming sul sito.
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  23. Deejay TV è un canale televisivo musicale italiano edito da Elemedia, società appartenente al gruppo GEDI Gruppo Editoriale.
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  25. Nel 2002, Elemedia S.p.A., società editrice delle emittenti radiotelevisive del Gruppo Editoriale L'Espresso, lancia la tv satellitare musicale Deejay TV. Dal 2002 al 2003 il canale trasmette i propri contenuti free to air. Nel 2003 viene siglato un accordo con Sky Italia e Deejay TV diventa un canale a pagamento, diffuso dalla neonata piattaforma di Rupert Murdoch. A partire dal 2007, il canale diventa disponibile anche per la televisione via cavo, sempre a pagamento, con le piattaforme TV di Fastweb, Alice Home TV e Infostrada TV.
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  27. Il 19 ottobre 2009, l'emittente nazionale italiana All Music, acquistata nel 2004 dal Gruppo L'Espresso, cessa le proprie trasmissioni. A partire da quella data, su tale canale vanno in onda videoclip musicali e un promo che annunciava la nascita di un nuovo canale. Il 9 novembre 2009, il brand Deejay TV viene slegato dall'emittente satellitare pay, divenendo ufficialmente il nuovo nome di All Music. Editore della nuova Deejay TV fu All Music S.p.A., società controllata dal Gruppo L'Espresso. Su Sky, invece, il canale musicale mantiene intatta la propria programmazione, assumendo, però, un nuovo nome: MyDeejay.
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  29. Dal 27 febbraio 2012, il canale trasmette nel formato panoramico 16:9, mentre dal 21 aprile dello stesso anno il canale passa dalla ricezione satellitare free to air a quella free to view.
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  31. Il 26 novembre 2010 nella definizione del posizionamento dei canali televisivi distribuiti sul digitale terrestre (LCN) il Ministero dello sviluppo economico aveva assegnato la posizione 9 a Deejay TV, numero tuttavia rimesso in discussione a seguito dei provvedimenti del TAR e del Consiglio di Stato.
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  33. La rete, che inizialmente era nata come un canale musicale, a partire dal mese di gennaio 2013 dedica una minima parte del suo palinsesto ai video ed alla musica in generale; solo all'interno di Deejay chiama Italia e del programma pomeridiano Occupy Deejay si parla infatti di musica, ma per lo più vengono trasmessi telefilm, film e programmi autoprodotti. Nello stesso periodo si ha un dilagare nel pomeriggio delle televendite targate "DMC Shop", che con la loro durata di mezz'ora ciascuna vanno a togliere spazio alle trasmissioni regolari.
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  35. Dall'inizio del 2014 il canale affronta una drastica decadenza e rischia la chiusura a causa di una crisi economica dovuta ad una flessione degli introiti pubblicitari, come annunciato dallo stesso Linus in un'intervista.
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  37. Il 22 gennaio 2015 viene raggiunto un accordo tra il Gruppo Espresso e Discovery Italia per la cessione a quest'ultimo di All Music S.p.A.
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  39. Dal 1º febbraio 2015 il canale passa a Discovery Italia per poi mutarlo in Nove, mantenendone il nome Deejay TV e il marchio Deejay fino al 2016.
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  41. Dall'8 gennaio 2018, a seguito dell'annuncio di acquisizione da parte di Elemedia del canale 69 sul digitale terrestre, il canale torna nuovamente attivo sul mux Rete A 1 con in onda un cartello. La ripartenza ufficiale delle trasmissioni è avvenuta il 14 gennaio 2018 sia sul digitale terrestre sia al canale 714 della piattaforma Sky Italia (sostituendo anche myDeejay). Il canale trasmette il programma Deejay chiama Italia in simulcast con Radio Deejay (anche in replica serale) oltre a video musicali e la classifica 30 Songs.
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  44. Radio Capital TiVù è un canale televisivo di musica, le cui trasmissioni sono iniziate il 9 agosto 2011. Nato inizialmente come un canale del digitale terrestre, attualmente è visibile su Sky o, gratuitamente, in streaming. Come accade per l'omonima radio, la programmazione è costituita da classici della musica degli anni settanta-ottanta-novanta. Ha sede a Roma in Via Benozzo Gozzoli, 8. Il produttore del canale è Gianluca Costella.
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  46. Il canale ha esordito il 9 agosto 2011 sull'LCN 158. Per i primi tempi è andato in onda un semplice monoscopio, successivamente sostituito da una rotazione di brevi spezzoni di videoclip.
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  48. Le trasmissioni ufficiali del canale sono partite l'11 novembre 2011; simbolicamente, la programmazione è stata fatta partire esattamente alle ore 11:11. In quel giorno, le trasmissioni del canale furono sincronizzate con quelle di Radio Capital. Il primo video musicale ad essere stato trasmesso è stato Money dei Pink Floyd.
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  50. Dal 1º agosto 2012 è presente anche su Sky Italia, trasmesso in modalità FTV.
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  52. Dal 20 dicembre 2012, il canale si sposta sull'LCN 69, andando a sostituire Vintage!, un canale dalla programmazione molto simile a Radio Capital TiVù, e che serviva ad occupare temporaneamente la LCN dopo la chiusura di Virgin Radio TV, avvenuta il 31 luglio 2012.
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  54. La versione sull'LCN 158, a cui nel frattempo era stata aggiunta la dicitura PROVVISORIO accanto al nome del canale, è rimasta visibile fino al 26 marzo 2013, giorno in cui è stata sostituita da m2o Tv.
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  56. Il 7 gennaio 2016, sul digitale terrestre si trasferisce sull'LCN 162, scambiandosi il posto con Onda Italiana (canale nato il 28 dicembre 2015 per sostituire Onda Latina).
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  58. Dal 1º ottobre 2016 Radio Capital TiVù ha lasciato il digitale terrestre ed è trasmesso in esclusiva su Sky e in streaming sul sito. L'ultimo videoclip trasmesso sul digitale terrestre prima della chiusura è stato quello di We Are Family delle Sister Sledge.
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  61. Repubblica TV, in precedenza Repubblica Radio TV, è una rete televisiva nazionale all-news di proprietà del Gruppo editoriale L'Espresso nata il 10 aprile 2006 in occasione delle elezioni politiche.
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  63. Il palinsesto era composto prevalentemente da programmi di cultura, informazione e approfondimento politico e prevedeva una diretta di due ore tutte le mattine dal lunedì al venerdì (nei giorni non festivi) sia sul digitale terrestre che su Internet. Durante il resto della giornata, il sabato e nei giorni festivi, venivano trasmesse repliche delle trasmissioni andate precedentemente in onda.
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  65. Dal 27 settembre 2010 il palinsesto cambia spostandosi dal mattino alla sera: una prima parte alle 18:50 dedicata ai fatti del giorno analizzati dai giornalisti di Repubblica; una seconda parte dalle 19:20 con un talk show, condotto dal vicedirettore Massimo Giannini, che tratta la notizia principale del giorno per approfondirla con l'aiuto di ospiti presenti in studio o collegati con la redazione; una terza parte alle 20:00 in cui la redazione di Repubblica.it riassume i fatti principali presenti sulla home page del sito; una quarta ed ultima parte alle 20:30 dedicata agli approfondimenti tematici (dalla musica, alla politica estera, al cinema, all'economia, ai libri, agli spettacoli, con spazi dedicati ai mensili come Limes e XL).
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  67. Dal 24 novembre 2011 sono iniziate le trasmissioni di un nuovo canale che sostituisce il vecchio Repubblica Radio TV che ha cambiato nome ed è diventato Repubblica TV.
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  69. Repubblica TV porta sugli schermi televisivi di milioni di italiani il primo sito internet per l’informazione, forte di oltre due milioni di utenti unici giornalieri su web. In altre parole, il sito va in onda. Il numero chiave della programmazione è il 30: si tratta infatti di un blocco di mezz’ora, “Repubblica 30”, in onda ogni mezz'ora e aggiornato nel corso della giornata, con la presentazione delle notizie di giornata e la chiave di lettura fornita dal sito di Repubblica. All’interno del blocco i principali contenuti video prodotti dalla redazione di Repubblica.it e dalle altre testate del Gruppo, le interviste e gli approfondimenti delle firme del giornale.
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  71. Su questa struttura di base, e su un palinsesto volutamente fluido e in costante aggiornamento, troveranno poi spazio le dirette, sia in esterna sia dallo studio magnete, la struttura aperta posta al centro della redazione di Repubblica.it. Qui saranno chiamati cronisti, inviati e opinionisti del giornale a commentare i fatti mentre accadono.
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  73. E’ questo inoltre il polo dal quale saranno coordinati i collegamenti: in primo luogo dalle città sede delle edizioni locali del giornale (Milano, con particolare attenzione alla Finanza, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Bari e Palermo), quindi dalle sedi di corrispondenza estere come Parigi, Pechino, Londra e New York.
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  76. Radio Capital è un'emittente radiofonica nazionale privata con sede a Roma di proprietà di Elemedia, appartenente al gruppo GEDI Gruppo Editoriale.
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  78. Nasce a Cormano (MI), nel maggio del 1977, come quotidiano radiodiffuso e con il nome di Controradio Cormano, sulla frequenza di 93.100 MHz, con sede in via Giuseppe Verdi 14. È fondata da Roberto Tracogna. Nel 1979 cambia denominazione diventando Radio Extra 2000 con sede a Cusano Milanino. Nel 1980 l'editore, prendendo spunto dalla famosa Capital Radio di Londra, cambia denominazione definitivamente in Radio Capital introducendo lo slogan "Dance All Day" riferito al format basato sulla musica dance (soprattutto italiana).
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  80. La diffusione viene notevolmente migliorata con la delocalizzazione dell'impianto dall'originario palazzo di Sesto San Giovanni alla postazione più importante di Milano, il grattacielo Breda (120 metri dal suolo). La frequenza, nel frattempo, era stata riposizionata a 93,050 MHz, per convivere meglio con le emissioni a 92,800 MHz di Vip Radio e 93,300 MHz di Montestella. Nel successivo anno viene creata una società, con la stessa denominazione, di cui fanno parte il fondatore Roberto Tracogna, Giancarlo Fontana e la sezione di Sesto San Giovanni dell'allora Partito Comunista Italiano. Nel 1982 il fondatore lascia la società. Il progetto, che ha un buon riscontro di audience, non riesce a essere supportato da una buona struttura commerciale che lo valorizzi presso gli inserzionisti pubblicitari ed entra pertanto in crisi.
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  82. Alla fine del 1983 la radio si trasferisce negli studi di via Cellini, a Milano, e cambia format grazie a un'intuizione del dj Jeff Bifano, inventore dello storico programma "Capital Milano Dance All Days": nasce la prima radio di Milano che trasmette musica dance no-stop, con un unico speaker (il direttore artistico Moreno Guizzo, già voce di Radio Milano International). La formula è semplice: Jeff Bifano (insieme a Tony Carrasco era il dj dell'Amnesie, storica discoteca della "Milano da bere") sceglie la musica che bravissimi giovani dj mixano in diretta. Poi, al calar della sera, va in onda il Jeff Music Show, appuntamento imperdibile per gli appassionati e colonna sonora di molti locali alla moda: si tratta di un nastro di tre ore di musica da ballare, replicabile sino al mattino dopo. In questa occasione viene coniato il nome Capital Milano Dance all Day. La piccola Capital Radio Milano è la radio del momento; cominciano a interessarsi e a prestarle attenzione anche le emittenti più importanti, quelle che devono fare i conti con i numeri dell'audience.
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  84. Nel 1987 la stazione viene comprata dalla Deejay's Gang di Claudio Cecchetto e Valerio Gallorini, per sperimentare un nuovo format radiofonico costituito da programmi solo in lingua inglese, condotti da David Lee Stone (scomparso nel 2005) e Ronny Hanson. Il progetto poi si modifica in una programmazione di disco music esclusivamente anni settanta, ottenendo un grandissimo riscontro da parte del pubblico per la particolare originalità (al tempo le emittenti specializzate in tal senso non erano molte).
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  86. Nel 1990, in occasione dell'entrata in vigore della legge 223/1990 (legge Mammì), Cecchetto presenta domanda di concessione come radio locale per il bacino lombardo, avendo già avanzato istanza per la concessione nazionale come Radio Dee Jay. Tuttavia, dopo l'uscita di scena da Radio Dee Jay e volendo concentrarsi su Capital, Cecchetto comprende che per assurgere al ruolo di player primario, deve dare all'emittente una dimensione regionale o, meglio ancora, nazionale. Si mette quindi alla ricerca di una rete da acquistare che abbia ottenuto la concessione per operare in ambito nazionale, individuandola, nella metà degli anni '90, nella società «Radio Centro Toscana S.p.A.» (editrice di Gamma Radio Network) del gruppo Monti-Riffeser: questa società, avendo presentato domande di concessione distinte per ambito locale e nazionale (entrambe con il marchio Gamma Radio) e avendo maturato il convincimento di operare solo su scala locale, decide di alienare la concessione nazionale (non il marchio Gamma Radio), che viene pertanto acquistata da Claudio Cecchetto. Il disk-jockey milanese, rinominata la rete nazionale Radio Capital Solo Successi (il marchio Gamma Radio continuerà a operare proficuamente su scala regionale grazie alla concessione locale conseguita dalla società milanese Radiant) e trasferita la sede da via Massena (nei locali attigui a Radio Deejay) al Forum di Assago, vi annette gli impianti della precedente versione locale (tra cui l'impianto 93,050 MHz, nel frattempo riposizionato a 93,100 MHz e delocalizzato in Valcava per illuminare la pianura padana). Successivamente avvia una campagna acquisti di frequenze per raggiungere l'illuminazione dell'intero territorio nazionale (la copertura di Gamma Radio Network era limitata al Nord e Centro Italia).
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  88. Nondimeno, avendo successivamente valutato che per competere con i grossi gruppi editoriali servivano risorse economiche di cui lui non disponeva, nella seconda metà degli anni Novanta Cecchetto cede anche Radio Capital alla società Elemedia del Gruppo editoriale L'Espresso (a cui aveva già ceduto nel 1994 le quote di Radio Dee Jay). La società acquirente trasferisce nuovamente gli studi (prima in via Massena a Milano e poi a Roma), operando un forte potenziamento del segnale e il completamento della copertura nazionale. Dopo diversi e non sempre felici (in termini di ascolti) tentativi di rilancio, Radio Capital trova una sua collocazione come emittente fortemente caratterizzata dall'informazione, grazie alle sinergie con il quotidiano la Repubblica, facente parte dello stesso gruppo editoriale, e grazie al reclutamento di giornalisti esperti di radio come Carlo de Blasio, proveniente dalla Bbc di Londra.
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  90. Oggi Radio Capital è una delle tre reti nazionali (insieme a Radio Deejay e m2o) di proprietà della Elemedia, società del Gruppo GEDI. La redazione giornalistica è diretta, dal giugno 2020, da Edoardo Buffoni. Direttore artistico è Linus, già storico direttore di Radio Deejay dal 1996 e direttore editoriale delle radio del Gruppo GEDI.
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  92. Il palinsesto alterna programmi di infotainment a trasmissioni di approfondimento musicale. La programmazione musicale si basa su un vastissimo catalogo di classici degli anni settanta-ottanta-novanta. Lo slogan attuale della radio è That's Life. Gli studi si trovano a Roma, in via Cristoforo Colombo 90, e a Milano in via Massena 2, sede della "cugina" Radio Deejay.
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  94. 'Classici e Notizie' - Queste due parole spiegano il legame tra la nostra Emittente e il suo pubblico e ne sottolineano la diversità. Radio Capital è la Radio di chi vuole ascoltare solo musica di qualità, e vuole essere aggiornato con informazioni tempestive e autorevoli ma anche veloci e non omologate. Questa diversità è la caratteristica e la ragione d'essere di Radio Capital, e spiega il particolare legame d'affetto con il suo pubblico.
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  96. Per raggiungere i propri obiettivi di informazione e di intrattenimento musicale, Radio Capital usa uno specifico format che definisce in modo molto preciso l'alternanza e la durata delle notizie e della musica. La programmazione musicale non solo alterna successi del presente e del passato, ma prevede, nell'arco della giornata, ritmi e toni diversi in funzione delle esigenze di ascolto. Radio Capital trasmette i più grandi successi degli anni '70, '80, '90, brani che per la capacità di far riaffiorare emozioni e atmosfere vengono definiti 'CLASSICI'. A questa presenza, filo conduttore per gli ascoltatori di Radio Capital, si aggiungono le novità degli artisti di grande successo del momento. Radio Capital si distingue anche nello stile degli speaker, pacato e tranquillo, con voci che accompagnano la musica senza imporsi in modo aggressivo.
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  98. Radio Capital è diversa anche per l'informazione. La redazione, diretta da Edoardo Buffoni, prepara 2 notiziari l'ora, uno dei quali (alla mezz'ora) prevalentemente dedicato allo sport. Sono giornali radio completi, accurati, veloci, pensati per chi vuole essere sempre informato, realizzati grazie a decine di corrispondenti e collaboratori che inviano notizie da tutta Italia e dalle capitali estere. Gli eventi più importanti sono seguiti in diretta, con interviste ai protagonisti e commenti delle più importanti firme del giornalismo italiano. Completano l'informazione brevi rubriche tematiche dedicate a cronaca, economia, viaggi e spettacolo.
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  100. GIORNALE RADIO
  101. da lunedì a domenica: dalle 06.00 alle 01.00 ogni ora e dalle 06.30 alle 18.30 alla mezz'ora i titoli delle ultime notizie.
  102.  
  103. GIORNALE RADIO SPORT
  104. da lunedì alla domenica: 08.30 - 09.30 - 12.30 - 13.30 - 15.30 - 17.30 - 19.30
  105.  
  106. METEO
  107. da lunedì a venerdì: 06.00 - 07.00 - 08.00 - 09.00 - 13.00 - 19.00 - 20.00
  108. sabato e domenica: 06.00 - 07.00 - 08.00 - 09.00 - 19.00
  109.  
  110. AUTORADIO
  111. da lunedì a venerdì: 06.58 - 07.58 - 08.58 - 09.58 - 10.58 - 11.58 - 12.58 - 15.58 - 16.58 - 17.58 - 18.58 - 19.58
  112. sabato e domenica: 07.58 - 08.58 - 09.58 - 10.58 - 11.58 - 12.58 - 17.58 - 18.58
  113.  
  114. CAPITAL GAME
  115. da lunedì a venerdì 7 appuntamenti quotidiani a sorpresa.
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  118. Radio Deejay è un'emittente radiofonica privata nazionale italiana fondata da Claudio Cecchetto ed edita da Elemedia S.p.A di proprietà di GEDI Gruppo Editoriale con sede a Milano in via Andrea Massena, 2.
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  120. Guidata da Linus dal 1994, è una realtà radiofonica consolidata in Italia. Nella sua trentennale storia ha lanciato nel mondo dello spettacolo, della televisione, della musica e della radiofonia stessa numerosi personaggi tra cui Gerry Scotti, Jovanotti, Fiorello, Amadeus, Albertino, Nikki, Roberto Ferrari, Digei Angelo, Alessandro Cattelan, Trio Medusa, Fabio Volo, Nicola Savino, Platinette, Federico Russo, Diego Passoni e La Pina.
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  122. Radio Deejay viene fondata da Claudio Cecchetto a Milano il 1º febbraio 1982 sulle ceneri di Radio Music 100. Con lui anche Massimo Carpani, Pippo Ingrosso, Kay Rush e Valerio Gallorini (socio ed amministratore), Federico Besana e Duilio Lupini. La prima sede è in un appartamento in via Franchetti. Nel 1984 si trasferisce nell'attuale sede in via Massena a Milano. All'inizio l'emittente si limitava a trasmettere solo alcuni jingles per interrompere la programmazione musicale, ma senza interventi parlati da parte dei deejay.
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  124. La programmazione iniziale vide bandita la musica italiana; Cecchetto e soci, tra cui lo storico Dario Usuelli, tuttora presente e direttore della programmazione musicale dell'emittente, scelsero di incentrare la radio sulla musica New wave. Il primo programma parlato fu un'intervista di Claudio Cecchetto a Larry Hagman (il cattivo della serie televisiva Dallas) e i primi DJ in onda furono Ronnie Hanson (in inglese) e Gerry Scotti.
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  126. Fin dal suo esordio, la rete si è resa immediatamente riconoscibile nel panorama musicale grazie alla tipologia di musica proposta: Claudio Cecchetto e i suoi collaboratori, primo su tutti Dario Usuelli, tuttora responsabile della programmazione musicale della radio, decidono di puntare sulla musica new wave importando in Italia un genere che, all'epoca, era ancora piuttosto snobbato; gruppi come i Depeche Mode, gli Spandau Ballet, e successivamente i Duran Duran devono il loro successo nella penisola anche a Radio Deejay. Alla fine degli anni ottanta, la radio ha invece lanciato diversi artisti italiani scoperti da Cecchetto, che hanno contribuito a lanciare un genere come la italo disco (Sabrina Salerno, Sandy Marton, Tracy Spencer). Nei primi anni novanta, ad essere lanciati nel mondo della musica grazie a Radio Deejay sono stati artisti hip hop come Jovanotti, Neffa e gli Articolo 31, o gruppi come gli 883. Subito dopo, contribuisce all'invasione in Italia della musica eurodance, complice la presenza all'interno della radio di dj professionisti del settore come Giorgio Prezioso e Mario Fargetta. Terminata l'ondata eurodance, Deejay punta maggiormente sulla musica techno.
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  128. Successivamente, l'emittente si è omologata all'offerta musicale delle altre radio concorrenti, mandando in onda i principali successi del momento ma mantenendo comunque una programmazione orientata maggiormente verso la musica dance, specialmente nei programmi condotti da Albertino e nelle fasce notturne del weekend, e trasmettendo poca musica italiana. Proposte musicali meno commerciali sono assicurate all'interno di alcuni appositi programmi, come Tropical Pizza di Nikki, prevalentemente dedicato alla musica rock, B Side con Alessio Bertallot specializzato nella trasmissione di musica più sperimentale come ad esempio il trip hop, Soulsista e One Two One Two, rispettivamente dedicati alla musica R&B e hip hop.
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  130. L'emittente dedica spazio anche alla riproposizione di alcuni classici della musica internazionale in particolar modo nello spazio Deejay - Riavvolgi, appuntamento fisso allo scoccare di ogni ora, ma già a partire dalla tarda serata le hit del momento si alternano più frequentemente a quelle del passato. Un appuntamento fisso in onda al 30º minuto circa di ogni ora è con Deejay - Avanti veloce, uno spazio che propone novità musicali.
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  133. Radio m2o è un'emittente radiofonica privata nazionale italiana edita da Elemedia S.p.A., società di GEDI Gruppo Editoriale. Ha iniziato le trasmissioni il 23 ottobre 2002. Dal 1º aprile 2019 il gruppo Gedi decide di dare la direzione artistica della radio ad Albertino, con l'obiettivo di un importante rilancio dell'emittente, attraverso la trasformazione in radio di flusso, con più musica (circa 20 brani ogni ora) e un sound design innovativo.
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  135. Le trasmissioni di m2o iniziano nel 2002 quando viene deciso, da parte del Gruppo Editoriale L'Espresso attraverso l'allora AD di Elemedia, Pietro Varvello, di rilanciare la terza radio del gruppo, Italia Radio, cambiandone nome e format.
  136.  
  137. La radio, diretta da Fabrizio Tamburini coadiuvato da Amerigo Provenzano, Paolo Bolognesi e Davide Farra, inizialmente era rivolta a un pubblico giovane e giovanissimo con una programmazione musicale no stop, senza speaker. Le voci ufficiali erano quelle di Savino Zaba e Mariagrazia Carulli. I generi musicali proposti, appartenenti alla musica dance elettronica, erano: electro, house, techno, dance, hands up, trance e altre varianti. A completare il gruppo furono coinvolti Tina Lima, responsabile marketing, Andrea Rango, programmatore musicale, Paolo Prosperini, in seguito responsabile della diretta, Carlo Mogiani, responsabile del web e dei social, e i deejay Fabio Amoroso, Simone Girasole, Chiara Robiony, Luca Martinelli, Andrea Mazza, Massimiliano Troiani nonché altri collaboratori esterni che fornivano i loro dj set notturni.
  138.  
  139. Il nome m2o, che significa due atomi di musica e uno di ossigeno, è ideato dal creativo Maurizio Maran e viene nominato in onda per la prima volta il 21 ottobre 2002, dopo un periodo di test incominciato nel mese di gennaio, quando Italia Radio interruppe definitivamente le sue trasmissioni. I programmi di esordio erano Pure Seduction, M To Go, Stardust, Stardust in Love, m2 factory, Zero Db, Out of Mind Live, m2on-line, Chemical Lab, Unique e m2o Clubwave. Successivamente si aggiunsero Stardust Weekend e, nei mesi successivi, subentrarono anche Shut Up! e Bip!.
  140.  
  141. Il lancio della radio avvenne attraverso la pubblicazione di un cd dal titolo m2o musica allo stato puro contenente brani autoprodotti mixati da Provenzano DJ e una traccia cd rom con le frequenze e i personaggi della radio e promosso con uno spot in tv in cui non si faceva assolutamente riferimento al nuovo progetto radiofonico. A questo si accompagnò la produzione quadrimestrale del cd di compilation della radio, che a partire dal Vol. 10 venne distribuito anche in edicola insieme con la rivista Pianeta m2o.
  142.  
  143. Sin dal 2002, tutti i Djs di m2o iniziarono a suonare dal vivo in locali e piazze italiane supportati dalla pubblicità radiofonica. L'iniziativa più importante che venne realizzata nei primi anni fu nell'estate del 2004 a Soverato, quando tutti i personaggi si trasferirono nella località calabrese per due mesi di animazione non stop.
  144.  
  145. L'11 dicembre 2018 viene reso noto che Albertino diventerà il direttore artistico, subentrando così a Fabrizio Tamburini. Il gruppo Gedi, avvalendosi della collaborazione di Albertino, avvia così un importante rilancio dell'emittente, attraverso la trasformazione in radio di flusso, con più musica (circa 20 brani ogni ora) e un sound design innovativo.
  146.  
  147. Il 1º marzo 2019 Albertino lascia, dopo 35 anni, la fascia oraria del primo pomeriggio di Radio Deejay per condurre su Radio m2o due programmi: Deejay Time (con Molella, Fargetta e Giorgio Prezioso) dal 6 aprile nella fascia oraria 14:00-15:00 ogni sabato in contemporanea con Radio Deejay e Albertino Everyday dal 1º aprile, dal lunedì al venerdì, nella fascia oraria dalle 17:00 alle 19:00.
  148.  
  149. La partenza del nuovo palinsesto è avvenuta proprio il 1º aprile 2019 alle 17:00. Il nuovo slogan è Deejay Station.
  150.  
  151. La caratteristica principale del nuovo corso è un sound design rinnovato ed innovativo, con i jingle mixati alle canzoni e la trasformazione in radio di flusso tra le 6 e le 22, ovvero con più musica (circa 20 brani suonati ogni ora) e brevi interventi degli speaker. Sono pochi i programmi che fanno eccezione a questo format durante il giorno. Tra questi vi sono Il Morning Show alle 6 e Albertino Everyday alle 17. La programmazione musicale della radio è curata da Mauro Miclini, già responsabile della programmazione musicale su Radio Deejay.
  152.  
  153. La struttura oraria viene così scandita:
  154. Allo scoccare di ogni ora c'è il Non-Stop, con tre brani senza alcuna interruzione;
  155. Subito dopo Non-Stop, ogni ora c'è M2hot: le novità più forti della settimana, presentate dal jingle di Albertino "The Hits Of Tomorrow, Today".
  156. Alla mezz'ora va in onda m2old, un disco che ha fatto la storia della dance.
  157. L'ultimo disco di ogni ora è Back To The Future, ossia tre o più dischi dance mixati dai DJs from Mars.
  158.  
  159. ===
  160. la Repubblica è un quotidiano italiano, con sede a Roma, appartenente a GEDI Gruppo Editoriale a sua volta parte del gruppo Exor. È il secondo quotidiano d'Italia per diffusione totale (cartacea + digitale) e anche per quantità di lettori dopo il Corriere della Sera.
  161.  
  162. Il quotidiano nasce dall'iniziativa di Eugenio Scalfari, già direttore del settimanale L'Espresso. Il nome viene scelto in omaggio al piccolo giornale portoghese che nel 1974 aveva dato voce alla "rivoluzione dei garofani". Scalfari chiama con sé alcuni colleghi fidati: Gianni Rocca, caporedattore centrale, poi Amedeo Massari direttore amministrativo, Giorgio Bocca, Sandro Viola, Mario Pirani, Rosellina Balbi, Miriam Mafai, Barbara Spinelli, Natalia Aspesi, Corrado Augias, Enzo Golino, Edgardo Bartoli, Fausto De Luca, Paolo Filo della Torre, Enzo Forcella, Orazio Gavioli, Giuseppe Turani. Del gruppo iniziale doveva far parte anche Andrea Barbato con il ruolo di vicedirettore, ma il giornalista lascia alla vigilia del primo numero, essendo stato chiamato alla direzione del TG2 post-riforma. Le vignette satiriche sono affidate alla matita di Giorgio Forattini. La redazione occupa appena quattro stanze, in via Po 12 a Roma, sede anche dell'Espresso.
  163.  
  164. La nuova testata di Eugenio Scalfari sceglie di collocarsi nell'area della sinistra laica e riformista. Alla sua sinistra, i quotidiani più letti nell'Italia di metà anni 1970 sono l'Unità e Paese Sera. Inizialmente la Repubblica non intende scontrarsi frontalmente con essi, ma differenziarsi. Vuole infatti essere visto come un "secondo giornale": un quotidiano di approfondimento, per un pubblico che ha già letto altrove i fatti del giorno.
  165.  
  166. la Repubblica debutta in edicola mercoledì 14 gennaio 1976. Si presenta al pubblico con un formato berlinese, più piccolo di quelli usualmente adottati all'epoca dagli altri giornali nazionali: sei colonne invece delle tradizionali nove; è composto di 20 pagine ed esce dal martedì alla domenica. Al posto della terza pagina tradizionale, la cultura è collocata nel paginone centrale.
  167.  
  168. Quando il giornale nasce, la messa in pagina non è ancora definita compiutamente; dopo numerosi assestamenti, la griglia raggiunge un'impostazione standard. La pagina, che inizialmente conteneva soltanto testi e titolazioni, inizia a essere movimentata con l'aggiunta di illustrazioni, fotografie e disegni. Il grafico, Franco Bevilacqua, inventa i blocchi prefigurati: l'articolo della Repubblica si compone di testo e fotografie insieme.
  169.  
  170. Durante i primi due anni di vita il quotidiano crea il proprio pubblico, ondeggiando tra la sinistra extraparlamentare e quella riformista. Scalfari coglie la novità rappresentata dal movimento giovanile nelle università; la Repubblica lo aggancia e lo segue da vicino. Il punto di forza del quotidiano sono i commenti, sempre incisivi e schierati: anche le cronache hanno un taglio politico. Alla schiera dei collaboratori si aggiunge Giampaolo Pansa, proveniente dal Corriere della Sera, nel ruolo di inviato speciale a Milano. La sede di Repubblica occupa un piano di un palazzo in piazza Indipendenza di proprietà della famiglia Amodei, editore del Corriere dello Sport - Stadio, che ha sede e redazione nello stesso edificio.
  171.  
  172. Il 1978 è l'anno della svolta. All'inizio, la vendita media è di 114 000 copie. In marzo l'Italia è sconvolta dal rapimento di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, a opera delle Brigate Rosse: durante i cinquantacinque giorni del sequestro la testata di Scalfari appoggia incondizionatamente la linea della fermezza contro le richieste dei brigatisti, mentre segue con attenzione nettamente critica la scelta "trattativista" del PSI di Bettino Craxi. La linea di opposizione al segretario socialista, che sarà il leitmotiv del quotidiano per i successivi dieci anni, è già tracciata. Nello stesso anno appare l'inserto Satyricon: è il primo inserto di un quotidiano italiano dedicato interamente alla satira. Sul finire del '78 la Repubblica arriva a toccare le 140 000 copie.
  173.  
  174. Nel 1979, con una tiratura media di 180 000 copie, il quotidiano raggiunge il pareggio di bilancio. La foliazione aumenta da 20 pagine a 24. Il giornale decide, per la prima volta, di coprire gli eventi sportivi; a dirigerne l'apposita redazione viene chiamato Gianni Brera. Tra il '79 e il 1980 appare poi la rubrica a disegni Tutti da Fulvia sabato sera, di Pericoli e Pirella. Sempre nell'80 il terrorismo colpisce da vicino la Repubblica: il 7 maggio il cronista Guido Passalacqua viene gambizzato dallo stesso gruppo che il 28 ucciderà Walter Tobagi.
  175.  
  176. Nel 1981 uno scandalo travolge il quotidiano nazionale più venduto, il Corriere della Sera, che si scopre essere di fatto controllato, sia finanziariamente che editorialmente, dalla loggia P2. Ciò consente alla Repubblica di aumentare il numero dei lettori e di strappare al giornale concorrente alcune firme prestigiose, tra cui quelle di Enzo Biagi e Alberto Ronchey. Scalfari intravede l'opportunità di portare il suo giornale ai primi posti e lancia nuove iniziative per allargarne il bacino d'interesse; tra gli altri, porta la foliazione a 40 pagine, per dare più spazio alla cronaca varia, agli spettacoli e allo sport. La sua testata diventa un "giornale omnibus", ovvero un quotidiano per tutti i tipi di lettori.
  177.  
  178. Per quanto riguarda la linea politica, il giornale continua ad appoggiare la sinistra riformista; cambiano invece i termini del confronto con i partiti al governo: da una parte permane l'opposizione a Craxi, mentre si registra una maggiore apertura verso Ciriaco De Mita, principale esponente della sinistra democristiana. I risultati non si fanno attendere: nel 1985 la Repubblica vende in media 372 940 copie, circa 150 000 in più della media del 1981. Il quotidiano di Scalfari supera La Stampa divenendo così il secondo quotidiano italiano.
  179.  
  180. Nel 1986, data del suo decimo compleanno, il giornale romano decide il varo di un settimanale finanziario, un dorso che esce come supplemento tutti i lunedì: Affari & Finanza, diretto da Giuseppe Turani. Il Corriere è sempre più vicino; finalmente, nel dicembre 1986 la Repubblica riesce per la prima volta a superare la testata milanese: 515 000 copie contro le 487 000 del concorrente.
  181.  
  182. Nel gennaio 1987 il quotidiano lancia un gioco a premi: si chiama Portfolio, ed è in pratica una lotteria che si basa sulla Borsa. I lettori sono quindi invogliati a comprare il giornale tutti i giorni per controllare i valori delle azioni. Il gioco si rivela molto più redditizio dei supplementi (che aumentano le vendite solo per uno o due giorni alla settimana): il quotidiano romano guadagna in tre mesi quasi 200 000 copie, sfiorando le 700 000 di vendita media. la Repubblica consolida la sua posizione come primo giornale d'Italia.
  183.  
  184. Il Corriere della Sera non sta a guardare e risponde colpo su colpo, offrendo un rotocalco in omaggio al sabato (Sette). La replica della Repubblica è Il Venerdì, il cui primo numero esce il 16 ottobre, nello stesso giorno in cui già offre Affari & Finanza. Anche nel 1988 la Repubblica rimane saldamente il primo quotidiano italiano, con una vendita media di 730 000 copie, duecentomila in più del Corriere, fermo a 520 000. La testata di via Solferino riprenderà il primato solo nel 1989 con Replay, un altro gioco a premi.
  185.  
  186. Con gli anni 1990, nuove iniziative editoriali arricchiscono l'offerta informativa del quotidiano di Scalfari, che inaugura il numero del lunedì acquisendo per 50 milioni di lire il marchio Lunedì di Repubblica, rivista satirica, primo giornale vero/falso edito da Vincenzo Sparagna, già autore di Frigidaire. Il lancio avviene il 10 gennaio 1994: in questo periodo il quotidiano si attesta su una tiratura media di 660 000 copie. Il 1995, oltre a essere l'anno dell'introduzione dei due supplementi Musica! rock & altro e Salute, è anche quello della rivoluzione grafica: viene infatti introdotto il colore per la prima pagina e le inserzioni pubblicitarie.
  187.  
  188. Il 2 ottobre 1994, durante la fase di passaggio dall'MSI ad AN (iniziata nel gennaio di quell'anno e conclusasi con la svolta di Fiuggi del gennaio 1995), il direttore Eugenio Scalfari pubblicò un articolo di fondo intitolato Lo sdoganamento della destra. Sempre Scalfari schiera il proprio quotidiano su posizioni antitetiche a quelle di Silvio Berlusconi, magnate dei media che entra in politica nello stesso '94; il quotidiano critica in special modo il suo conflitto d'interessi come imprenditore e politico.
  189.  
  190. Nell'aprile 1996, dopo le elezioni politiche, la direzione della testata passa di mano: Eugenio Scalfari dopo vent'anni lascia il timone a Ezio Mauro (che firma la Repubblica dal 6 maggio), pur continuando a rimanere presente tra le pagine del giornale come editorialista. Il quotidiano mantiene una linea vicina allo schieramento politico del centro-sinistra, anche se non risparmia critiche ai suoi rappresentanti politici e ai partiti che lo compongono (con riguardo sia alla "questione morale" che alla frammentazione delle forze politiche). Con la direzione di Mauro il quotidiano si trasferisce nella nuova sede di via Cristoforo Colombo, all'EUR. Tra le prime novità editoriali vi è l'inserto settimanale femminile D - la Repubblica delle donne (21 maggio). Sempre in maggio, il quotidiano incappa in un infortunio giornalistico: il 30 maggio 1996 viene infatti annunciata e commentata la vittoria di Shimon Peres alle elezioni israeliane, quando ancora lo spoglio non era terminato; alla fine risulterà vincitore Benjamin Netanyahu.
  191.  
  192. Il 1996 è un anno elettorale. Il 5 aprile viene aperta la versione sperimentale del quotidiano sul web, in occasione delle consultazioni politiche del 21 aprile. Il sito conta 16-17 000 contatti al giorno. La notte delle elezioni più di 500 000 persone cercano di collegarsi (quando gli utenti Internet in Italia erano tra i 3 e i 4 milioni). In agosto iniziano i lavori per la realizzazione dell'edizione on-line definitiva. Il 14 gennaio 1997 viene lanciato il sito web del quotidiano (repubblica.it), che si affermerà come principale sito d'informazione italiano con oltre 10 milioni e 600 000 utenti unici: attualmente, il sito contiene tutti gli articoli a partire dal 1984. Sempre nel 1997 nasce l'edizione cartacea locale di Palermo, seguita, tre anni dopo, da quella di Bari.
  193.  
  194. Nel 2004, attraverso un processo graduale, il quotidiano inserisce il colore in ogni sua pagina. La decisione smuove tutto il mercato dei quotidiani italiani, spingendo la concorrenza ad adottare delle contromosse; in breve, anche gli altri maggiori quotidiani passano al colore. L'edizione della domenica è arricchita da un'ampia sezione culturale (La Domenica di Repubblica, dal 28 novembre 2004). Nel settembre 2005 viene lanciato il supplemento mensile XL (dedicato al pubblico giovane); nel dicembre 2006 nasce poi Velvet (indirizzato a chi segue la moda).
  195.  
  196. Nel 2007 accade un fatto insolito nella vita del giornale: la redazione proclama uno sciopero. Insoddisfatti per le condizioni contrattuali e per le relazioni con l'editore, i giornalisti bloccano l'uscita del quotidiano per sette giorni. La Repubblica non può raccontare ai propri lettori il congresso dei Democratici di Sinistra che approva la fondazione del Partito Democratico (19-21 aprile 2007).
  197.  
  198. Il 19 settembre 2007 il quotidiano si rinnova profondamente, nella grafica e nell'impaginazione. Di fatto, Repubblica si sdoppia in due giornali: uno dedicato alle notizie e un altro (denominato R2) contenente approfondimenti, inchieste e reportage sui principali temi dell'attualità. Il quotidiano, che è sempre stato uno dei maggiori critici di Berlusconi, il leader dello schieramento del centro-destra, accentua la sua avversione nel 2008, anno della sconfitta elettorale del centro-sinistra a opera della coalizione avversaria.
  199.  
  200. A partire dall'aprile 2008, il sito online viene arricchito da un nuovo motore di ricerca, tramite il quale è possibile ricercare e consultare gli articoli cartacei pubblicati dal 1984 in poi. Sono disponibili anche gli articoli usciti in rete, la cui consultazione è gratuita. Per le pubblicazioni presenti anche sul giornale, è invece richiesto un pagamento prima che essi diventino di pubblico dominio (solitamente nei giorni immediatamente successivi all'uscita dell'articolo).
  201.  
  202. Nella primavera 2009 la Repubblica ospita una lettera aperta di Veronica Lario al marito Silvio Berlusconi. Nella missiva la Lario accusava l'allora premier italiano di frequentare ragazze minorenni. Per il quotidiano è un clamoroso scoop, cui segue una campagna, durata tutta la primavera, sulle frequentazioni segrete di Berlusconi. I risultati sono lusinghieri: aumento delle vendite di 30 000 copie e aumento della pubblicità. Il 2009 è anche l'anno delle «10 domande che non si possono fare a Berlusconi»: Giuseppe D'Avanzo raccoglie un elenco di 10 quesiti, cui il premier evita di rispondere; a fine agosto il premier fa causa alla testata, tuttavia il quotidiano continua a pubblicare l'elenco per i successivi sei mesi.
  203.  
  204. A inizio 2010 il quotidiano si riavvicina nelle vendite allo "storico" concorrente, il Corriere della Sera: dalle 80 000 copie del marzo 2009 il divario è sceso a 30 000 nel marzo 2010. Nel 2011 la Repubblica diventa il primo quotidiano per lettorato, con una quota stimata di 3 milioni e 523 000 lettori, superando il rivale lombardo (3 milioni e 430 000 lettori).
  205.  
  206. Nel 2015 il giornale è tra i fondatori, assieme ai tedeschi di Die Welt, agli spagnoli di El País, ai francesi di Le Figaro, ai belgi di Le Soir, a Tages-Anzeiger e a Tribune de Genève, della Leading European Newspaper Alliance (LENA), un accordo di collaborazione tra testate europee.
  207.  
  208. La Repubblica pubblica in dieci diverse località italiane una edizione locale: a Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Roma e Torino. Inoltre l'inserto locale ligure è lo storico quotidiano socialista genovese Il Lavoro.
  209.  
  210. Inserti e supplementi:
  211. - Album di Repubblica, inserto speciale del quotidiano.
  212. - Dcasa, supplemento mensile di D - la Repubblica delle donne dedicato alla casa.
  213. - Metropoli, settimanale in uscita la domenica a 10 centesimi.
  214. - R2 Cult, esce il sabato dall'ottobre 2009 al posto di R2, Almanacco dei Libri e R2 Spettacoli. È un inserto di 16 pagine che unisce cultura, tecnologia, spettacolo e tempo libero.
  215. - R Sport (lunedì)
  216. - Affari e Finanza (lunedì)
  217. - R Lab (mercoledì)
  218. - R Salute (giovedì)
  219. - Il Venerdì (venerdì)
  220. - R Club (sabato)
  221. - RFood (sabato)
  222. - Robinson (domenica)
  223. La domenica, inoltre, il quotidiano esce in abbinamento gratuito col settimanale L'Espresso, appartenente allo stesso gruppo editoriale.
  224.  
  225. ===
  226. La Stampa è un quotidiano italiano, con sede a Torino. È il quarto quotidiano italiano per diffusione. Fu fondata con la testata Gazzetta Piemontese; assunse il nome attuale nel 1895.
  227.  
  228. La Stampa fu fondata a Torino il 9 febbraio 1867 con il nome di Gazzetta Piemontese dal giornalista e scrittore Vittorio Bersezio e dal politico Casimiro Favale. Il motto del giornale era «Frangar non flectar» ("Mi spezzerò non mi piegherò") e il prezzo era di 5 centesimi di lire. Nei primi anni di vita il giornale uscì dalla tipografia di Favale, in via Dora Grossa, ebbe una tiratura di 7-8000 copie e due edizioni giornaliere, mattutina e pomeridiana. Nel 1880 la «Gazzetta Piemontese» fu acquistata dal deputato liberale Luigi Roux, che ne assunse anche la direzione. Tra i collaboratori del giornale spiccano i nomi dei deputati Silvio Spaventa e Ruggiero Bonghi.
  229.  
  230. Nel 1894 divenne comproprietario l'imprenditore e giornalista Alfredo Frassati, che affiancò Roux nella direzione. Da condirettore decise di rilanciare il giornale. La testata fu modificata in La Stampa Gazzetta piemontese, mentre motto e prezzo restarono immutati. Il quotidiano apparve con la nuova testata il 1º gennaio 1895; il vecchio nome, pur retrocesso a sottotitolo, era più evidente del nuovo. Le proporzioni vennero invertite dal 30 marzo 1895. Frassati trasferì poi la sede in un palazzo di piazza Solferino. Introdusse anche nuove tecnologie: arrivò la linotype, una delle prime in Italia (le linotype raggiungeranno il numero di trentasette).
  231.  
  232. In pochi anni la tiratura de La Stampa salì a 50 000 copie. Nel 1900 Roux cedette la proprietà della testata: due terzi a Frassati e un terzo al finanziere E. Pollone. Frassati assunse così la carica di direttore e poté scegliere in autonomia la linea editoriale. Impresse una linea politica di sostegno a Giovanni Giolitti, di cui divenne uno dei maggiori sostenitori. Chiamò brillanti intellettuali come Luigi Einaudi, Francesco Saverio Nitti e Gaetano Mosca. Dette vita a un supplemento illustrato sportivo («La Stampa Sportiva», 19 gennaio 1902) e ad una rivista dedicata al mondo femminile («La Donna», 27 dicembre 1904). Il 12 agosto 1908 sparì il sottotitolo «Gazzetta piemontese» e rimase solo in evidenza La Stampa come unico titolo del quotidiano. La tiratura salì costantemente fino a sfiorare le 100 000 copie nel 1910, facendo della Stampa il primo quotidiano di Torino davanti alla Gazzetta del Popolo e il secondo del Nord. In occasione dell'entrata dell'Italia nella Prima guerra mondiale sostenne la posizione neutralista, in sintonia con il governo dell'epoca.
  233.  
  234. Il 1º dicembre 1920 il gruppo finanziario-industriale Agnelli-Gualino acquistò la quota di Pollone insieme al diritto di prelazione sulle quote di Frassati. Dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti (11 giugno 1924) il quotidiano si schierò su posizioni anti-mussoliniane. Per aver preso questa posizione, Frassati dovette cedere la proprietà del giornale a un gruppo gradito al capo del governo. Il 29 settembre 1925 il giornale venne sospeso (fu un avvertimento del regime). Quando tornò in edicola il 3 novembre, Frassati ebbe i giorni contati: rassegnò le dimissioni il 9 novembre 1925. Nel suo ultimo anno alla guida del quotidiano, «La Stampa» si era assestata su una tiratura di 176 000 copie. Nel 1926 la FIAT (ovvero la famiglia Agnelli) ne rilevò la proprietà con l'avallo delle autorità fasciste. Il nuovo direttore, Andrea Torre, allineò il giornale sulle direttive del regime, ma il quotidiano perse copie, a favore del diretto concorrente «Gazzetta del Popolo», che lo superò diventando il primo quotidiano torinese.
  235.  
  236. Il 31 dicembre 1930 uscì il primo numero de «La Stampa della Sera» (dal gennaio 1937 «Stampa Sera»), edizione pomeridiana e del lunedì del quotidiano torinese (giorno in cui tradizionalmente «La Stampa» non veniva pubblicata). Nel 1934 la sede del quotidiano fu trasferita in un grande palazzo che s'affacciava su via Roma con ingresso dalla Galleria San Federico. Con la direzione di Alfredo Signoretti le vendite de «La Stampa» cominciarono ad aumentare, dopo le sensibili riduzioni della tiratura verificatesi all'inizio del decennio. Nel febbraio 1943 «La Stampa» era stabilmente il secondo quotidiano italiano con 550 000 copie di tiratura media (posizione che manterrà fino al 1986). Dopo l'8 settembre e la conseguente invasione nazista della penisola, "La Stampa", come gli altri giornali del Nord Italia, dovette allinearsi alle direttive del governo filo-tedesco. Dopo la Liberazione (3 maggio 1945) il Comitato di liberazione nazionale (CLN) ottenne la sospensione del quotidiano torinese per connivenza con la Repubblica Sociale Italiana.
  237.  
  238. Grazie all'appoggio degli Alleati, il quotidiano ritornò nelle edicole il 18 luglio 1945 sotto la direzione di Filippo Burzio (che l'aveva già diretta dal 10 agosto all'8 settembre 1943). Tre giorni dopo Alfredo Frassati dovette cambiare la testata in «La Nuova Stampa». Il 15 luglio, infatti, il militare aveva chiuso il «Corriere del Piemonte», un foglio cittadino nato dopo la Liberazione con l'appoggio del Psychological Warfare Branch. La decisione era stata presa senza trattare con il CLN del Piemonte. Il CLN protestò per non essere stato consultato; una dimostrazione di piazza, davanti alla sede del Corriere, provocò alcuni incidenti. Il governatore reagì ordinando la sospensione di tutti i quotidiani torinesi. Il 21 luglio Frassati fece uscire il quotidiano con la testata modificata in «La Nuova Stampa» per evitare il sequestro da parte del governatore alleato di Torino. Dal 1º gennaio 1946 il quotidiano ritornò di proprietà degli Agnelli.
  239.  
  240. Il periodo 1948-1968 fu dominato dalla figura di Giulio De Benedetti, carismatico direttore. Vittorio Valletta, presidente e amministratore delegato della Fiat, gli pose due obiettivi: conquistare gli operai delle fabbriche della società, in grande maggioranza lettori de l'Unità e recuperare i lettori passati alla concorrente Gazzetta del Popolo. Non avendo un grande budget a disposizione De Benedetti inventò un giornale-mosaico: oltre alle notizie fornite della redazione, prese in affitto i corrispondenti esteri dei quotidiani romani, scelse anche singoli pezzi già pubblicati da inserire nella sua Terza pagina. Inventò la fortunata rubrica di dialogo con i lettori «Specchio dei tempi» (apparsa per la prima volta il 17 dicembre 1955), che esiste tuttora.
  241.  
  242. Riuscì così ad offrire un prodotto di qualità e a mantenere al contempo l'indipendenza del giornale. La Stampa ritornò ad essere il primo quotidiano a Torino e tra i primi in Italia. Era l'unico quotidiano importante alternativo al duopolio DC-sinistra, che dominava la scena italiana. In questo periodo, fino agli anni ottanta, La Stampa usciva anche in edizione pomeridiana come Stampa Sera. Il lunedì usciva un'unica edizione, la mattina, con la testata Stampa Sera. Alla metà degli anni sessanta, La Stampa vendeva in media 375 000 copie, alle quali si aggiungevano le 175 000 di Stampa Sera.
  243.  
  244. Nel 1968 la sede de La Stampa fu trasferita in via Marenco 32, in un edificio lamellare in vetro, realizzato dall'Impresa Carpegna e Sabbadini su progetto Fiat, Divisione Costruzione e Impianti. Rimarrà la sede del quotidiano fino al 2012. Nella vecchia sede in via Roma il giornale mantenne la proprietà delle stanze al piano terreno del palazzo, che destinò a sale di rappresentanza per il pubblico. La tradizione di un giornalismo tutto fatti, non ideologico e pragmatico proseguì con il successore di De Benedetti, Alberto Ronchey (1968-73), giornalista e sociologo. Gianni Agnelli, successore di Valletta alla Fiat, volle un giornale che oltrepassasse i confini del Nord-ovest per diventare finalmente una testata nazionale. Per sprovincializzare La Stampa, Ronchey puntò sugli esteri e sulle notizie di economia. Con collaboratori come Carlo Casalegno, Alessandro Galante Garrone, Luigi Firpo e Norberto Bobbio riuscì a consolidare la propria presenza sul piano nazionale. Senza trascurare la cronaca: Ronchey, infatti, raggiunse la punta massima di vendite pubblicando in prima pagina la vicenda di una bambina rapita e uccisa ad Alba. Alla cultura Ronchey chiamò come consulente lo scrittore Guido Piovene. Poco dopo vennero Giovanni Arpino e Guido Ceronetti.
  245.  
  246. Dopo cinque anni alla direzione, Ronchey ritornò all'attività di inviato internazionale e sociologo di primo piano nel 1973. Fu l'anno in cui il Corriere della Sera, il primo quotidiano italiano, cambiò linea politica schierandosi a sinistra. La Stampa ebbe l'occasione di diventare il punto di riferimento dei moderati. Al quotidiano torinese arrivò Arrigo Levi. Nel 1974 Levi schierò il quotidiano sul No al referendum abrogativo del divorzio (quindi per il mantenimento della legge sul divorzio). Il 1º novembre 1975 nacque il supplemento letterario Tuttolibri. A metà del decennio la tiratura aveva superato il muro delle 500 000 copie giornaliere, con una foliazione di 28 pagine. Nonostante l'aumento dei costi di produzione dei giornali, alla metà degli anni settanta il quotidiano torinese manteneva con 445 307 copie di tiratura la seconda posizione tra i quotidiani italiani d'informazione, secondo solo al Corriere. Con una peculiarità: La Stampa era conosciuta in tutta Italia e all'estero, ma continuava ad avere lettori prevalentemente locali: 1/5 delle copie erano vendute a Torino città e nel suo hinterland.
  247.  
  248. Il 16 novembre 1977 il vicedirettore Carlo Casalegno fu vittima di un agguato terrorista: colpito con quattro colpi al volto, morì il 29 novembre, dopo tredici giorni di agonia. Fu la prima volta che le Brigate Rosse uccisero volutamente un giornalista. In un giorno del 1978 La Stampa incappò in un incidente diplomatico. Fruttero e Lucentini avevano scritto un elzeviro satirico su Mu'ammar Gheddafi, il presidente della Libia. Il leader arabo s'infuriò e minacciò la Fiat di ritorsioni economiche se non avesse ottenuto l'allontanamento del direttore Arrigo Levi, che avvenne il 6 novembre 1978.
  249.  
  250. Il nuovo direttore fu Giorgio Fattori, proveniente dalla direzione del settimanale L'Europeo, dove aveva fatto molto bene. Quando Fattori prese in mano La Stampa il giornale era un po' in sofferenza. Lo lasciò dopo 8 stagioni, durante le quali introdusse nuove tecnologie (la teletrasmissione ed il computer), potenziò gli inserti (inventò nel 1981 Tuttoscienze, ora TsT, diretto da Piero Bianucci) e portò in crescita la diffusione. Durante il suo mandato la diffusione del quotidiano aumentò di 63 000 copie. Quando se ne andò i conti erano tornati a posto. Durante la successiva direzione di Gaetano Scardocchia (1986-1990), La Stampa ridusse il formato, passando da nove a sette colonne, e, uniformandosi agli altri quotidiani, soppresse la Terza pagina, rinviando la cultura nelle pagine interne.
  251.  
  252. Nel corso degli anni ottanta la tiratura aumentò, seguendo una tendenza che interessava la stampa quotidiana, che attraversò una fase di ripresa: nel 1985 salì a 549 749 e nel 1989 toccò le 571 462 copie, per mantenersi costante su questo livello fino al 1994. Anche la tiratura degli anni novanta fu in linea con la tendenza generale della stampa nazionale: fino al 1994 rimase sui livelli degli anni precedenti (573 175), poi iniziò a diminuire: nel 1999 le copie erano scese a 529 675 e nel 2009-10 a 407 181. Nel 1986 La Stampa fu superata nelle vendite da la Repubblica, scendendo dal secondo al terzo posto tra i quotidiani d'informazione.
  253.  
  254. Con Paolo Mieli (1990-1992) comincia un ricambio generazionale. Il nuovo direttore dà maggiore attenzione alla televisione e nomina alcuni brillanti collaboratori destinati a prendere il posto dei due grandi decani: Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone. Come vice-direttore sceglie Ezio Mauro, piemontese. Durante la Guerra del Golfo (1990-1991), mentre i due maggiori quotidiani italiani fanno a gara a chi pubblica più pagine (piene di notizie, resoconti, interviste, ecc.) La Stampa inventa la formula del "diario": quello militare di Mario Ciriello, quello italiano molto pacifista di Lietta Tornabuoni, quello arabo di Igor Man, quello tv di Oreste Del Buono e quello americano di Furio Colombo. La formula riscuote successo presso il pubblico e fa aumentare la credibilità del giornale. Finito il conflitto, comincia a tenere un "diario" l'inviato Paolo Guzzanti, che raccoglie le confidenze del presidente Francesco Cossiga e le spiega ai lettori. Mieli innova anche le pagine di politica interna: il "retroscena", cioè la spiegazione di quello che i politici fanno e pensano dietro la facciata delle loro parole, diventa una testatina di pagina. Decide di portare a sette le uscite del quotidiano. Fino ad allora, infatti, «La Stampa» usciva dal martedì alla domenica, mentre lunedì faceva spazio a «Stampa Sera». L'ultimo numero di «Stampa Sera», dopo 62 anni di vita, esce il 18 aprile 1992. Lombardo d'origine e romano d'adozione, Paolo Mieli riesce nella difficile impresa di "de-juventinizzare" il giornale (lo riconoscerà anche il presidente del Torino, Gianmauro Borsano).
  255.  
  256. Con il successore di Mieli, Ezio Mauro (1992-1996), debutta il settimanale Specchio della Stampa (27 gennaio 1996). Nel 1999, sotto la direzione di Marcello Sorgi (Gianni Riotta condirettore), nasce l'edizione web del quotidiano. Nei primi anni Duemila viene inaugurata una politica di abbinamenti con varie testate locali, diffuse in tutta la penisola.
  257.  
  258. Il 19 novembre 2006 il direttore Giulio Anselmi porta a compimento una storica riduzione del formato del giornale, sull'onda di un cambiamento che sta interessando tutti i quotidiani in formato "lenzuolo". La Stampa riduce le dimensioni da 38x53 a 31x45 cm, approdando al formato Berlinese, a sei colonne. Il cambio di dimensione, voluto dall'editore e deciso durante la precedente direzione di Marcello Sorgi, insieme all'adozione del colore su tutte le pagine e al restyling della testata, sfida le abitudini consolidate dei lettori. La scommessa è vinta, come hanno dimostrato i dati di vendita. Dal 2009 La Stampa è disponibile in carta elettronica sui lettori e-book.
  259.  
  260. Nel 2009 un piano di ristrutturazione del giornale ha iniziato un programma di riduzione di un terzo degli organici giornalistici e poligrafici entro la fine del 2010. Dal 29 ottobre 2010, dopo un lavoro di digitalizzazione e indicizzazione durato anni, finanziato da un Comitato per la Biblioteca Digitale dell'Informazione Giornalistica di cui fanno parte Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo, La Stampa e Regione Piemonte, viene reso disponibile on-line gratuitamente l'intero archivio storico della testata. L'archivio contiene tutti i numeri del quotidiano usciti dal 1867 al 2005, incluse le edizioni principali del mattino, quelle serali e i supplementi, per un totale di circa 1 750 000 pagine, 5 000 000 di articoli e 4 500 000 fotografie e illustrazioni. Dal giugno 2011 il sito web ha attivato un canale, chiamato VaticanInsider, sulla Santa Sede e la chiesa cattolica nel mondo.
  261.  
  262. Dal 10 settembre 2012 la nuova sede del giornale è in Via Lugaro 15 a Torino.
  263.  
  264. l 2 agosto 2014 la società editrice del quotidiano, l'«Editrice La Stampa» di John Elkann (Fiat Chrysler Automobiles), ha annunciato, in un comunicato congiunto con la «Società Edizioni e Pubblicazioni (SEP)» di Carlo Perrone, editrice de Il Secolo XIX, il progetto di fusione per incorporazione della SEP nella prima, creando così una nuova società denominata «Italiana Editrice S.p.A.», partecipata da Fiat Chrysler per il 77% e dalla famiglia Perrone per il 23%, compresa anche l'integrazione delle sussidiarie pubblicitarie e mass media, come Publikompass (di Edizioni La Stampa), Publirama e Radio19 (entrambe di SEP).
  265.  
  266. Con questa operazione, a partire dal 1º gennaio 2015, è nato un gruppo editoriale composto da 240 giornalisti (sommando le redazioni dei due quotidiani) e con una quota giornaliera di 260 000 copie vendute, alla pari degli altri maggiori gruppi editoriali, come RCS MediaGroup, editore del Corriere della Sera, e Gruppo Editoriale L'Espresso, editore de la Repubblica.
  267.  
  268. Il 5 novembre 2015 esce il nuovo settimanale Origami, pubblicato tutti i giovedì in allegato sia a La Stampa che al Secolo.
  269.  
  270. Nel 2016, Italiana Editrice S.p.A. viene acquistata dal Gruppo Editoriale L'Espresso che nel 2017, ad incorporazione effettuata, modifica la propria ragione sociale in GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. Viene costituita una nuova società, «Gedi News Network» (GNN) per la pubblicazione dei quotidiani del gruppo, tra cui La Stampa.
  271.  
  272. Dal 12 maggio 2018 il quotidiano esce in una nuova veste grafica. L'elemento più evidente è il cambiamento del tipo di carattere: il nuovo font è il Charter. Le dimensioni del testo sono leggermente più grandi. Inoltre la sezione "Cultura, società e spettacoli" è stata riunita sotto la testata "Tempi moderni", riconoscibile dall'uso del colore rosa nelle pagine. Il cambiamento è stato deciso dal nuovo editore. Nello stesso periodo il sito lastampa.it introduce la sezione «Top News», che comprende editoriali, articoli ed inchieste leggibili solo su abbonamento.
  273.  
  274. Dal 2 marzo 2020 le notizie vengono "cucinate" e pubblicate durante l'arco della giornata senza soluzione di continuità sul web (Digital First). Gli stessi articoli compaiono poi sul giornale cartaceo il giorno dopo. La Stampa è il primo quotidiano nazionale italiano ad adottare questo tipo di processo industriale di produzione dei contenuti.
  275.  
  276. Il 23 aprile 2020 Molinari lascia la direzione per assumere quella di la Repubblica; al suo posto arriva Massimo Giannini, ex direttore di Radio Capital ed ex conduttore di Ballarò su Rai 3.
  277.  
  278. La testata è diffusa soprattutto nel Nord Ovest, per la grande maggioranza in Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria, dove le redazioni locali sono tra i punti di forza principali del quotidiano. Un accordo per l'uscita in abbinamento locale con una serie di piccoli e medi quotidiani sparsi in tutto il Paese (i maggiori dei quali sono Cronache di Napoli, Corriere di Caserta, Corriere Mercantile, Corriere Romagna, Cronache del Mezzogiorno, Il Domani della Calabria, Il Domani di Bologna, L'informazione, La Voce di Mantova, Primo piano Molise e Gazzetta del Mezzogiorno), seppur risoltosi con molti di essi tra il 2004 e il 2005, ne ha favorito la diffusione in altre regioni.
  279.  
  280. ===
  281. Il Secolo XIX è un quotidiano storico di Genova, fondato il 25 aprile 1886. Si tratta di un quotidiano a diffusione nazionale, sebbene sia particolarmente letto in Liguria e nel Basso Piemonte (Novese e Ovadese). Nel 2001 è stato fra i primi giornali italiani ad adottare la stampa a colori ed è stato fino al 2014 di proprietà dell'editore Carlo Perrone.
  282.  
  283. Il Secolo XIX venne fondato a Genova il 25 aprile 1886 da Ferruccio Macola che ne fu il primo direttore. A finanziarlo fu il marchese Marcello Durazzo. Il primo numero del "Secolo" uscì nelle edicole il 25 aprile, giorno di Pasqua.
  284.  
  285. Nel 1897 il giornale venne acquisito da Ferdinando Maria Perrone, proprietario dell'Ansaldo.
  286.  
  287. Con tale acquisizione, Perrone intendeva sostenere una politica protezionistica in favore dell'allora giovane industria italiana. Con Perrone venne nominato nuovo direttore il genovese Luigi Arnaldo Vassallo (detto Gandolin, ovvero Vagabondo), uno dei più importanti giornalisti dell'epoca. E con il Vassallo il giornale raggiunse le 45 160 copie giornaliere. Il "Secolo" fu anche il primo giornale in Italia ad uscire con una foliazione di sei pagine, anziché le tradizionali quattro.
  288.  
  289. Il 10 agosto 1906, alla morte di Vassallo, successero alla guida del quotidiano Mario Fantozzi e, successivamente ancora, il genovese David Chiossone.
  290.  
  291. Nel 1946 diventò direttore Umberto Vittorio Cavassa. Persona di grande cultura, liberale, Cavassa restituì al Secolo autorevolezza e prestigio, dopo le compromissioni col fascismo. Storico direttore, Cavassa rimase alla guida del giornale per ventitré anni, fino al 1968.
  292.  
  293. Nella direzione del giornale subentrarono negli anni settanta Piero Ottone, lo stesso editore Alessandro Perrone (nipote di Ferdinando Maria) che poi lasciò la guida del quotidiano a Cesare Lanza, Michele Tito, Tommaso Giglio, Carlo Rognoni, Mario Sconcerti, Gaetano Rizzuto, Antonio Di Rosa, dal 2004 a Lanfranco Vaccari e dal 2009 a Umberto La Rocca.
  294.  
  295. Negli anni Settanta esce dal giornale la famiglia Grazioli, e il quotidiano rimane nelle mani di Cesare Brivio e Carlo Perrone. Successivamente la tedesca Passau Verlag rileva il 40 per cento della S.E.P. (Società Edizioni e Pubblicazioni), l'editrice del giornale. In seguito i tedeschi venderanno la loro quota solo a Carlo Perrone. Per questo Brivio fa causa a Perrone, perdendo però l'arbitrato.
  296.  
  297. Nel 2006 il Decimonono raggiunge i 120 anni di vita. Per celebrare il traguardo è stata lanciata la stazione radiofonica Radio 19, la cui start up è curata da Mauro Rattone. Nel maggio 2006 è stata organizzata al Palazzo Ducale di Genova una mostra dal titolo 1886-2006. Un giornale, una storia. Il Secolo XIX in 120 anni, con lo scopo di offrire un excursus nel passato ma anche nel futuro dell'informazione, fra suggestioni antiche e scenari legati ai tempi correnti.
  298.  
  299. Per ricordare la data storica, sono usciti in allegato al quotidiano una serie di inserti rievocativi del periodo storico in cui il giornale è stato osservatorio ideale della realtà italiana, sia nazionale sia locale. In occasione dei 125 anni de Il Secolo XIX, la testata ha pubblicato 5 inserti settimanali per festeggiare la data storica.
  300.  
  301. Nel gennaio 2008 Cesare Brivio Sforza comincia le trattative per la vendita del suo 30 per cento della "Sep s.p.a.", la società editrice del quotidiano "Il Secolo XIX", con "Clessidra Capital Partners". La trattativa si conclude nel dicembre 2009 con la cessione a Carlo Perrone dell'intera quota. Di conseguenza, Perrone raggiunge il controllo totale della società editrice. Intanto era avvenuto un cambio alla guida del quotidiano: in agosto era stato nominato direttore Umberto La Rocca, ex vicedirettore della Stampa.
  302.  
  303. Il 3 febbraio 2010 il Secolo XIX esce con una rinnovata veste grafica, curata da Mario Garcia. Il formato resta invariato nella larghezza, ma si accorcia in lunghezza per rendere più agevole la lettura. Non più fascicoli ripiegati uno sull'altro ma un unico fascicolo. Migliora la stampa: testi più nitidi ed omogenei, foto più brillanti: per migliorarne la lettura, il corpo dei caratteri è stato leggermente aumentato, e le foto rese più vivaci.
  304.  
  305. Il 2 agosto 2014 la Società Edizioni e Pubblicazioni (SEP) di Carlo Perrone, editrice del quotidiano, ha annunciato in un comunicato congiunto con l'Editrice La Stampa di John Elkann (Fiat Chrysler Automobiles), editrice de La Stampa, il progetto di fusione della SEP nella seconda, creando così una joint venture denominata "Italiana Editrice S.p.A.", partecipata da Fiat Chrysler Automobiles per il 77% e dalla famiglia Perrone per il 23%, compresa anche l'integrazione delle sussidiarie pubblicitarie e mass media, come Publikompass (di Ed. La Stampa), Publirama e Radio19 (entrambe di SEP). Con questa operazione, a partire dal 1º gennaio 2015, è nato un gruppo editoriale composto da 240 giornalisti tra le redazioni dei due quotidiani e con una quota giornaliera di 260 000 copie vendute, alla pari degli altri maggiori gruppi editoriali, quali RCS MediaGroup, editore del Corriere della Sera, e Gruppo Editoriale L'Espresso, editore de la Repubblica. Dal 2015 Il Secolo XIX viene stampato a Torino assieme agli altri giornali del gruppo, mentre la storica tipografia di San Biagio è stata dismessa.
  306.  
  307. Nel 2017 Italiana Editrice S.p.A. si è fusa con il Gruppo Editoriale L'Espresso per costituire il gruppo editoriale GEDI S.p.A.
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