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Laredazione

Autostrade, la pesante eredità che Draghi lascia a Meloni

Oct 21st, 2022
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  1.  
  2. Autostrade, la pesante eredità che Draghi lascia a Meloni
  3.  
  4. di GIORGIO MELETTI
  5.  
  6. Il nascente governo Meloni eredita una gestione opaca della vicenda di
  7. Autostrade per l’Italia (Aspi) con i suoi risultati sconcertanti. E con una
  8. conseguenza politica di non poco conto. Il partito della premier in
  9. pectore, Fratelli d’Italia, è quello che ha sempre denunciato con toni
  10. piuttosto accesi la gestione dell’a are, condotta in perfetta continuità
  11. dal governo Conte II e dal governo Draghi. Ma adesso a mettere le mani
  12. sul dossier potrebbero essere i nuovi ministri dell’Economia (Giancarlo
  13. Giorgetti) e delle Infrastrutture (Matteo Salvini), cioè le due punte di
  14. lancia della Lega, il partito che, dal governo e dall’opposizione, ha
  15. sempre strenuamente difeso gli interessi della famiglia Benetton. Grande
  16. è dunque la curiosità di scoprire quale linea assumerà il nuovo governo
  17. su un pasticcio foriero di gravi danni all’interesse pubblico, inteso non
  18. solo in termini di denaro dei contribuenti ma anche, anzi soprattutto, in
  19. termini di gestione e di sicurezza di un’infrastruttura fondamentale:
  20. Aspi gestisce più della metà della rete autostradale italiana.
  21.  
  22. Da Conte a Draghi.
  23. In estrema sintesi la questione è la seguente. Il
  24. governo Conte II (giallorosso), dopo il crollo del ponte Morandi, ha scelto
  25. di risolvere la questione autostradale “graziando“ Atlantia, la holding
  26. controllata dai Benetton, sulla revoca della concessione di Aspi, pure
  27. considerata unanimemente la sanzione automatica dopo il “grave
  28. inadempimento“ di aver fatto venire giù il viadotto sul fiume Polcevera
  29. provocando 43 morti. Ha scelto di risolvere la cosa imponendo ai
  30. Benetton la nazionalizzazione delle autostrade, attraverso la vendita alla
  31. Cassa depositi e prestiti (Cdp), sia pure a prezzo pieno. Il governo Draghi
  32. ha preso in mano la compravendita di Aspi e l’ha gestita per 15 mesi (dal
  33. giorno del giuramento, 13 febbraio 2021, alla firma del contratto
  34. definitivo, 5 maggio 2022). Con un risultato paradossale che ha ribaltato
  35. le premesse di Conte. Il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera
  36. ha scritto, per spiegare alla Corte dei conti i termini esatti
  37. dell’operazione, che Cdp non è lo stato, anzi è una società di diritto
  38. privato «che svolge attività imprenditoriale nel rispetto del principio
  39. dell’investitore privato operante in un’economia di mercato». Quindi
  40. Conte parte per rinazionalizzare le autostrade e Draghi le riprivatizza.
  41. Con modalità sconcertanti: il 3 maggio 2022, due giorni prima della
  42. firma definitiva della compravendita, Cdp firma i patti parasociali con i
  43. fondi Blackstone e Macquarie, con cui concede ai soci di minoranza un
  44. sostanziale diritto di veto su ogni delibera del consiglio di
  45.  
  46.  
  47. amministrazione di Aspi, nel quale peraltro il socio pubblico ha solo 6
  48. rappresentanti su 14 consiglieri.
  49.  
  50. Comanda il profitto.
  51. L’implicazione pratica di quello che può sembrare
  52. un dettaglio appassionante solo per gli addetti ai lavori è molto grave.
  53. Un’operazione finalizzata, nelle promesse, a dare ad Aspi un azionariato
  54. stabile, responsabile e finalmente focalizzato sugli investimenti per la
  55. manutenzione e la sicurezza della rete, ha consegnato Aspi a un
  56. azionariato che ha come obiettivo il profitto. Non è un’insinuazione, né
  57. un processo alle intenzioni: perseguire il massimo profitto è un loro
  58. dovere, è scritto negli statuti dei nuovi azionisti di Aspi, ed è confermato
  59. dalle loro mosse nei primi cinque mesi di gestione. Sarebbe stato compito
  60. dello stato tenerli a distanza da un’infrastruttura pubblica così delicata.
  61. Il 16 aprile 2021 Mario Draghi, rispondendo a una domanda durante una
  62. conferenza stampa a palazzo Chigi, ha detto: sulla questione Cdp-Aspi
  63. «non intervengo e non discuto perché c’è una trattativa in corso, fondata
  64. sull’o erta preparata dal governo precedente. Vediamo come va a
  65. finire». Che la trattativa in corso fosse fondata sull’o erta preparata dal
  66. governo precedente non era vero. Lo stesso Rivera spiegherà in seguito
  67. alla Corte dei conti che il governo con l’acquisto di Aspi da parte di Cdp
  68. non c’entra niente: «Il consorzio acquirente
  69. (Cdp-Blackstone-Macquarie, ndr) è un soggetto interamente privato e
  70. pertanto le valutazioni del consorzio circa il valore di Aspi sono
  71. irrilevanti per l’Amministrazione che a esse è, infatti, rimasta estranea».
  72.  
  73. La firma di Draghi.
  74. Quindi, dice Rivera, il governo non c’entra niente con
  75. la trattativa per l’acquisto di Aspi, ma se c’è entrato è stato Draghi, e non
  76. Conte, a “preparare l’o erta“. Infatti, sotto il governo Conte, Cdp ha
  77. avanzato qualche o erta “non vincolante“ (l’ultima il 23 dicembre
  78. 2020). Ma è con il governo Draghi che la trattativa accelera. Il 13 febbraio
  79. 2021 Draghi si insedia, il 24 febbraio Cdp e i suoi soci presentano ad
  80. Atlantia la prima o erta vincolante, cioè vera, concreta, impegnativa:
  81. prima erano chiacchiere. Il 26 febbraio, due giorni dopo, Atlantia dice che
  82. l’o erta non le piace, è inferiore alle attese. Dopo un altro mese di
  83. a namenti, il 31 marzo Cdp presenta una nuova o erta vincolante,
  84. quella che sarà accettata da Atlantia.
  85. In quelle prime settimane del governo Draghi accade una cosa che, con il
  86. senno di poi, illumina di luce solare la catena di errori che ha portato ai
  87. risultati oggi sotto gli occhi di tutti. Il 23 febbraio, alla vigilia dell’o erta
  88. vincolante di Cdp, scende in campo l’Istituto Bruno Leoni, santuario del
  89. liberismo, che considera la partita ancora apertissima e dipendente dalle
  90. decisioni del nuovo governo: «La gestione del dossier sarà uno dei primi
  91. banchi di prova su cui potremo misurare se e quanto il governo Draghi si
  92.  
  93.  
  94. pone in discontinuità con l’esecutivo precedente». Pochi giorni dopo, il 7
  95. aprile, una settimana prima che Draghi faccia finta di non saperne
  96. niente, scendono in campo Franco Debenedetti, presidente del Bruno
  97. Leoni, e il direttore delle ricerche Carlo Stagnaro.
  98.  
  99. I due pongono a Draghi una questione sensata. Se proprio volevi
  100. nazionalizzare era meglio che fosse il Tesoro a comprarsi il 100 per cento
  101. di Aspi, ne rimettesse a posto le regole, ne ridimensionasse i privilegi e
  102. poi riassegnasse a privati la concessione con regole nuove, meno
  103. scandalose di quelle che sono state concesse ai Benetton per due decenni.
  104. Solo una vera nazionalizzazione, dicono, garantisce una riforma
  105. profonda realizzabile senza l’ostacolo di un azionista privato che
  106. minaccia il contenzioso. Al contrario, la finta nazionalizzazione,
  107. consistente nel passaggio da un privato avido ad altri privati almeno
  108. ugualmente avidi, renderà eterne le distorsioni del sistema che tendono a
  109. perpetuare alti pedaggi e bassa manutenzione. Vale la pena di riportare il
  110. nucleo del ragionamento di Debenedetti e Stagnaro: «Questa revisione,
  111. oggi improbabile perché Aspi potrebbe impugnarla con ottime
  112. probabilità di successo e andrebbe comunque negoziata, appare
  113. addirittura impossibile nel caso in cui subentrasse la cordata
  114. Cdp-Blackstone-Macquarie.
  115.  
  116. Infatti, la Cdp agisce de facto a nome del governo, ma formalmente
  117. interviene non con risorse pubbliche, bensì con i soldi dei correntisti
  118. postali: di fronte a una riforma che taglia la redditività del suo
  119. investimento, e quindi comporta una perdita in bilancio, non potrebbe
  120. far altro che opporsi. Né potrebbero agire diversamente i suoi partner o
  121. eventuali altri investitori istituzionali selezionati dalla Cdp»
  122. Tocca alla Lega. Questo è il nodo che spetterà a Salvini e Giorgetti
  123. sciogliere. Il governo Conte ha stabilito una cosa assai opinabile, cioè che
  124. revocare la concessione ai Benetton «per grave inadempimento» fosse
  125. molto rischioso. E che dunque era meglio andare verso una contorta
  126. transazione tra il concedente (il ministero delle Infrastrutture) e il
  127. concessionario (Aspi) per una soluzione negoziata del caso Morandi,
  128. accompagnata però dalla vendita di Aspi allo stato. Lo stato ha subito
  129. individuato in Cdp il compratore per suo conto, salvo poi sostenere che
  130. Cdp con lo stato non c’entra niente. Ma soprattutto ha individuato, e
  131. nessuno ha mai spiegato perché, nei fondi Blackstone e Macquarie i soci
  132. che dovevano accompagnare Cdp nell’operazione.
  133. Atlantia ha sempre detto e scritto che considerava questa decisione del
  134. governo una prepotenza. Quando ha cercato di raccogliere altre o erte
  135. per vendere Aspi a prezzo maggiore lo stato è intervenuto per bloccare
  136.  
  137.  
  138. tutto, anche per le vie brevi, con colloqui privati e telefonate abbastanza
  139. ineleganti, per così dire. Ma alla fine i Benetton hanno ceduto,
  140. limitandosi a controllare che il prezzo di vendita fosse soddisfacente e
  141. che l’operazione per loro si chiudesse con un guadagno che, per piccolo
  142. che fosse, era sempre una sanzione accettabile per aver provocato il
  143. crollo del Morandi e 43 morti. Questa è la domanda a cui il nuovo governo
  144. dovrà rispondere: visto che, minacciando la revoca della concessione, il
  145. governo Draghi poteva imporre qualsiasi cosa ad Atlantia, perché non ha
  146. davvero nazionalizzato Aspi comprandola come Tesoro e l’ha consegnata
  147. agli interessi privati di Blackstone e Macquarie che promettono di essere
  148. non meno avidi dei Benetton? L’unica possibile spiegazione è che la
  149. burocrazia (gli stessi uomini con Conte e con Draghi) avesse
  150. apparecchiato una situazione formalmente aperta ma sostanzialmente
  151. irreversibile. Ma questo è un altro capitolo del giallo.
  152.  
  153. Domani - 21/10/2022
  154. Aspi gestisce più della metà della rete autostradale italiana.
  155. Da Conte a Draghi. In estrema sintesi la questione è la seguente. Il
  156. governo Conte II (giallorosso), dopo il crollo del ponte Morandi, ha scelto
  157. di risolvere la questione autostradale “graziando“ Atlantia, la holding
  158. controllata dai Benetton, sulla revoca della concessione di Aspi, pure
  159. considerata unanimemente la sanzione automatica dopo il “grave
  160. inadempimento“ di aver fatto venire giù il viadotto sul fiume Polcevera
  161. provocando 43 morti. Ha scelto di risolvere la cosa imponendo ai
  162. Benetton la nazionalizzazione delle autostrade, attraverso la vendita alla
  163. Cassa depositi e prestiti (Cdp), sia pure a prezzo pieno. Il governo Draghi
  164. ha preso in mano la compravendita di Aspi e l’ha gestita per 15 mesi (dal
  165. giorno del giuramento, 13 febbraio 2021, alla firma del contratto
  166. definitivo, 5 maggio 2022). Con un risultato paradossale che ha ribaltato
  167. le premesse di Conte. Il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera
  168. ha scritto, per spiegare alla Corte dei conti i termini esatti
  169. dell’operazione, che Cdp non è lo stato, anzi è una società di diritto
  170. privato «che svolge attività imprenditoriale nel rispetto del principio
  171. dell’investitore privato operante in un’economia di mercato». Quindi
  172. Conte parte per rinazionalizzare le autostrade e Draghi le riprivatizza.
  173. Con modalità sconcertanti: il 3 maggio 2022, due giorni prima della
  174. firma definitiva della compravendita, Cdp firma i patti parasociali con i
  175. fondi Blackstone e Macquarie, con cui concede ai soci di minoranza un
  176. sostanziale diritto di veto su ogni delibera del consiglio di
  177.  
  178.  
  179. amministrazione di Aspi, nel quale peraltro il socio pubblico ha solo 6
  180. rappresentanti su 14 consiglieri.
  181.  
  182. Comanda il profitto. L’implicazione pratica di quello che può sembrare
  183. un dettaglio appassionante solo per gli addetti ai lavori è molto grave.
  184. Un’operazione finalizzata, nelle promesse, a dare ad Aspi un azionariato
  185. stabile, responsabile e finalmente focalizzato sugli investimenti per la
  186. manutenzione e la sicurezza della rete, ha consegnato Aspi a un
  187. azionariato che ha come obiettivo il profitto. Non è un’insinuazione, né
  188. un processo alle intenzioni: perseguire il massimo profitto è un loro
  189. dovere, è scritto negli statuti dei nuovi azionisti di Aspi, ed è confermato
  190. dalle loro mosse nei primi cinque mesi di gestione. Sarebbe stato compito
  191. dello stato tenerli a distanza da un’infrastruttura pubblica così delicata.
  192. Il 16 aprile 2021 Mario Draghi, rispondendo a una domanda durante una
  193. conferenza stampa a palazzo Chigi, ha detto: sulla questione Cdp-Aspi
  194. «non intervengo e non discuto perché c’è una trattativa in corso, fondata
  195. sull’o erta preparata dal governo precedente. Vediamo come va a
  196. finire». Che la trattativa in corso fosse fondata sull’o erta preparata dal
  197. governo precedente non era vero. Lo stesso Rivera spiegherà in seguito
  198. alla Corte dei conti che il governo con l’acquisto di Aspi da parte di Cdp
  199. non c’entra niente: «Il consorzio acquirente
  200. (Cdp-Blackstone-Macquarie, ndr) è un soggetto interamente privato e
  201. pertanto le valutazioni del consorzio circa il valore di Aspi sono
  202. irrilevanti per l’Amministrazione che a esse è, infatti, rimasta estranea».
  203.  
  204. La firma di Draghi. Quindi, dice Rivera, il governo non c’entra niente con
  205. la trattativa per l’acquisto di Aspi, ma se c’è entrato è stato Draghi, e non
  206. Conte, a “preparare l’o erta“. Infatti, sotto il governo Conte, Cdp ha
  207. avanzato qualche o erta “non vincolante“ (l’ultima il 23 dicembre
  208. 2020). Ma è con il governo Draghi che la trattativa accelera. Il 13 febbraio
  209. 2021 Draghi si insedia, il 24 febbraio Cdp e i suoi soci presentano ad
  210. Atlantia la prima o erta vincolante, cioè vera, concreta, impegnativa:
  211. prima erano chiacchiere. Il 26 febbraio, due giorni dopo, Atlantia dice che
  212. l’o erta non le piace, è inferiore alle attese. Dopo un altro mese di
  213. a namenti, il 31 marzo Cdp presenta una nuova o erta vincolante,
  214. quella che sarà accettata da Atlantia.
  215. In quelle prime settimane del governo Draghi accade una cosa che, con il
  216. senno di poi, illumina di luce solare la catena di errori che ha portato ai
  217. risultati oggi sotto gli occhi di tutti. Il 23 febbraio, alla vigilia dell’o erta
  218. vincolante di Cdp, scende in campo l’Istituto Bruno Leoni, santuario del
  219. liberismo, che considera la partita ancora apertissima e dipendente dalle
  220. decisioni del nuovo governo: «La gestione del dossier sarà uno dei primi
  221. banchi di prova su cui potremo misurare se e quanto il governo Draghi si
  222.  
  223.  
  224. pone in discontinuità con l’esecutivo precedente». Pochi giorni dopo, il 7
  225. aprile, una settimana prima che Draghi faccia finta di non saperne
  226. niente, scendono in campo Franco Debenedetti, presidente del Bruno
  227. Leoni, e il direttore delle ricerche Carlo Stagnaro.
  228.  
  229. I due pongono a Draghi una questione sensata. Se proprio volevi
  230. nazionalizzare era meglio che fosse il Tesoro a comprarsi il 100 per cento
  231. di Aspi, ne rimettesse a posto le regole, ne ridimensionasse i privilegi e
  232. poi riassegnasse a privati la concessione con regole nuove, meno
  233. scandalose di quelle che sono state concesse ai Benetton per due decenni.
  234. Solo una vera nazionalizzazione, dicono, garantisce una riforma
  235. profonda realizzabile senza l’ostacolo di un azionista privato che
  236. minaccia il contenzioso. Al contrario, la finta nazionalizzazione,
  237. consistente nel passaggio da un privato avido ad altri privati almeno
  238. ugualmente avidi, renderà eterne le distorsioni del sistema che tendono a
  239. perpetuare alti pedaggi e bassa manutenzione. Vale la pena di riportare il
  240. nucleo del ragionamento di Debenedetti e Stagnaro: «Questa revisione,
  241. oggi improbabile perché Aspi potrebbe impugnarla con ottime
  242. probabilità di successo e andrebbe comunque negoziata, appare
  243. addirittura impossibile nel caso in cui subentrasse la cordata
  244. Cdp-Blackstone-Macquarie.
  245.  
  246. Infatti, la Cdp agisce de facto a nome del governo, ma formalmente
  247. interviene non con risorse pubbliche, bensì con i soldi dei correntisti
  248. postali: di fronte a una riforma che taglia la redditività del suo
  249. investimento, e quindi comporta una perdita in bilancio, non potrebbe
  250. far altro che opporsi. Né potrebbero agire diversamente i suoi partner o
  251. eventuali altri investitori istituzionali selezionati dalla Cdp»
  252. Tocca alla Lega. Questo è il nodo che spetterà a Salvini e Giorgetti
  253. sciogliere. Il governo Conte ha stabilito una cosa assai opinabile, cioè che
  254. revocare la concessione ai Benetton «per grave inadempimento» fosse
  255. molto rischioso. E che dunque era meglio andare verso una contorta
  256. transazione tra il concedente (il ministero delle Infrastrutture) e il
  257. concessionario (Aspi) per una soluzione negoziata del caso Morandi,
  258. accompagnata però dalla vendita di Aspi allo stato. Lo stato ha subito
  259. individuato in Cdp il compratore per suo conto, salvo poi sostenere che
  260. Cdp con lo stato non c’entra niente. Ma soprattutto ha individuato, e
  261. nessuno ha mai spiegato perché, nei fondi Blackstone e Macquarie i soci
  262. che dovevano accompagnare Cdp nell’operazione.
  263. Atlantia ha sempre detto e scritto che considerava questa decisione del
  264. governo una prepotenza. Quando ha cercato di raccogliere altre o erte
  265. per vendere Aspi a prezzo maggiore lo stato è intervenuto per bloccare
  266.  
  267.  
  268. tutto, anche per le vie brevi, con colloqui privati e telefonate abbastanza
  269. ineleganti, per così dire. Ma alla fine i Benetton hanno ceduto,
  270. limitandosi a controllare che il prezzo di vendita fosse soddisfacente e
  271. che l’operazione per loro si chiudesse con un guadagno che, per piccolo
  272. che fosse, era sempre una sanzione accettabile per aver provocato il
  273. crollo del Morandi e 43 morti. Questa è la domanda a cui il nuovo governo
  274. dovrà rispondere: visto che, minacciando la revoca della concessione, il
  275. governo Draghi poteva imporre qualsiasi cosa ad Atlantia, perché non ha
  276. davvero nazionalizzato Aspi comprandola come Tesoro e l’ha consegnata
  277. agli interessi privati di Blackstone e Macquarie che promettono di essere
  278. non meno avidi dei Benetton? L’unica possibile spiegazione è che la
  279. burocrazia (gli stessi uomini con Conte e con Draghi) avesse
  280. apparecchiato una situazione formalmente aperta ma sostanzialmente
  281. irreversibile. Ma questo è un altro capitolo del giallo.
  282.  
  283. Domani - 21/10/2022
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