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Jan 25th, 2020
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  1. SANTARCANGELO DI ROMAGNA (Rimini) - Sarà l'aria. "L'aria è quella roba leggera che ti gira intorno alla testa e diventa più chiara quando ridi", diceva Tonino Guerra. In dialetto, lo scriveva. "Quant che t'roid". Sarà il dialetto. "Oh, ci que?". Sei qui?, sorride un amico che incrocia su per i vicoli del borgo Andrea Guerra, compositore, figlio di Tonino: "Significa mi sei mancato, sono contento che tu sia tornato. Sei qui, sempre col sorriso. Il dialetto parla al presente e per figure: non alla ragione, direttamente alla psiche. "Fa così caldo che giù al fiume le formiche fanno fumo", diceva d'agosto il barbiere". Le formiche fanno fumo solo nei sogni. Sarà il sogno, allora, che fa la differenza, qui.
  2. Le formiche fanno fumo e i rinoceronti di ferro camminano nei sogni, oppure a Santarcangelo di Romagna e dev'essere questo che innamora chi ci nasce e incatena chi ci arriva. Questo il segreto della città dove la Lega vince - primo partito, come quasi ovunque in Romagna - ma il centrosinistra governa: sindaco è una ragazza di 30 anni, di strabiliante chioma e ipnotico sorriso al suo secondo mandato, Alice Parma. Ha vinto al primo turno col 55 per cento lo stesso giorno in cui gli stessi elettori - una buona parte, almeno - votavano Salvini alle europee. Ne aveva 26 quando è stata eletta la prima volta, era segretaria del circolo di Pd cittadino, studiava legge a Bologna e "agli incontri dovevo portarmi dietro la fascia da sindaco perché non ci credevano, davano sempre la mano al funzionario del comune allora dicevo no, il sindaco sono io, ma lo dicevo ridendo e con gentilezza, non sembrava vero". Potendo vivere dentro un sogno, bisogna abitarlo. La politica d'altra parte, dice con occhi grandi, "significa pensare qualcosa di grande da lasciare a chi viene dopo: per amministrare bisogna sognare". "Qui è diverso dalla Riviera, perché quando vieni sei cittadino temporaneo, non turista. Anche se ti fermi per mezza giornata sei uno di qui". Ma da cosa dipende, cos'è?
  3. "Sarà l'aria", sorride e allarga le braccia Gabriele Marchi, quarta generazione dei Marchi che camminano dentro la ruota del mangano facendolo funzionare: il mangano, strumento di pietra e legno del 600, stira la tela che poi si stampa. C'è lentezza e non c'è fatica a camminare dentro la gigantesca ruota: una macchina enorme con un uomo incorporato - una visione. Oniriche sono le invenzioni dei Mutoid, artisti fabbri - una casa fatta in un serbatoio dell'olio, un arco di trionfo fatto di camion inalberati - sono poesie di legno le madie di Tonino Guerra: mobilacci che "non si aprono ma ricordano".
  4. Non c'è verso, qui, di uscire dai disegni dei bambini, nessuno ne ha la minima intenzione. Sono stati dipinti dagli alunni della scuola elementare di Bornaccino del maestro Federico Moroni i soli con gli occhi pieni di ciglia replicati in migliaia di tovaglie. Sono rivolti ai bambini (oltre che ai sindaci) gli "Avvisi" di Tonino appesi alle pareti della Sangiovesa, il ristorante, e ovunque in città. C'è una pigna dentro la sua fontana della piazza, sotto le finestre di casa Guerra, e tutta la piazza sembra disegnata da un bimbo: il municipio, la scuola dove c'è scritto "scuole pubbliche", come quella di Pinocchio. L'arco voluto dal Papa nato qui, Clemente XIV, che quando gli chiesero vuoi il collegamento al mare o un arco sull'Emilia e il titolo di città? L'arco, rispose, e che sia una città. Ventiduemila abitanti, la metà nelle frazioni.
  5. "È una città di matti e di maestri", dice Fabio De Luigi, attore, nato a Santarcangelo come Daniele Luttazzi, in questa terra da cui il cinema ha preso in prestito l'aria e la poesia. "Che poi matti e maestri sono due categorie di sapienti, dicono la verità: i matti prendono la scorciatoia". Il matto Giovanni era uno dei dieci capi del mondo. Il maestro Moroni rifiutò l'America per restare a disegnare coi bimbi nei campi. Mastroianni mangiava le tagliatelle di Zaghini in cucina perché "il fumo delle pentole gli faceva sentire odore di mamma" - racconta Valentina Zaghini - e non c'è stato giorno che non sia tornato. I Mutoid venivano da Manchester, costruivano robot meccanici fatti coi rottami, furono invitati al festival del teatro nel 1991 e sono ancora lì, hanno creato Mutonia: una città di "residenze temporanee e officine" in riva al fiume. Pamela Fussi assessore ai Lavori Pubblici e alla Cultura abita lì. Il cane si chiama Brucola. Filippo Sorcinelli è arrivato un giorno dalle Marche, per cena. Non è più tornato indietro. Oggi disegna gli abiti del Papa, Francesco ha preso da lui la prima veste. Artista del sacro. "Avevo studiato organo al Pontificio istituto di musica sacra, a Roma. Mia zia e mia sorella erano sarte, mia madre puliva in chiesa. Un giorno un amico mi ha detto divento prete: ho detto fermati, che l'abito te lo faccio io". Nel laboratorio arrivano cardinali dal mondo intero, a scegliere casule agate e corniole. Incensi come profumi rari.
  6. La tabaccaia dietro la piazza e la cameriera dell'enoteca votano Salvini, "perché i soldi bisogna darli prima agli italiani", ma la più anziana delle due ha votato "l'Alice, la sindaca, perché sta a sentire, fa le cose e non ha paura". "Se non ha paura le do un passaggio alla stazione", dice un signore che ferma la macchina lungo la strada ed è strano, era tempo che non succedeva: un passaggio, se non ha paura. Anche Manlio Maggioli, 89 anni, se ti dà un appuntamento in azienda viene a prenderti. Con la Porche, guida lui. Fattura 160 milioni di euro con pubblicazioni e software per la Pubblica amministrazione, ha duemila dipendenti, età media sotto i quarant'anni, tre figli. Cristina, dei tre, ha creato l'asilo aziendale: un paradiso per otto bambini ("Ma vorremmo fossero tanti di più, ci mancano i permessi, questioni burocratiche...") dove i padri accompagnano i figli e all'ora di pranzo una signorina chiede loro cosa preferiscono, i bambini, nel menù.
  7. Manlio quando parla di Tonino Guerra si commuove. È stato il primo e unico editore di tutti i suoi libri. "Venivo ogni mattina a chiamarlo, sotto queste finestre. Salivamo su per il borgo, passavamo da Fonso e arrivavamo fin sopra al campanile". Fonso, Alfonso Marchi della stamperia, e Manlio Maggioli sono ancora qui: Tonino non c'è più e sono quest'anno cent'anni dalla nascita. Bisogna immaginarli, i tre amici, e bisognerebbe saper sognare una grande festa per onorare il poeta che manca. Andrea, il figlio, ha inventato un museo privato - "Il mondo di Tonino" - pieno di vasi per un fiore solo, onde quiete, anatroni brocca. Un museo del genio e del lavoro artigiano. Gli anziani fabbri che hanno fatto le Lanterne di Tolstoj si parlano - nel sogno - con Lyle Rowell, in arte Doghead, nato a Manchester, che ha costruito due ali in movimento sul tetto della sua officina e una cabina di ovovia in cui si sale a pensare. A Pennabilli, dove vive la seconda moglie russa di Guerra, Lora, anche Tonino aveva costruito una specie di ovovia: una stanza cabina sulla valle, con una poltrona e una macchina da scrivere blu. Amarcord non sarebbe esistito se lui non l'avesse scritto, se con Federico Fellini suo coetaneo non l'avesse sognato. "Mi piacerebbe che non solo in Russia, anche in Italia fossimo capaci di celebrare Tonino", dice Lora circondata da devoti amici russi.
  8. Un parco diffuso della poesia. Questo sarebbe bello. Le insegne del luogo dei sogni. Perché poi la politica, dice l'assessora Pamela Fussi, "la puoi fare solo se sei capace di immaginare un mondo diverso e noi qui a Mutonia siamo famiglia, siamo più che vicini. Siamo occhi, non telecamere". Deve essere anche per questo che Domenico Samorani, chirurgo oncologico del seno, candidato del centrodestra alle amministrative, ha perso la sfida con "la ragazza", come i vecchi chiamano in dialetto la sindaca. "È una brutta cosa speculare sulla riconoscenza, sulla salute - dice Manlio Maggioli mentre attraversa il suo open space modello, insonorizzato, avveniristico - e poi uno vuol bene alle cose che vanno bene. Sei hai una Panda che ti piace, resti con quella".
  9. Ha aperto Amazon, a Santarcangelo. Un centro di smistamento, cento nuovi posti di lavoro. Immediatamente è nato Toctoc, "centro commerciale naturale", serve i negozi del centro. Cristian Baldelli, uno dei ragazzi soci: "Il futuro non lo fermi ma ci facciamo trovare pronti. Abbiamo messo in rete le botteghe del borgo, puoi ordinare sulla app e ti portiamo a casa quello che vuoi. Cibo, ma anche un'aspirina, la borsa della spesa. Quando arriverà Just eat noi gli diremo no grazie, siamo a posto così. Facciamo da soli". Poi domani si vota, "sono perplesso anche del fatto che ci possa essere una gara" - dice Fabio De Luigi: "Tutto è migliorabile, figuriamoci, ma bisogna guardare le cose come vanno. Non vedere quello che hai sotto il naso è preoccupante. Se no ti possono raccontare qualsiasi cosa, davvero".
  10. La sindaca vuole costruire all'ex fabbrica Buzzi, sul fiume Marecchia, una città dell'arte con residenze, laboratori di teatro, artigiani e artisti. "Bisogna pensarsi nel mondo, e pensare al dopo". Anche Tonino, quando voleva un ciliegio nella piazza, pensava al dopo. Che poi alla fine le uniche cose che restano sono quelle che si fanno per gioco, per passione, per nulla. Alora? Così, vè. A casa tutto bene? Abbastanza, grazie. Un sole con le ciglia, uno struzzo di rottami, la lapide a Germano, per strada, che non ha mai incassato la pensione del figlio morto in guerra. La città virtuale della poesia, col suo sindaco. Le cose che non rendono soldi, rendono sorrisi e generano sogni. Per dopo.
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