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Laredazione

La Grecia ha pagato i suoi debiti

Sep 18th, 2023
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  1. La Grecia ha pagato i suoi debiti
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  3. I titoli di Stato di Atene abbandonano il livello “spazzatura” e sono ormai pienamente riabilitati agli occhi degli investitori. Ma a quale prezzo sociale?
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  5. di Tonia Mastrobuoni
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  8. Per la Grecia è stata un’estate orribile. Mostruosi incendi hanno lambito Atene, uccidendo diciotto migranti e hanno scatenato ronde di neofascisti che hanno dato la caccia ad alti migranti, accusati ingiustamente di aver appiccato i fuochi. Subito dopo, il ciclone Daniel ha devastato ampie parti della Tessaglia, trasformando l’intera regione in un gigantesco lago e costringendo migliaia di cittadini ad abbandonare le loro case. Se qualcuno avesse ancora dubbi sui cambiamenti climatici in corso dovrebbe solo rivolgere lo sguardo a ciò che è accaduto quest’estate nel Paese guidato da Kyriakos Mitsotakis.
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  10. E i danni, per il Paese finito poco più di dieci anni fa sull’orlo del fallimento, sono enormi. In questo quadro drammatico, una sola notizia è riuscita a creare un po’ di sollievo: quella dell’upgrade del giudizio sul debito da parte dell’agenzia di rating DBRS. Di fatto, ha assegnato una tripla B alla Grecia, sollevandola per la prima volta dalla classe “spazzatura” dov’era finita da un pezzo. La crisi del debito del 2010 aveva buttato Atene fuori dal mercato dei bond fino al 2018, quando i titoli si erano riaffacciati sui mercati, ma con l’etichetta più bassa: “junk”.
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  12. In realtà, se è vero che alla Grecia costava ancora caro vendere i suoi bond agli investitori (in pratica, finanziare il suo debito), è vero anche che sul mercato venivano già trattati, di fatto, come quelli di altri Paesi classificati come “investment”. Tanto che mentre i rendimenti sui titoli decennali greci valgono il 4%, quelli italiani sono al momento più onerosi, sfiorano il 4,4%. I mercati ritengono il debito di Atene meno a rischio di quello di Roma. Nelle motivazioni per l’importante promozione dei suoi bond, si legge come DBRS ritenga che Atene abbia ottenuto risultati «impressionanti» nel risanamento dei conti pubblici e osserva che «le autorità greche si sono impegnate nel rispetto del rigore sui conti, garantendo una curva in discesa al suo debito».
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  14. L’avanzo primario, dunque la differenza tra entrate e uscite dello Stato al netto degli interessi sul debito, sarà dell’1,1% quest’anno e del 2,1% l’anno prossimo. Il debito vale ancora il 171% del Pil, è il più alto dell’eurozona, ma il Paese cresce a ritmi sostenuti. L’agenzia DBRS non è una delle “tre sorelle” che dominano il mercato dei rating da decenni - Standard&Poor’s, Moody’s e Fitch - ma è importante, ad esempio, perché ufficialmente riconosciuta dalla Banca centrale europea.
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  16. I titoli ellenici potranno essere di nuovo negoziati come collaterale - un beneficio anche per le banche - e inseriti nei programmi di acquisti di Francoforte dei bond sovrani, che negli ultimi anni hanno contribuito spesso a proteggere i Paesi più vulnerabili - Italia in testa - dalle tempeste sui mercati. Per il governo conservatore retto da Kyriakos Mitsotakis, un risultato importante. Ma quello della Grecia è stato un viaggio dolorosissimo e tumultuoso, in un decennio governi socialisti e di sinistra si sono dovuti piegare a programmi draconiani di risanamento che hanno distrutto la classe media. Per il consigliere economico del premier Alex Patelis «la promozione della Grecia a ‘investment grade’ è come un via libera, ci consente di metterci anni di crisi alle spalle».
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  18. E ha aggiunto «ma non c’è spazio per autocompiacimenti. Lavoreremo duro per rimanere all’altezza delle aspettative». E il ministro delle Finanze, Kostis Hatzidakis, ha aggiunto che «in un momento in cui i nostri pensieri sono con le famiglie delle vittime dei disastri naturali senza precedenti» che hanno colpito la Grecia, è una notizia «che segna un importante novità per il nostro Paese». L’anno scorso era stata un’altra notizia a segnalare la fine della tragica era delle “lacrime e sangue”. La troika, la temuta pattuglia di esperti della Bce, della Commissione europea e del Fmi che aveva monitorato il percorso di risanamento di Atene dallo scoppio della crisi del debito e l’avvio dei salvataggi europei, aveva lasciato il Paese. La Commissione europea aveva fatto sapere di ritenere «molto ridotto ormai il rischio di effetti contagio sulle economie europee».
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  20. E i guardiani della correzione draconiana se n’erano andati. Ma la crisi greca è lungi dall’essere finita. Nel 2010, quando venne fuori il colossale buco nei conti pubblici, la prima reazione alle richieste dell’Europa, Germania in testa, di correzione dei conti indusse l’allora governo del Pasok guidato da George Papandreou a tagliare anzitutto stipendi e pensioni per arginare la spesa pubblica fuori controllo. Anche le drastiche correzioni successive sono riuscite a riportare la Grecia sulla traiettoria giusta, dal punto di vista delle finanze pubbliche.
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  22. Il risultato, però, è stato anche uno scivolamento collettivo dei greci verso la povertà. Chi lo ha scritto in modo molto esplicito è l’Ocse. «L’intera classe media, in Grecia, è scivolata verso la povertà», ha scritto nero su bianco in un rapporto recente. Ed è stato uno smottamento che ha solamente arricchito il 10% più ricco - inclusi i soliti armatori e oligarchi che sembrano da sempre intoccabili. Nei primi anni della troika, il Pil ellenico era crollato di un quarto. Quando era scoppiata la crisi, la Grecia era in realtà uno Stato al collasso, con un’evasione fiscale tra le più alte in Europa, una curva pensionistica insostenibile e una spesa fuori controllo.
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  24. Ma le correzioni sono state applicate con troppa fretta e hanno colpito trasversalmente e duramente la popolazione, provocando anche l’esodo di centinaia di migliaia di giovani all’estero. Il Pil greco è ancora oggi circa un settimo più basso di quello pre-crisi. La strada, per il popolo greco, è ancora in salita.
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