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Laredazione

Chi sono le influencer virtuali che piacciono alla GenZ (e ai brand)

Mar 18th, 2023
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  1. Chi sono le influencer virtuali che piacciono alla GenZ (e ai brand)
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  3. di Giuliano Aluffi
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  6. Noonuri è una ragazza spigliata: vegana convinta, attivista della moda sostenibile e del sostegno all'Ucraina, ha raccolto più di 400 mila follower su Instagram che interagiscono ogni giorno con lei. Polar è una popstar indipendente seguita da 1,7 milioni di TikToker: dà voce alla ribellione della GenZ cantando e dimenandosi in mosse di danza contagiose (il suo esordio canoro, Close to you, ha oltre 9 milioni di views su YouTube) e discute di cultura pop e relazioni con i suoi follower.
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  8. Kami è una influencer dal bellissimo sorriso: ha i capelli viola e usa la sua popolarità sui social per aiutare tutti a capire meglio chi, come lei, ha la sindrome di Down. Ayayi è una giovane dai lineamenti asiatici che conta oltre un milione di follower sui social media cinesi come Weibo e si presta a photoshoot per brand prestigiosi come Prada, Louis Vuitton e Burberry.
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  10. C'è solo un piccolo particolare: tutte queste ragazze non sono persone reali, ma esempi degli oltre 220 influencer virtuali che oggi impazzano sui social: "Sono attraenti per i brand che vogliono raggiungere la iperconnessa GenZ e essere più dinamici nel lanciare campagne pubblicitarie perché, se la produzione di contenuti è tutta e solo digitale, si lavora più in fretta che con gli influencer in carne e ossa", spiega Patrik Wilkens, vice presidente di TheSoul, società che ha creato Polar. "Ci sono anche altri vantaggi: un personaggio digitale non invecchia, a meno che non lo si desideri, e quindi un brand può continuare a usarlo per anni senza perdere la connessione con l'audience di riferimento. Inoltre questo tipo di influencer può spostarsi tra le più diverse piattaforme social".
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  12. Il boom sembra alle porte - Amazon nell'ultimo mese ha investito 20 milioni di dollari in Superplastic, startup che crea appunto "personaggi sintetici" - ma non è detto che in Europa il fenomeno crescerà come in Oriente: "In Cina c'è un continuo bisogno di novità perché tutto cambia rapidamente: 15 anni fa il tasso di penetrazione di Internet non superava il 5 per cento e c'è stata un'espansione vorticosa spinta da siti di ecommerce come Tmall di Alibaba e da social come WeChat" spiega Andrew Atkinson, direttore dell'agenzia di marketing China Skinny. "Però bisogna considerare che il fascino dei virtual inluencer non è universale: al di là della GenZ non fanno ancora molta presa: Ayayi di Alibaba, la più famosa in Cina, non supera un milione di follower su Weibo (il Twitter cinese), dove gli influencer umani più seguiti hanno 20-30 volte quell'audience".
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  14. Gli idoli virtuali offrono assoluto controllo sulle loro azioni: non c'è rischio che i brand rimangano invischiati in polemiche dovute a colpi di testa o screzi estemporanei (come quello tra Fedez e Chiara Ferragni a Sanremo): "L'influencer digitale non sgarra, e questo in Cina è apprezzato soprattutto dopo l'arresto per stupro di Kris Wu, a cui è seguito il ritiro dai social di altri 30-40 grossi nomi, con danni d'immagine per le aziende sponsor" spiega Atkinson.
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  16. "Un altro vantaggio è l'ubiquità: l'influencer virtuale può essere in 20 posti diversi e fare altrettante attività contemporaneamente. Questo non significa che sia una tecnologia poco costosa: bisogna investire molto nel creare da zero un personaggio realistico, credibile e dargli una storia. Per questo oggi i maggiori influencer virtuali sono quelli creati da colossi tecnologici come Baidu e Alibaba, che li offrono alle aziende: Ayayi di Alibaba, ad esempio, promuove oltre 300 brand".
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  18. Se per ora questi persuasori artificiali sono per lo più corpi digitali realizzati con app come MetaHuman Creator e animati, per quel che riguarda contenuti e interazioni con i follower, da menti umane, qualcosa sta cambiando: "Presto, con l'intelligenza artificiale, diventeranno autonomi: un'azienda potrà fornire una breve descrizione di ciò che desidera, e il virtual influencer genererà contenuti appropriati, interagendo con i follower in modo apparentemente "umano" come fa ChatGPT" spiega Atkinson. "L'influencer virtuale che sta crescendo di più, Du Xiao Xiao di Baidu, fa sempre più ricorso all'intelligenza artificiale". "Anche il mondo del gaming vedrà crescere i virtual influencer", spiega Kelly Vero, game designer esperta di metaverso. "Oggi si passano moltissime ore giocando, ma tutto quel tempo non è ancora sfruttato al meglio dai brand".
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  20. E i virtual influencer arrivano anche in un altro mondo seguitissimo dalla GenZ, il live streaming: "Prendiamo una realtà come Kellogg's: negli Usa ha creato il canale Twitch di Tony The Tiger, dove un attore con dei sensori di motion capture, trasformato graficamente nel tigrotto simbolo della multinazionale e beniamino dei bambini, interagisce per ore con vari ospiti in diretta in modo assolutamente naturale. In Italia la startup 2Watch è all'avanguardia in questo approccio", dice Lorenzo Montagna, presidente per l'Italia dell'associazione Vrar (Virtual Reality & Augmented Reality). "Così brand che hanno un personaggio-simbolo, come l'omino Michelin, potranno valorizzarlo come vero e proprio influencer, coinvolgente e ubiquo nel metaverso".
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