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Laredazione

Biden «salvatore delle banche»

Mar 13th, 2023
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  1. 13 marzo 2023 - 14:15
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  3. Biden «salvatore delle banche»: tutte le implicazioni del crac Silicon Valley Bank
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  5. di Federico Rampini
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  9. Le crisi sono fatte così, arrivano al buio, quando meno te le aspetti, quando pensi di doverti occupare di tutt’altro. La nuova missione di Joe Biden si è imposta all’improvviso nell’agenda di questo presidente. E sta cambiando di ora in ora. Venerdì era: «Salvare la Silicon Valley». Nel corso del weekend si è trasformata in: «Salvare il sistema bancario». E lunedì, alle 8 ora di Washington, quella missione è diventata esplicita: «Il sistema è sicuro; nessuna perdita sarà a carico dei clienti; inutile correre a ritirare i risparmi; chiederò al Congresso e ai regolatori delle norme più rigide».
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  11. L’Ucraina, la Cina, l’inflazione, l’immigrazione, ogni altro dossier passa in secondo piano di fronte all’emergenza creata con il crac della Silicon Valley Banka cui ne è seguito un altro, della Signature Bank di New York. Due fallimenti bancari nel giro di 48 ore.
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  13. Evocare la grande crisi finanziaria del 2008 per adesso è prematuro, le differenze sono sostanziali. Però il governo e la banca centrale preferiscono non correre rischi. I loro interventi colpiscono per la rapidità e anche la generosità. Perfino eccessiva? Di sicuro non mancheranno le ricadute politiche.
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  16. La rapidità e la generosità (sospette?)
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  18. Rapidità. La reazione all’insolvenza della Silicon Valley Bank (SVB) è stata tempestiva. L’azienda di credito è stata messa sotto il controllo dell’agenzia federale che assicura i depositi, la FDIC. Ai sensi della legge, e del suo mandato, la FDIC è tenuta a proteggere solo i depositanti medio-piccoli: garantisce il rimborso di tutti i conti bancari fino al valore di 250.000 dollari. Dietro questo limite c’è una scelta «etica» che ha radici antiche: mentre il vasto pubblico dei risparmiatori e anche dei micro-operatori economici è generalmente la vittima ignara delle banche mal gestite, e quindi merita una protezione a spese della collettività (cioè del contribuente), i grossi clienti delle banche hanno gli strumenti per identificare gli errori del management e quindi sono in una certa misura corresponsabili dei crac, o quantomeno meritano di pagare un prezzo per la loro imprudenza.
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  20. In questo caso però la filosofia detta del «moral hazard» è stata abbandonata precipitosamente. Già nel corso del weekend, a mercati chiusi, le autorità americane hanno fatto sapere che con i soldi della FDIC rimborseranno tutti i clienti, anche quelli che alla SVB avevano affidato milioni o perfino centinaia di milioni. Del resto la stragrande maggioranza dei clienti di quella banca aveva conti molto superiori ai 250.000 dollari.
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  22. Quella banca non aveva una clientela di piccoli risparmiatori bensì di imprese, le tipiche start-up tecnologiche e innovative che formano il tessuto economico della Silicon Valley californiana. Con il fallimento della banca rischiavano di fallire anche molte di quelle start-up. Già alcune avevano smesso di pagare i dipendenti e i fornitori, visto che tutta la loro liquidità era sui conti SVB.
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  24. Lo strappo al principio per cui i clienti ricchi non vanno protetti al 100% come i piccoli risparmiatori, sta già sollevando critiche da parte di chi sospetta un movente politico: il tessuto imprenditoriale della Silicon Valley è di sinistra, vota democratico e finanzia il partito di Biden, è all’avanguardia in tutte le crociate del politicamente corretto, dall’ambientalismo radicale alla promozione delle minoranze etniche all’agenda transgender. Sul terreno economico le start-up in teoria proclamano la loro fede nella «distruzione creatrice», il principio per cui la vitalità del capitalismo viene esaltata anche dalla selezione spietata dei fallimenti. In questo caso però la distruzione creatrice (espressione legata al pensiero dell’economista Joseph Schumpeter) è stata accantonata dall’intervento salvifico della mano pubblica, a spese di tutti i contribuenti americani.
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  27. Il timori dell’effetto-contagio
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  29. C’è però una giustificazione dietro lo strappo alla regola. Biden, la sua segretaria al Tesoro Janet Yellen (che è anche una ex banchiera centrale), il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, hanno avuto ragione di temere un effetto contagio. Il fallimento di una seconda banca nel weekend, la Signature Bank di New York, ha confermato questo timore. La decisione di rimborsare tutti i clienti di ambedue le banche vuole mandare un messaggio rassicurante all’intero sistema. La potenza delle autorità pubbliche americane, Tesoro e banca centrale viene dispiegata per fare argine contro le ondate di panico. L’annuncio del rimborso totale non ha neppure aspettato la conclusione dell’asta per la vendita di SVB. Poteva essere il futuro acquirente di questa banca a farsi carico di onorare tutti gli impegni con la clientela. Ma nell’attesa che si materializzi questo acquirente (per ora ce n’è uno soltanto per la filiale inglese della SVB, che è stata comprata da HSBC) c’era il rischio del panico. Cioè la corsa a svuotare i conti correnti, un fenomeno di «psicologia delle masse» contro il quale nessuna banca è veramente invulnerabile.
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  31. Le banche non hanno mai in cassa abbastanza liquidità per rimborsare tutti i depositanti se tutti simultaneamente vogliono svuotare i conti: il mestiere delle banche consiste nel prestarli a lungo termine, quei soldi.
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  34. Le differenze con il 2008
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  36. Le differenze con il 2008 per adesso sono sostanziali. La banca Lehman era un peso massimo di Wall Street mentre la SVB aveva dimensioni medie, era la 16esima delle banche di deposito americane. La stazza è purtuttavia ragguardevole, quello della SVB è il secondo fallimento bancario per volume di depositi nella storia degli Stati Uniti.
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  38. Lehman fu affondata da scommesse azzardate, e spesso anche illegali, su strumenti della «finanza tossica» come i titoli derivati, forme di assicurazione e di speculazione legate a mutui immobiliari concessi a una clientela scadente, ad alto rischio di insolvenza. La storia della SVB è molto diversa, più lineare e a prima vista più onesta: i depositi dei clienti li investiva in parte in titoli del Tesoro (oltre che in prestiti alle stesse start-up). I titoli del Tesoro Usa sono l’investimento più sicuro al mondo, sono agli antipodi rispetto alla finanza tossica di Lehman. Però anche i titoli del Tesoro hanno una caratteristica universale, sotto ogni latitudine e in ogni epoca storica: il loro valore capitale scende quando i tassi salgono. Il valore capitale di un titolo viene commisurato ai tassi d’interesse correnti. Un titolo emesso anni fa quando il Tesoro dava interessi del 2%, perde valore se oggi i rendimenti sono del 3%. È così che la massa dei titoli nel bilancio della SVB hanno perso valore.
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  40. Nel frattempo la banca era stata trascinata a concedere troppi prestiti, durante il boom di Big Tech negli anni della pandemia. La sua vicenda è quindi figlia di due eccessi: da una parte la lunga stagione di politica monetaria accomodante che aveva schiacciato i tassi vicino allo zero; dall’altro la bolla di Big Tech che aveva arricchito la Silicon Valley durante la pandemia (quando tutta la nostra vita si svolgeva «in remoto», a beneficio del settore digitale).
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  42. L’inversione di tendenza è stata brutale, con la ripresa post-pandemia è esplosa l’inflazione, la Federal Reserve ha dovuto alzare i tassi, ha «bucato» la bolla di Big Tech.
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  44. Alla luce di queste cause generali, il trio Biden-Powell-Yellen non può escludere che altre banche facciano la fine della SVB.
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  46. In Borsa le cadute più pesanti hanno colpito i titoli delle cosiddette «banche regionali», che hanno caratteristiche simili alla SVB. In quanto alla Signature Bank di New York, l’altra banca fallita nel weekend, la sua attività era legata al mercato immobiliare (oggi in sofferenza) nonché alle criptovalute, la cui febbre speculativa è stata un fenomeno collaterale alla bolla Big Tech.
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  49. Il messaggio (rassicurante) del Tesoro
  50. La decisione di assicurare i depositi di tutti i clienti, anche grossi, vuole trasmettere il seguente messaggio: se temete che la vostra banca sia fragile, è inutile che vi precipitiate a prosciugare i conti, perché i vostri soldi sono comunque al sicuro grazie allo Stato. I colossi di Wall Street, le mega-banche, dovrebbero essere meno esposte: a loro si applicano requisiti di solidità capitale più severi, un’eredità del 2008.
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  52. Su questo si è già innestata una polemica politica. Le regole prudenziali varate dopo il 2008 inizialmente si applicavano anche ad una banca come la SVB, poi l’Amministrazione Trump le ha rilassate al di sotto di una certa dimensione. Forse era meglio non farlo. Però gli stessi ambienti finanziari della Silicon Valley avevano esercitato un’intensa pressione lobbistica a Washington perché quelle regole venissero rilassate.
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  54. Altre polemiche politiche sono in arrivo. È prevedibile che saranno soprattutto i repubblicani a contestare la generosità con cui Biden salva tutti, anche i ricchi, a spese del contribuente. Nel 2008 fu proprio questa protesta a far nascere il Tea Party, movimento populista di destra che contestò i maxi-salvataggi e prese le difese del ceto medio che paga le tasse: fu il segnale precursore dell’ascesa politica di Donald Trump.
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  56. Prima ancora della resa dei conti sul terreno politico, l’azione di Biden-Powell-Yellen verrà giudicata dai mercati e dai depositanti: il primo test deve dirci se funziona l’argine anti-panico.
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  58. Un’ultima notazione riguarda la geopolitica globale: un’altra ricaduta del 2008 fu che i dirigenti del partito comunista cinese si convinsero della superiorità del modello statalista e dirigista, cominciarono a teorizzarla apertamente, e Pechino cominciò a vedere il capitalismo americano come afflitto da un declino irreversibile.
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