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Laredazione

All’Eliseo la commedia della pace tra Roma e Parigi

Jun 21st, 2023
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  1. All’Eliseo la commedia della pace tra Roma e Parigi
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  3. All’Eliseo va in scena la commedia all’italiana dell’ennesima riappacificazione per i media di mezza Europa
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  5. di Andrea Bonanni
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  8. Sul palcoscenico dell’Eliseo va in scena la commedia all’italiana dell’ennesima riappacificazione tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron. Spettacolo gentilmente offerto ai media di mezza Europa, ma che in realtà ha come destinatari tre spettatori ben precisi: il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen e quella della sinistra italiana Elly Schlein.
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  10. Che di commedia si tratti, lo dimostra il fatto che Macron ha dovuto scomodare «i legami tra le nostre società, le nostre economie, le nostre università, i nostri artisti» per giustificare la necessità di un dialogo tra Francia e Italia che si è bruscamente interrotto con l’uscita di scena di Mario Draghi e l’arrivo di Meloni al potere. E la premier italiana ha dovuto inventarsi improbabili «sensibilità comuni» su Tunisia, Libia, migranti e difesa: tutti tavoli che vedono gli interessi italiani e francesi piuttosto divergenti.
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  12. Non è un caso che Meloni sia andata a Parigi non per invito di Macron ma per sostenere la candidatura di Roma all’Expo 2030 di fronte al Bureau International des Expositions, che vede proprio la Francia schierata a favore della candidatura saudita. Ma, come insegna McLuhan, il mezzo è il messaggio. E dunque questa commedia del volemose bene, per dirla alla Meloni, o dell’embrassons-nous alla francese, finisce per avere un valore politico intrinseco al di là delle finzioni e delle incoerenze che contiene. Se ci fosse davvero una “sensibilità comune” tra la destra italiana e i liberali francesi, la convergenza tra i due Paesi potrebbe essere molto più ampia e concreta, come ai tempi di Draghi.
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  14. Anche così, però, i due leader sembrano aver capito che gli interessi politici dell’uno e dell’altra stanno più nell’esibire buoni rapporti che nello spettacolarizzare le divergenze. Il primo destinatario del presunto idillio franco-italiano è il cancelliere tedesco Scholz. I rapporti tra Scholz e Macron sono, in questo momento, assai tesi. Quelli tra Scholz e Meloni, inesistenti. La Francia è preoccupata per la decisione tedesca di perseguire il proprio riarmo senza vincolarsi a Parigi e alla sua industria della Difesa.
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  16. Ed ecco che Macron e Meloni esibiscono il sistema anti-aereo franco-italiano Samp/T-Mamba (che Berlino ha rifiutato) appena entrato in funzione in Ucraina. L’Italia soffre la posizione rigorista della Germania sulla riforma del Patto di stabilità. Ed ecco che Macron le offre (per ora) una sponda nelle discussioni in corso a Bruxelles. Scholz sa bene che la strana coppia franco-italiana non può e non vuole costituire un “fronte del Sud” in seno alla Ue. Ma l’esibizione di un dialogo tra Parigi e Roma, per quanto posticcio, è comunque un fattore di cui il Cancelliere dovrà tenere conto, se non altro per misurare le proprie difficoltà nel comunicare con i suoi due principali partner europei. Il secondo destinatario del messaggio partito oggi dall’Eliseo è l’estrema destra francese di Marine Le Pen.
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  18. Dopo una iniziale tentazione di demonizzare il governo Meloni per esorcizzare a casa propria un possibile governo Le Pen, Macron ha capito che gli conviene perseguire una tattica opposta. In vertice di ieri è servito a dimostrare che anche la destra italiana è ansiosa di dialogare con il Presidente francese e di esibire convergenze politiche con i moderati, come nel caso del sostegno all’Ucraina, piuttosto che inseguire le polemiche interne franco-francesi sui migranti o contro l’Europa. Una presa di distanze da Le Pen che Meloni, alla ricerca di una collocazione che la rimetta in gioco dopo le elezioni europee dell’anno prossimo, gli ha concesso volentieri.
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  20. Sul fronte opposto, la pretesa riappacificazione franco-italiana serve alla premier per dimostrare di potersi sedere nei salotti buoni europei, e spuntare così un’arma che era a disposizione dell’opposizione di sinistra. Finora il Pd ha avuto gioco facile nel condannare l’isolamento italiano in Europa e nel presentarsi come l’unica forza politica in sintonia con la Ue e con le sue strategie. L’incontro di ieri non ha di fatto modificato questo stato di cose. Ma i sorrisi tra Meloni e Macron rendono più difficile dare sostanza all’immagine di una leadership italiana esclusa dall’Europa.
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  22. Quello tra l’Eliseo e Palazzo Chigi sarà anche un matrimonio da separati in casa, ma salvare le apparenze, soprattutto davanti alle rispettive opposizioni, presenta comunque qualche vantaggio per questi coniugi di circostanza.
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