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Laredazione

Anche l’Fmi preoccupato per i ritardi “Senza il Recovery crescita a rischio”

May 27th, 2023
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  1. Anche l’Fmi preoccupato per i ritardi “Senza il Recovery crescita a rischio”
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  3. di Paolo Mastrolilli
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  6. Non sprecate le risorse del Pnrr e tagliate il debito. Sono molto chiare le esortazioni lanciate all’Italia dal Fondo Monetario Internazionale, con la pubblicazione delle sue conclusioni sulle consultazioni annuali Article IV. L’Fmi elogia Roma per come ha gestito il momento difficile seguito al Covid e l’instabilità geopolitica, notando la crescita del 3,7% nel 2022 e dell’1,8% nel primo trimestre del 2023. Prevede un’ulteriore espansione dell’1,1% nel 2023 e nel 2024, allineandosi alle ultime stime europee, e quindi non ha una visione negativa del futuro per il nostro paese.
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  8. Nello stesso tempo, però, il Fondo avverte che la situazione resta complicata: «Anche se sorprese positive sono possibili nel breve termine, i rischi al ribasso dominano l’outlook di crescita. Politiche che rallentato la riduzione del debito, o prolungati ritardi nel ricevere i versamenti di NextGenerationEU, potrebbero aumentare i timori di finanziamento. Uno stallo nell’implementazione del Pnrr potrebbe indebolire le prospettive future di produttività». Il messaggio dunque è chiaro. L’Italia ha retto bene alla crisi, ma se non sfruttasse a dovere le risorse messe a disposizione dell’Europa per rilanciare il paese e adeguare ai tempi le sue infrastrutture, perderebbe un’occasione storica di rinnovamento e metterebbe a rischio il futuro della propria economia.
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  10. Quanto ai conti dello Stato, «l’elevato debito pubblico rimane un problema», e tenendo in considerazione «le più stringenti condizioni finanziarie, risparmiare le entrate inaspettate dall’inflazione e dalle modifiche contabili è consigliabile». Perciò «un credibile piano di riduzione del debito di medio termine mitigherebbe ulteriormente i rischi». Il ministro dell’Economia Giorgetti, rispondendo a stretto giro dal Festival di Trento, ha notato che l’aumento del nostro debito è nato per «reagire a shock che avevano origini esterne. Ora si tratta di affrontarlo. Lo stiamo riducendo, è un impegno che fa parte delle nostre responsabilità e lo faremo. In settimana è stata qui la delegazione del Fondo monetario internazionale che ovviamente ci ha chiesto anch’essa questo tipo di azione».
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  12. Meno chiara, però, resta la posizione sul Pnrr. Il governo ha detto in varie occasioni che intende cambiare il suo impianto, ma non ha ancora chiarito come. Nello stesso tempo continua a puntare i piedi sul Mes. Tutto questo preoccupa le istituzioni finanziarie internazionali, ma anche alleati dell’Italia come gli Stati Uniti, perché temono che rischi di compromettere la nostra economia.
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