JIN

Niente risveglia l’ambizione quanto lo squillo di tromba della fama altrui.
(Baltasar Graciàn)

I genitori di Jin erano delle persone perbene, che pensavano solo al bene del proprio figlio.
In realtà la coppia vedeva in Jin ciò che non potevano essere stati loro, o meglio ciò che non ebbero modo di essere.

Non è inusuale che i genitori riversino sui figli le loro ambizioni e i loro desideri, trasformandoli (purtroppo) in un semplice veicolo per poter godere di ciò che non hanno potuto in gioventù.
C'è chi lo fa per amore, volendo dare un'istruzione al proprio figlio, c'è chi lo fa per goderne della fama riflessa.


Matsuda e Seko erano l'ultimo tipo: non erano mai stati grandi Shinobi, sebbene fossero appartenenti al clan Hyuga la loro attitudine ai ninjutsu non era "abbastanza", né la loro prestanza fisica.
Complice il difetto del clan, crebbero con l'essere topi di biblioteca e abili scout, ma nulla più.
Nessuno gli disse niente, il Clan non li aveva né scherniti né giudicati, anzi aveva cercato di elogiarne le conoscenze e le abilità da ricognitori, ma i due erano devastati interiormente.
Non poter raggiungere il potenziale che avevano sempre sognato fu, forse, il colpo più grosso che potessero ricevere.
Avevano visto i loro fratelli diventare ottimi Shinobi, li avevano visti padroneggiare i ninjutsu come se fosse seconda natura, si erano sentiti schiacciati dalla grandezza degli altri, non riuscendo a trovare nelle loro abilità un qualcosa da cui trarre forza ed unicità.

L'infanzia di Jin venne segnata da allenamenti fisici duri e costanti, nella speranza di formarne il fisico ed il carattere e di ovviare al difetto del Clan.
Assieme a ciò venne educato all'etichetta e gli venne impartita una rigorosa educazione basata sull'orgoglio e sulla fermezza morale, gli venne insegnato a non chinare mai il capo, a mettersi in gioco solo se completamente sicuro di ciò che fa, ma sopratutto gli vennero riversate addosso tutte le aspettative che i genitori avevano per loro.

Ciò che si poteva percepire come semplice amore e dedizione al figlio, Jin lo percepì come una gabbia soffocante, alla quale ha imparato ad adattarsi.

Segretamente cerca una valvola di sfogo, ma gli anni di rigida istruzione gli impediscono di svincolarsi.