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Mar 28th, 2022
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  1. Bitcoin: Unicredit perde il primo round in Bosnia contro un "minatore" che chiede 131 milioni di danni
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  3. La causa è stata promossa a Banja Luka da una controllata della società italiana Bitminer Factory, che lamenta la chiusura dei conti correnti presso la filiale locale. La banca: "Non instauriamo rapporti o collaborazioni con fornitori di valuta digitale e piattaforme di scambio"
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  5. MILANO - Unicredit si trova, suo malgrado, a fare di nuovo i conti con problematiche legate all'investimento in bitcoin e criptovalute da parte dei clienti. Il 30 dicembre del 2021, appena prima di Capodanno, il tribunale di Banja Luka, città situata nella Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, ha infatti accolto in primo grado buona parte delle richieste avanzate dalla società del settore, Bitminer Factory d.o.o. Gradiška, condannando così la filiale locale della banca al risarcimento di danni per 256.326.152 marchi bosniaci, corrispondenti a circa 131,2 milioni di euro.
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  7. Tramite ricerche su internet, si può ricostruire che Bitminer Factory d.o.o. Gradiška è la controllata bosniaca della società italiana con sede legale a Sesto Fiorentino (Firenze), Bitminer Factory. Che, come spiega il sito web, "emerge nel 2017 come la prima e più grande “farm” di mining", termine con cui si indica la complessa attività per creare nuova moneta digitale, "in Italia. Ad oggi, è un’impresa globale di tecnologia Blockchain, che propone servizi completi per investimenti di mining in tutto il mondo", spiega ancora il portale online di Bitminer Factory.
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  9. A guidare la società è il ceo Gabriele Angeli. Un articolo della stampa locale di qualche anno fa motivava l'arrivo in Bosnia di Bitminer anche con l'elettricità a basso costo disponibile nel Paese, tenendo conto che l'attività di "mining" è molto dispendiosa in termini di energia.
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  11. La notizia della condanna da parte del tribunale emerge dal bilancio del 2021 di Unicredit, che aggiunge che il risarcimento è stato domandato dalla società per i presunti danni patiti "in seguito alla chiusura pretesamente ingiustificata dei propri conti correnti da parte di Unicredit Bank a.d. Banja Luka, società controllata dalla capogruppo Unicredit nella Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina. Bitminer asserisce che la chiusura dei propri conti avrebbe ostacolato la propria Initial coin offering (Ico) in relazione a un progetto startup nel settore del mining di criptovalute con energie rinnovabili in Bosnia ed Erzegovina", aggiunge il bilancio del gruppo milanese di Piazza Gae Aulenti.
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  13. Unicredit fa poi sapere che "Ucbl ha appellato la decisione (del tribunale) nel gennaio 2022", sottolineando che la stessa, essendo in primo grado, "non è definitiva, né vincolante, né esecutiva. L’eventuale responsabilità di Ucbl sarà determinata solo all’esito definitivo di tutti i rimedi processuali disponibili e, in ogni caso, non prima del deposito di una sentenza definitiva e vincolante da parte della corte d’appello". Interpellata, la banca italiana precisa che "non instaura alcun rapporto o partnership con fornitori di valuta digitale/virtuale e piattaforme di scambio".
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  15. Nei primi giorni di gennaio, quindi poco dopo la sentenza del tribunale bosniaco, il gruppo guidato da Andrea Orcel era finito nella bufera sui social network, dopo che un cliente aveva lamentato la chiusura del conto corrente a seguito di bonifici e transazioni verso una piattaforma di scambio di criptovalute. Successivamente, la banca aveva chiarito che "non inibisce assolutamente ai propri clienti transazioni di compravendita in valute virtuali, ferme restando le raccomandazioni sui rischi associati a questi strumenti".
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