Figliuolo, l’incarico per ora durerà un anno

Figliuolo, l’incarico per ora durerà un anno

I dettagli del decreto per la ricostruzione pubblicato in Gazzetta ufficiale Pronti due miliardi e mezzo. I compensi per la struttura che lo affiancherà

di  Marco Bettazzi


 Il commissario destinato alla ricostruzione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha finalmente il portafoglio che chiedeva: 2,5 miliardi, definiti ieri dal decreto sull’alluvione approvato dalla Ragioneria di Stato e pubblicato ieri sera in Gazzetta ufficiale, che saranno però a disposizione in tre anni per i territori colpiti, cioè soprattutto l’Emilia-Romagna, più parti della Toscana e delle Marche. Anche se la carica dello stesso Figliuolo, al momento, dura solo fino al 30 giugno 2024.

Una scelta che intanto finisce nel mirino di Davide Baruffi, sottosegretario del governatore Stefano Bonaccini e membro della segreteria Pd di Elly Schlein, che ieri ha definito Figliuolo una «nomina sbagliata», suscitando la reazione di Fratelli d’Italia. «Il governo - attacca Baruffi — ha scelto di colpire l’Emilia-Romagna dicendo no alla nomina che tutti si attendevano, Bonaccini». Tornando al testo, i fondi richiesti da Regione e Comuni per la ricostruzione dopo l’alluvione di maggio ora sono nero su bianco.

Anche se resta da capire se basteranno: l’Emilia-Romagna aveva chiesto subito 1,9 miliardi per gli interventi urgenti, più 500 milioni per gli aiuti alle imprese, e calcolato quasi 9 miliardi di danni complessivi. E infatti ieri Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e presidente della Provincia, ha sottolineato che la cifra messa dall’esecutivo «è molto distante dai reali fabbisogni». Il cuore del provvedimento è infatti l’articolo 4 che istituisce il “Fondo per la ricostruzione del territorio”.

Nel fondo confluiscono in totale 2,5 miliardi suddivisi su tre anni (800 milioni nel 2023, 750 nel 2024 e 841,5 nel 2025) che arrivano anche da tagli a precedenti provvedimenti, come quello del 2022 che stanziava fondi per aggiornare i prezziari dei bandi pubblici per rispondere ai rincari di energia e materiali, o un fondo del Mef del 2017 che dedicava risorse alle infrastrutture. Lo stesso testo poi dettaglia le modalità di intervento, dedicando 120 milioni agli immobili privati danneggiati più altri 100 milioni per «il recupero della capacità produttiva nelle zone colpite dall’alluvione».

Intanto il decreto prenderà una corsia preferenziale, finendo come emendamento al precedente decreto alluvione già in discussione in parlamento: il primo appuntamento alla Camera è per il 19 luglio. Il testo istituisce poi la cornice normativa in cui si muove Figliuolo. Il commissario resterà in carica «sino al 30 giugno 2024», anche se dal governo si sottolinea che c’è la possibilità della proroga. Ad accompagnarlo sarà una struttura di supporto di 60 persone di enti statali o locali cui potranno affiancarsi fino «a un massimo di cinque esperti o consulenti». Per questi ultimi i compensi indicati dal decreto arrivano fino a 150 mila euro annui lordi complessivi, con un massimo di 50 mila euro pro-capite.

Mentre per il compenso del commissario e il funzionamento della struttura viene autorizzata «la spesa massima di 5 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024». Dieci milioni in tutto, che ancora non è chiaro se si aggiungeranno agli stipendi già ricevuti dagli stessi funzionari, cui si sommano altri 11 milioni per le spese derivanti da convenzioni che il commissario può attivare con altre strutture dello Stato.

Dietro a Figliuolo, la cui nomina potrebbe diventare ufficiale già oggi nella seduta del Cdm delle 18, ci saranno i sub-commissari, uno per ciascuna delle tre regioni interessate, e una Cabina di coordinamento con funzionari della protezione civile, presidenti delle Regioni ed esponenti di Province e Comuni.