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Guest User

Untitled

a guest
Nov 17th, 2019
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  1. Ciao
  2. Indovina? Sono nessuno.
  3. Lo stesso nessuno che ti scriveva in anonimo, anni fa, perché nonostante ti conoscesse a malapena, non riusciva a vederti sofferente e nel posto sbagliato.
  4. Lo stesso nessuno che anni fa scalava i grattacieli per darti quello che meritavi dopo averti solo vista, due volte.
  5. Credo tu sappia ormai chi ti stia scrivendo. Nessuno ti ferma, adesso, dal chiudere questa chat ed ignorare tutto, se vuoi. Altrimenti puoi continuare, beh, ecco qua.
  6. non pensavo dopo quello che mi hai fatto quest'estate di subire nuovamente tutto questo. Ci sono state coincidenze nell'ultimo periodo che mi hanno cambiato. Mi piacerebbe parlare con te, anche solo un'ultima volta. Ma so che non posso. Per questo ti scrivo in questo modo assurdo. Sapere se quello che mi tormenta è vero, fondato. Anche se non è il momento, se è troppo presto o se non parleremo mai più. Ero di quest'ultima idea dopo che abbiamo toccato il fondo, e probabilmente lo sei adesso ancora anche tu. Quella orribile sensazione viscerale che vorrei strapparmi da dentro al petto quando ancora mi torni in mente, diventa più forte ogni volta che provo ad andare avanti. Capirò se non vorrai, vorrà dire che mi sono sbagliato l'ennesima volta e tornerò a mettermi l'anima “in pace”; a dimenticarti, restando solo piuttosto che donare ciò che è ancora profondamente tuo ad un'altra persona. Sai, sono cambiato tantissimo, ma certe cose non mi abbandonano. Se sento di fare qualcosa la faccio e basta ad ogni costo, fregandomene delle conseguenze. Non mi importa proprio di quest'ultime, di ciò che pensano gli altri, ciò che dice la gente su come funziona la vita, su come dovrei comportarmi e su come dovrei andare avanti. E continuano a dirmi che tutto passa. Continuano a dirmi che tutto passa ma non dicono quando. Passerà nelle vene, nelle ossa, tra i contorni del mio viso, in ogni muscolo, in ogni goccia di sangue, tra i tuoi sorrisi, nelle tue lacrime, attraverso quel vuoto che continua a scavare nello stomaco. E passerà senza pietà, senza chiedermi il permesso. E passerà, e mi cambierà, ogni secondo che passa. E resisterò, e passerà. Sto avendo il mio nuovo inizio, un’altra vita. Ma nelle giornate no, in un momento di crisi, in un attimo di debolezza, continua a tornarmi solo e solamente una cosa in mente. Un segno sul cuore, una cicatrice rimarginata ma mai guarita. Il desiderio più grande, una stella cadente, il filo rosso legato tra i nostri mignoli, le striature bianche nel cielo che amavi fotografare. Un nome e un paio d’occhi. Perché alcune cose finiscono. Ma altre, semplicemente, finiscono di meno. E saranno l’eco assordante del silenzio con cui continuo a fingere che non ne sia mai valsa la pena. Vedrò la mia stessa casa bruciare, senza poter far nulla per salvarla. Mi sentirò stupido quando ascolterò le stesse vecchie canzoni, quando avrò paura del buio e ancora di più della luce, quando piangerò in mezzo alla gente con gli occhi asciutti. Ma proprio in quelle giornate no, in quei momenti di crisi, in quegli attimi di debolezza, quando vivere non mi basterà più, allora ti ricorderò. E scaverò nel passato. E farà male. Ma deve far male. Perché dimenticare è impossibile. E ricordare è il solo modo che esiste per imparare a non farlo più. Ti ricordi quando eri gelosa di ciò che scrivevo, non ti andava di condividerlo perché temevi che qualcun’altra potesse innamorarsi delle mie parole? Ci penso tante volte quando ultimamente mi metto a scrivere (anche sul mio vecchio Tumblr), e lo sto facendo un sacco di volte, la notte, da quando sono qui. Tutto sta continuando a giocarmi scherzi e probabilmente questo è uno di quelli. Arrivato a questo punto ancora non mi capacito di quello che sta succedendo adesso, di quello che sto facendo davvero. Tutto ciò è assurdo, tutto questo mi sta consumando. Mi fermo e cerco di capire se ha davvero senso, se le probabilità che anche tu solamente legga questa lettera siano abbastanza da poter arrivare fino a lì dentro, fino alla persona che 6 anni fa mi aveva promesso tutto. Come può essersi tutto spaccato nel giro di pochi mesi? Come è mai potuto accadere, se siamo sempre riusciti a tenerci insieme, se non ci siamo mai fatti mancare quel calore che ci avvolgeva quando dormivamo accanto, quei sentimenti e quella voglia di vederci ogni fottuto giorno? Non può essere stato tutto un errore. Puoi dirmi che hai sentito cose diverse e migliori da quello che sentivamo noi? Se questo è vero ed è il motivo che ti ha fatto andare via, allora cosa diavolo ci è successo per sei interi anni? Cosa cazzo era? Vorresti ancora dirmi che non era amore vero, che non era oltre il sentimento che oggi nasce e muore in modo così facile e veloce? Vorresti ancora dirmi che la nostra storia era tutta una falsa e che è finita perché non ci era rimasto più nulla da condividere, da cercare, da migliorare? Perché semplicemente non avevamo più le farfalle allo stomaco? Che eri con me solo per altri interessi? Mancava davvero pochissimo alla svolta, e tu sei andata via proprio nel momento più importante, quando stava per accadere. Io lo sapevo, ormai in te c'era quel sorriso di una che non sarebbe restata, l'ultima volta che ti ho baciata ed abbracciata dopo aver visto insieme l’ennesima alba, l’assurda colazione dopo una notte in albergo pur di sentirci al sicuro. Sapevo saresti andata via, sapevo che t’avrei cacciato io. Hai distrutto tutto nel peggiore dei modi, ma è anche vero che avevi davanti il peggior me di sempre: impaurito, triste, consapevole di ciò che avevo sempre desiderato sgretolarsi tra le mie dita e non poter fare nulla, non riuscivo a darti quello che meritavi e quando me ne sono reso conto quando poi sei tornata a chiedermi aiuto ho iniziato a riempirti di bugie, di pretesti per farti credere che avrebbe potuto funzionare e che non mi sarei innamorato di te pur di viverti solo ancora qualche settimana. Ero perso, distrutto dall’ennesimo anno di merda: dovevo tornare a comportarmi da uomo, dovevo tornare ad esserlo e mi serviva un pretesto per farlo. Ma un uomo, come ti dicevo tante volte quando eri piccola quanto le mie orecchie, perdona, ed è vento quando vola. E sto tornando a volare ma ho paura di cadere e mi manca davvero poco per finire nell'oblio se continuo a volare da solo. Sono certo ormai di vivere in un mondo che non mi appartiene, vedo il male in ogni persona, non mi fido più di nessuno dopo che l’unica a cui tenevo mi ha ferito così profondamente. Ho capito che non c’è altro oltre me stesso, che nessuno può permettersi di farmi del male, nemmeno tu: ma mi manca la reb che per anni mi ha graffiato e colpito quasi ogni mese per il suo piccolo mondo dove non trovava casa, per i suoi problemi che la affliggevano ogni giorno e dai quali scappava nelle mie grandi braccia. È proprio questo che mi uccide: perché è tornata quella parte di te che hai fatto tanto per voler cacciar via? Mi manca il tuo viso, sto iniziando a dimenticarlo e questo mi taglia le lacrime ogni volta che mi viene da piangere se ti penso. Sai, non piango più da mesi, e questo mi spaventa tantissimo ma probabilmente basterebbe un tuo segno che ci sei per farmi scoppiare. Mi manca occuparmi di te, mi manca la reb che per anni è cresciuta sulle mie spalle e che, divenuta una donna, è andata via come se fossi uno dei tanti, come se mi mancasse qualcosa, come se fossi uguale a tutti gli altri. Ma io in tutto questo non ci trovo nulla di uguale: è ancora tutto incredibilmente anormale quello che sento, quando penso che ti ho perso e come ti ho perso: hai presente quando insieme abbiamo lottato contro quelle teste di cazzo quando hai fatto l’esame? Quando ti sentivi la gola occlusa, quando non riuscivi a mangiare e quando stavi male ogni secondo e avevi bisogno di vedermi, di sentirmi. Ecco, adesso ci sto passando io con il triplo delle conseguenze e non so quanto ancora riuscirò a resistere prima di porre fine a tutto, non ci sarà una fine in questa strafottuta vita. Ma sebbene queste orribili parole che ho appena pronunciato mi spaventano tantissimo e che quel momento ormai è sempre più vicino voglio comunque che tu sia orgogliosa di me. So che lo sarai per dove sono arrivato e per i sogni che ho realizzato in poco tempo. Nonostante tutto, però, il mio più grande resti sempre tu. Sogno ancora quella casa nel nulla, un cane, dei libri, una tv con netflix, un dvd con tanti film e il cassetto di teen wolf e pll, la tua stanza solo per vestiti, profumi gioielli e scarpe, un divano enorme e una cucina piccola e carina con il the al limone, il miele, i nostri biscotti e gli ingredienti per i pancakes o per la pasta con i pomodori e i wurstel, o il cous cous. E poi, e poi voglio una vetrata gigante che affaccia su un panorama. Giuro che porterò con me questo sogno fino alla fine di tutto questo viaggio, di questa vita, comunque vada. Sto lavorando su di me, e questa assurda esperienza mi ha rivoltato dalla testa ai piedi. Mi distrugge il non poter raccontare cosa sento davvero a nessuno, credevo di poter stringere legami più forti qui: ma in realtà continua ad essere tutto finto, comprese le persone che a casa fingono di darmi quello che credono meriti. Ma io non merito loro, non merito niente più legato a quell’orribile città, se non (Hiro, Minato purtroppo non c’è più) e tutto ciò che ho lasciato in quel posticino che spero sia ancora lì, dove lo avevo tralasciato, tra la dolcezza e la voglia anche solo di dirmi “portami via da qui” ed io che istantaneamente salivo in macchina, venivo a prenderti ed insieme macinavamo chilometri, senza una destinazione. Ma ti rendi conto che io per te ho fatto tutta l’Italia? Quando mi chiedevi aiuto, quando mi scrivesti quel messaggio che appare continuamente nei miei incubi, quella notte che avevi bisogno di me e che poi cancellasti. Quando non c’era altro rifugio quando soffrivi oltre le mie braccia calde, il mio musino. Ma adesso basta incubi e basta immaturità: sto crescendo per questo, sai. Metterò da parte tutto per realizzare questo sogno, anche a costo di non averti con me in quella fatidica casa che avevamo in mente: studierò, vincerò e continuerò a crescere; non mi ferma più nulla. Sinceramente non lo voglio nemmeno sapere se tornerai o no, se ti rivedrò o se solo leggerai tutto questo. Se solo potessi anche solamente raccontarti di dove sono arrivato, di dove mi manderanno e di cosa mi faranno fare. Ti dirò solo che andrò proprio dove abbiamo sempre sognato. Sai, qui mi hanno insegnato a soffrire. Mi hanno insegnato i valori, il rispetto, l’onore. E mi sei tornata in mente tu, crescendo. Le coincidenze che mi hanno portato a scriverti credo tu le conosca già, o almeno spero che sia così: è iniziato tutto dalle ultime settimane di Ottobre quando avevo il profilo Instagram con un sacco di profili strani che guardavano le storie e mi venne in mente quella sera che andammo a Bacoli e mi dicesti che c’erano modi per vederle, su Tumblr all’improvviso mi ha seguito un account che ha condiviso solo tuoi post e che scrive continuamente coincidenze, poi quel gruppo in cui sono entrato assolutamente a caso (sempre su Tumblr) e c’eri anche tu. Non mi importa sapere cosa mi aspetta, non mi importa sapere se resterò da solo per sempre, non mi importa sapere se troverai la tua strada anche senza di me, magari l'hai già trovata e se dovesse essere così allora questo dolore inutile sarà soltanto il destino che si è divertito a giocarmi uno scherzo lungo sei anni, ormai mio inseparabile compagno di viaggio e di vita fino all'ultima fermata, con o senza di te. Ciò che mi importa davvero è solo che tu sappia che se un giorno ti tornerà in mente tutto quanto, se dovesse riapparire quella parte di te che solo io ho avuto l'orgoglio di vedere, di guardar crescere, di veder uscire fuori la donna-bambina che ho amato, saprai come trovarmi. Ma non ne sono certo, perché purtroppo ho visto fuoriuscire la vecchia te, quella di quando ci siamo conosciuti, quella sfera della tua personalità che ti apparteneva e che avevi fatto tanto per cancellarla, sopprimerla. Ho visto cose orribili, una parte che non credevo potesse appartenerti: quella che ha preferito un altro dopo l’assurdo che ci stava avvolgendo questa estate, quella che mi ha riempito di bugie e di male nel momento più complicato, quella che mi ha strappato dal petto l’ultimo pezzo della mia dignità per un’altra persona che si divertiva ad apparire e scomparire, a chiamarti troia, quella che nel momento più complicato di dolore e cattiveria nei confronti di quest’ultima senza che io sapessi nulla è corsa a piangere tra le mie braccia dove si è ripresa ed è tornata a sorridere, anche solo per una cavigliera o per chilometri in macchina con la musica giusta, qualche lacrima e nessun posto dove andare. Quella che magari ti farà cancellare questa lettera senza nemmeno leggerla. Sai, credevo di salvarti quell’orribile pomeriggio. Ho agito seguito dalla rabbia, credevo di farti del bene ma eri tu a dover scegliere: avevi già scelto due giorni prima. Hai scelto di scrivere altre bugie su bugie, di parole che non avevi mai detto, di cose che non avevi mai fatto. Evidentemente avevi già scelto lui da Marzo ma non riuscivi a mettermi da parte. Meritavo di essere messo da parte una volta e per sempre, dopo quello che mi hai fatto, se mai te ne sei resa conto. Io ti amavo davvero e credevo davvero stesse rinascendo tutto. Credevo che quello che mi davi tu, sarebbe tornato in poco tempo: credevo stessi bene pure te, credevo avessi voglia di tornare qui con me. Credevo ti mancasse tutto, ma eri troppo impegnata a sentirne altri, eri troppo impegnata a dirmi bugie, eri troppo impegnata a pensare a fare tutto quello che avevi perso in anni. Non lo so nemmeno se hai finto quando ti ho mostrato l’anello al concerto e mi sei saltata addosso, nella follia più assurda che ho fatto per te in tutta la mia vita. E di questo non t'ho mai negato nulla, anzi. Spesso ti dicevo se eri preoccupata e mi ripetevi di stare calmo, che sapevi esattamente cosa volevi dalla vita e che tutto era dentro di me. Ma poi ho avuto un calo di personalità, mi sono svuotato dopo eventi negativi e te ne sei andata via, non ti bastavo più. Perché sei tornata a Giugno? Se tutto questo non fosse successo, magari a quest'ora ero ancora qui ad aspettarti calmo, tranquillo, capace di sapere che probabilmente saresti stata con altri e non mi sarebbe importato e che se saremmo dovuti tornare sarebbe accaduto senza pensarci, se. Perché cazzo ti ho regalato quei biglietti? Ma tu questa estate hai tradito più e più volte la mia fiducia nel giro di tre mesi, e questo probabilmente non lo dimenticherò mai. E allora perché cazzo sono ancora qui a fare follie? A sognarti, a sentire la tua mancanza, a piangere e ricordare OGNI SINGOLO FOTTUTO MOMENTO. Mi manchi.. Ma non m'importa, incredibilmente non mi fa male più e la mancanza che provo è più forte del dolore che mi hai provocato. Io, adesso, così come tra un anno, o tre, o dieci, ho ancora bisogno di sapere che ci sei: e questo per adesso basta per rendermi unico, diverso dagli altri, anche se solo e tremendamente bisognoso di risentirti, orgoglioso di me e di te e di quello che avevamo costruito insieme che torna a farmi sognare ogni volta, ogni attimo che passo senza di te. Torna, ti prego. Non ci credo che non ti manca tutto questo, non credo ancora a questo fottuto anno del cazzo. Non ci credo che nei pochi momenti liberi che ho mi tornano le farfalle e nel buio della notte, quando non riesco a dormire e sento solo il freddo di queste piccole coperte in questo letto che non sa di te, mi viene voglia di scriverti così. Non ci credo che non ti tornerebbe la voglia di vedermi con ciò che indosso, adesso e come sono diventato: anche se sono passati solo pochi mesi, ho subito un cambiamento assurdo e mi sento completamente un’altra persona. Non ci credo che quando ti ho stretto la mano dopo quella terribile operazione non hai sofferto davvero e non hai capito che sarebbe iniziato il mio momento no, quello che credevo mi avessi aiutato a risolvere come avevo fatto io all’inizio di tutto, quando le parti si erano incredibilmente scambiate: come lo Yin e lo Yang, è finito come tutto è iniziato. Non ci credo che quando non ti senti bene o quando semplicemente ti svegli nella notte scoperta e infreddolita, non ti manca nessuno che ti rimbocchi le coperte o che si svegliava apposta solo per curarti o prepararti un po’ di miele e limone. Non ci credo, non posso assolutamente credere che ci siamo amati per tutto questo tempo e non abbiamo mai fatto l’amore. Ti rendi conto che siamo stati 6 anni ad aspettare quel fottuto momento che non è arrivato mai? Non ci credo che tutte queste cose rimarranno così, sospese ed appese ad un filo invisibile che sembra non spezzarsi e che allo stesso tempo potrebbe non essere più ripercorso. Non possono essere rimasti in sospeso tutti questi dubbi, queste orribili incertezze. Sono settimane che ho gli incubi, settimane che ho ricordi improvvisi, settimane che sento il tuo profumo e settimane che mi rimbombi nella testa. Stanotte ho sognato che ti strappavi via un pezzo di carne dal petto, quello che conteneva la cicatrice che non avrei mai voluto provocarti e che farà parte di te per tutta la vita. Sta succedendo qualcosa e lo sento, quella sensazione non va via. È tutto finto, sbagliato come dicevamo. Deve esserlo per forza. E se non lo è, sono sicuro che c’è sempre un modo per risolvere tutto, per poter guardarci ancora negli occhi, un modo per ritrovarci. Altrimenti non so davvero come riuscirò a vivere così, col respiro che manca ogni secondo che passa. Vorrei solo avere la possibilità di scriverti, non mi importa sapere tutto il resto, vorrei solo che eliminassi questa stupida ed inutile barriera che ci separa inutilmente. Vorrei solo poterti sentire nuovamente nel nostro assurdo modo di trovarci, siamo sempre stati legati oltre tutto. Siamo sempre stati diversi da tutto, siamo sempre andati oltre e questo messaggio è la prova che le assurde coincidenze che mi hanno avvolto da quando sono qui non sono infondate: mi hanno riempito di speranza. Spero, spero ancora che quella fottutissima collana torni al suo posto, con tutto me stesso, oltre a volerlo nonostante tutto quello che è successo. Credo che non abbandonerò mai il nostro posticino. Sai, ci sono stato tutte le volte che sono tornato da Taranto, mi sono seduto un po' accanto al nostro albero e ho fatto scorrere un po' il tramonto. E continuerò ad andarci, continuerò a prendermi cura di quell'incisione. La ricomporrò se si sfaserà con gli anni, continuerò a metterci un fiore nuovo ogni volta come ho fatto le scorse. Continuerò a suonare lì, a cantare. Ho promesso a me stesso che sarò lì ogni 14 Agosto intero da adesso fino alla fine di tutto. E ci tornerò anche questo weekend, dopo che avrò fatto il trasferimento. Dall'ultima volta che ci sono stato e ci ho lasciato un fiore è successo tutto questo: avevo promesso di tornarci un pomeriggio intero e così farò. Sarò lì sabato, dopo pranzo fino al tramonto e suonerò, probabilmente suonerò canzoni che ho conosciuto in questi mesi che mi legano così tanto ai tuoi ricordi, ma non farò mancare quelle vecchie al repertorio, tranquilla. Sono fottutamente solo, odio prendere il telefono quell’unica volta che posso al giorno e vederlo vuoto, leggere nessuna notifica. Nessuno che si importa di sapere come sto, nessuno che abbia voglia solo di chiedermi come fosse andata oggi. Sai come cercarmi in qualunque modo tu voglia, se lo vorrai. Probabilmente, eccetto miracoli, non userò più questo numero, dopo averti inviato questo messaggio. Torna. Oggi, domani, tra una settimana. Torna, e dimmi che ci sei. Torna e dimmi ciao, torna e chiedimi come stai. Torna e raccontami la tua giornata, torna e condividi con me un pensiero, un ricordo senza dover ricostruire nulla, con la massima spensieratezza e senza legarci a nulla. Non desidero altro, non lo farò, per il resto della mia vita. Da quel momento, di tutto il resto, non mi importerà più nulla. Ma ti prego non tardare. So quanto costa per te, ma cerco solo un motivo per sentirmi vivo, e quel motivo eri, sei e sarai per sempre Tu.
  7.  
  8. Buonanotte Reb, che sia l'ultima volta, o la prima: sarai sempre qui dentro, nel posto più grande.
  9.  
  10. 🐼🍫
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