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- Ne converremo che i pensieri per uscirti dalla testa richiedono a loro volta una forma costruita su innumerevoli congetture.
- E così mi viene da pensare che il verbo di per sé sia uno strumento rudimentale e privativo.
- Non c'è uomo realmente più intelligente da potersi elevare sopra agli altri fintanto che nella creazione universale siamo stati dotati tutti della stessa abilità di partezza.
- L'ambiente in cui varie possibilità possono essere intraprese gioca un ruolo essenziale nel fare emergere le differenze.
- Perché è la differenza a mio avviso la vera forza. Se tutti fossimo plasmati con lo stampino l'umanità equivalrebbe ad un esperimento fallimentare.
- A questo punto si arriva presto a constatare che l'ideologia di un'unica matrice che avrebbe creato la vita a sua immagine e somiglianza è anch'essa una
- congettura che non porta altro che all'uccisione fra propri simili.
- Non direttamente si intende. Ma così come l'esigenza di 'essere' nella propria unicità si scontra con il principio di un' uguaglianza forzata e tirannica
- si è finito per plasmare l'idea di 'peccato' per porre un freno alle menti che iniziavano a vagare deliberatamente secondo la propria personale traiettoria.
- A questo punto ho capito perché questo sedicente Lucifero sarebbe il capro espiatorio dell'umanità. In quanto, dove nel disegno di un ordine che
- stabilisce nel peccato un'azione abbietta per la quale è necessario fare ammenda, siamo tutti responsabili di esortare il prossimo a seguire la strada della virtù.
- Lucifero è la testimonianza di colui che per primo ha iniziato a pensare con la propria testa e ha fatto breccia in un contesto che doveva essere inteso a rasentare
- il perfetto connubio delle virtù e dell'ordine insovvertibile.
- In questo consiste sostanzialemente la differenza tra Satana, tentatore e punitore necessario al fine di mantenere un equilibrio dualistico, e Lucifero, modello del peccato
- primordiale e della creatura bramosa di divincolarsi che ha finito per ribellarsi al suo creatore. Nonchè unico comune denominatore di abbiettitudine, quindi capro espiatorio,
- recidivo nel peccato e additato e represso da coloro che dovrebbero essere i fantomatici giusti che seguono le virtù.
- E ancora, Satana, modello di giustizia neutrale ed inflessibile che esiste per mettere sotto torchio coloro nel cui cuore si instilla il peccato e provare così la loro fede.
- Controparte del divino, che rappresenta la sua ira funesta e fa le veci fondamentalmente del 'poliziotto cattivo'.
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