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Laredazione

Come vuoti a perdere

Sep 19th, 2023
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  1. Come vuoti a perdere
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  3. La stretta del governo sugli sbarchi
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  5. di Chiara Saraceno
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  8. Diciotto mesi per ricevere un foglio di via ed essere condannato all’illegalità permanente. Questo sarà il risultato effettivo dell’allungamento della durata della detenzione nei centri per il rimpatrio. Sappiamo per esperienza che sono ben pochi quelli che verranno effettivamente rimandati nei Paesi d’origine. Perché con molti Paesi l’Italia non ha nessun accordo in questo senso ed anche i pochi con cui lo ha accettano di “riprendere” i propri cittadini con il contagocce. Per la maggior parte i mesi passano inutilmente.
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  10. Anzi, oltre a non dare alcun risultato sul piano dell’allontanamento, creano una popolazione di emarginati, lasciata a se stessa e alle insidie della criminalità e ai ricatti di datori di lavoro senza scrupoli, senza documenti, diritti, possibilità di guadagnarsi da vivere, abitare, studiare, legalmente. Azzariti su questo giornale, così come hanno fatto altri costituzionalisti, ha ben chiarito che un periodo di detenzione così lungo senza che ci sia stato un processo è del tutto al di fuori della Costituzione e dei suoi principi di rispetto della persona.
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  12. Perché di detenzione si tratta, e che si chiami “amministrativa” e non giudiziaria la rende solo più arbitraria. Ma è anche controproducente sul piano della sicurezza in nome della quale viene imposto, oltre a rivelarsi uno spreco di denaro pubblico. Tenere migliaia di persone rinchiuse per mesi costa, anche se con la Bossi-Fini sono state drasticamente ridotte le risorse sia per i servizi sia per i bisogni essenziali, peggiorando notevolmente le condizioni di vita dei poveretti così reclusi senza speranza.
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  14. Invece di allungare il tempo di detenzione sarebbe meglio utilizzarlo per insegnare seriamente la lingua italiana e formarli professionalmente in modo che, se rimandati in patria, possano utilizzare le competenze così acquisite e, se non rimandabili, possano entrare nelle quote stabilite annualmente per i nuovi ingressi. È paradossale che, in base alla Bossi-Fini, un imprenditore che abbia bisogno di lavoratori stranieri debba andare a cercarli nel Paese di origine, e non possa offrire opportunità e formazione a chi è già sul territorio italiano, anche se arrivato “illegalmente”, valutandone la disponibilità e le competenze.
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  16. Quasi che chi arriva “illegalmente”, per altro l’unico modo di arrivare per molti stante l’assenza o ristrettezza dei canali legali, sia automaticamente un criminale, quindi da rigettare a priori. Per altro, lo stesso avviene anche con i richiedenti asilo, anche loro, dopo lo smantellamento dell’accoglienza diffusa ad opera della Bossi-Fini, rinchiusi, anche se per un periodo più breve, senza adeguati servizi che ne favoriscano l’integrazione se e quando la loro domanda venga accettata. Tutti accomunati dall’essere costretti in un tempo vuoto — quasi fossero essi stessi vuoti a perdere.
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  18. Una responsabilità condivisa dai governi che si sono succeduti dal Conte 1 in poi e che l’esecutivo attuale vuole ulteriormente e fieramente accentuare. Anche con l’applicazione ai minorenni stranieri arrivati “illegalmente” del trattamento che ha tentato, senza riuscirci del tutto, di imporre, con il decreto Caivano, a quelli italiani “devianti”: considerarli di fatto maggiorenni sopra i quattordici anni, quindi da detenere insieme agli adulti nei centri per il rimpatrio. C’è uno sprezzo, non solo della Costituzione italiana, ma delle norme internazionali sui diritti delle bambine/i e adolescenti che fa impressione, tanto più che si tratta di ragazzi che spesso hanno già alle spalle esperienze dolorose e violente.
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  20. Non si possono accogliere tutti, è vero. Ma si può accogliere di più e meglio, non solo per rispettare la Costituzione, il diritto internazionale e la comune umanità, ma anche per motivi egoistici. Stranieri accolti civilmente, su cui si investe in formazione e in percorsi di integrazione, anche se temporaneamente ristretti nella loro libertà di movimento, possono diventare una risorsa in un Paese che invecchia ed ha bisogno già oggi, non fra venti o trenta anni, di ringiovanire la propria popolazione.
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  22. Ed anche se rimandati nel Paese d’origine, possono tornarci non avendo perso tempo, ma avendo avuto la possibilità di arricchire il proprio capitale umano e di considerare l’Italia non esclusivamente ostile. Trattare i migranti “illegali” come vuoti a perdere crea solo persone marginali, quando non nemiche.
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