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Laredazione

Soltanto con pascoli permanenti ci saranno biodiversità e buon cibo

Sep 15th, 2023
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  1. Soltanto con pascoli permanenti ci saranno biodiversità e buon cibo
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  3. Slow Food ha messo i “prati stabili” al centro degli eventi legati all’alimentazione Al loro interno si sviluppa un mosaico nutritivo ineguagliabile per moltissime specie animali
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  5. di CARLO PETRINI
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  8. La logica neoliberista ha plasmato le nostre menti portandoci a ritenere di poco valore tutto ciò che non è legato a doppio filo alla garanzia di un profitto facile e veloce. Questo, per anni, ha determinato il discostamento dei nostri interessi di carattere politico ed economico da concetti più intimamente connessi al sentire dell’individuo e al suo modo di stare al mondo, come la nostra salute, il benessere del Pianeta e degli animali. Un esempio concreto è sicuramente rappresentato dai prati.
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  10. Ancora oggi, nell’immaginario collettivo, il prato è relegato a una dimensione bucolica: qualcosa di bello e di buono, ma che di per sé non rappresenta una risorsa primaria, o qualsivoglia ricchezza. La realtà è che i cosiddetti prati stabili, ovvero prati naturali ricchi di biodiversità curati dal pastore e dell’animale al pascolo, rappresentano un tassello più che determinante nella sfida epocale che ci troviamo innanzi: l’avvio della transizione ecologica.
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  12. Purtroppo questi prati sono a rischio di estinzione, alla stessa stregua delle razze animali, delle varietà vegetali, delle tecniche di produzione che Slow Food da anni tutela attraverso i suoi progetti: in montagna scompaiono per il fenomeno dell’abbandono delle aree interne; in pianura per l’avanzare delle zone cementificate.
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  14. Ed è per questo che proprio i prati stabili sono al centro di Cheese, la manifestazione che da oggi riunirà a Bra centinaia di casari e pastori da tutte le regioni italiane e del mondo e decine di rappresentanti delle istituzioni pubbliche: per far rientrare il tema dei prati stabili nelle politiche locali di gestione dei territori.
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  16. I motivi sono tanti: in questi ultimi anni abbiamo spesso sentito parlare di riforestazione, di quanto sia importante piantare un albero in termini ambientali ed ecosistemici. Io stesso sono stato promotore di una campagna volta a promuovere la piantumazione di 60 milioni di alberi al fine di dare un forte segnale, anche politico, contro il disboscamento, l’inquinamento atmosferico e la cementificazione. Ma non tutto ciò che è verde è albero.
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  18. E oggi sappiamo che i prati rappresentano un alleato forse ancora più importante in termini di biodiversità, di efficacia, di assorbimento del carbonio e di equilibrio ecosistemico. Per prima cosa, all’interno di un prato stabile possono trovarsi anche cento diversi tipi di erbe. Questo ha un impatto enorme in termini di biodiversità, anche perché queste erbe presentano caratteristiche tanto benefiche quanto differenti, determinando un mosaico nutritivo di ricchezza ineguagliabile per gli animali che in quel prato pascolano.
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  20. Tutta questa biodiversità è una fonte nutritiva non solo per gli erbivori a quattro zampe, ma anche per centinaia di famiglie di insetti e di uccelli che qui trovano un pezzo di natura davvero incontaminata. Altro aspetto importantissimo. Un ettaro di prato, se custodito e curato a dovere, arriva ad assorbire e trattenere nel terreno una quantità di CO2 anche di dieci volte superiore a quella stoccata in un ettaro di bosco. Anidride carbonica che in caso di incendio non verrà liberata nell’atmosfera tanto facilmente.
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  22. A proposito di incendi, voglio aggiungere che è stato dimostrato che il prato può rappresentare anche un’ottima soluzione per la loro gestione, fungendo da via tagliafuoco naturale. Quei sottili fili d’erba, all’apparenza tanto esili e delicati, costituiscono inoltre un folto tessuto che fornisce al substrato una tale resistenza e compattezza in grado di contrastare drammatici - e sempre più frequenti - fenomeni quali erosioni, frane, slavine e alluvioni. Tutti questi aspetti risultano essere di estremo interesse in chiave ecologica.
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  24. Tuttavia, come sostiene Papa Francesco, oggigiorno è necessario fornire delle soluzioni in campo ambientale che sappiano ben integrarsi agli aspetti sociali, e viceversa. Ed ecco spiegato il vero motivo per cui Slow Food ha deciso di porre il tema dei prati stabili al centro di una delle manifestazioni legate al cibo e alle sue politiche più importanti del mondo: che siano in alta montagna o in piena città, attraverso i prati è possibile rigenerare un patrimonio sociale, economico e culturale che altrimenti rischia di essere cancellato.
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  26. Come già ricordato, infatti, nella gestione di un prato stabile interviene anche l’uomo. La cura di questi terreni agricoli richiede pratiche ben precise come, ad esempio, la falciatura e la fertilizzazione con concime animale. In questo modo, senza arare o dissodare il terreno, è possibile garantire la salubrità del cibo per gli animali al pascolo, anche quando quell’erba dovrà divenire fieno per la stagione più fredda. Dalla qualità del lavoro del pastore deriva dunque la salubrità del cibo delle nostre tavole.
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  28. Sì perché importanti studi ci dicono che il latte e i formaggi che derivano da questo tipo di pascolo sono estremamente più ricchi di vitamine e antiossidanti, oltre che risultare più saporiti e gustosi. Comprendere a pieno l’importanza di una piccola macchia d’erba vuol dire rivalutare il ruolo, ahimè considerato ancora troppo marginale, del pastore. Dare maggiore dignità a un mestiere che tratteggia i lineamenti culturali di moltissime società italiane, vuol dire riportare un più giusto interesse verso aree già del tutto abbandonate o a rischio di abbandono.
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  30. Con il conseguente rinvigorimento di piccole economie. Attenzione però, il fattore economico non può essere il solo discrimine per interessarsi a questi argomenti. Spesso succede che il richiamo a questi pascoli sia dettato dall'accaparramento dei fondi comunitari che puntano sì a far uscire i prati da una dimensione “bucolica”; ma - mal distribuiti e mal utilizzati - in alcuni casi hanno anche contribuito a depredare e abbandonare ulteriormente questi terreni consegnandoli nelle mani di farabutti e mafiosi.
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  32. Invito dunque a pensare, quando vedrete un prato in aperta campagna, in montagna o anche nei pressi della vostra città, a tutto quello che un semplice pezzo di terra può rappresentare; a ciò che può regalare, a noi e a tutte le forme di vita con cui condividiamo il Pianeta. E magari, alimentando in noi una sensibilità più ecologica e meno legata al solo profitto economico, riusciremo a capire quanto le cose belle e buone possono risultare una risorsa inestimabile per il Pianeta, per noi stessi e per le future generazioni.
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