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- Per la verità, io non ti amo coi miei occhi,
- perché essi vedono in te un mucchio di difetti;
- ma è il mio cuore che ama quel che loro disprezzano
- e, apparenze a parte, ne gode alla follia.
- Né i miei orecchi delizia il timbro della tua voce,
- né la mia sensibilità è incline a vili toccamenti,
- né il mio gusto e l'olfatto bramano l'invito
- al banchetto dei sensi con te soltanto.
- Ma né i miei cinque spiriti, né i miei cinque sensi
- possono dissuadere questo mio sciocco cuore dal tuo servizio,
- avendo ormai perso ogni sembianza umana,
- ridotto a schiavo e misero vassallo del tuo superbo cuore.
- Solo in questo io considero la mia peste un bene:
- che chi mi fa peccare, m'infligge pure la penitenza.
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