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Jul 24th, 2017
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  1. “E’ una vergogna per la sua famiglia!” tuona dalle stanze reali la voce del capoclan, viveva nel Clan dell Orso d’oro: Clan di guerrieri feroci e razziatori di citta nemiche, “non vuole combattere, non vuole partecipare alle razzie, cosa diamine gli prende!” continua la furiosa tempesta di voce, mentre lui era li, seduto sul suo letto. Veigar era il suo nome. Destinato a essere la spada fiammeggiante, l onore della famiglia fino alla morte, ma lui aveva ben altro in mente. A otto anni la prima ferita, e via dal cerusico locale a farsela curare, guardando con meraviglia tutti gli strumenti e gli oli miracolosi che possedeva. Una passione, questo era, a dodici con questo cerusico inizia ad imparare l’arte della medicina, sommo dono della dea Eira, l’arte del donare la vita e di scacciare la morte. Affascinato, Rapito, Incantato, meravigliato! Questo era quello che guidava l inesperto giovine verso il futuro. Come avete gia potuto intuire, non era molto ben apprezzato questo destino che voleva prendere e questo causava aspre risposte da parte del padre. Il figlio del capo clan non era un guerriero, questo era il destino. Una mattina come le altre sembrava iniziare, quando la guerra si riverso feroce contro il loro villaggio, forze oscure si riversavano come acciaio fuso nello stampo di un fabbro, morte e distruzione, tutto quello che ha sempre odiato sin da piccolo, e li che trovo la sua vera vocazione. Presa l ascia da battaglia di suo padre, si getto in mezzo al campo, i soldati si ammassavano in pile di feriti o morti, ma lui non si lascio prendere dallo sconforto, paura albergava nel suo cuore ma qualcosa di piu forte, qualcosa di piu grande lo spingeva ad agire, la benedizione della dea era su di lui. Ammassò i feriti in modo ordinato e decise di curarli uno per uno, nessuno doveva essere lasciato indietro, la sua battaglia non si svolgeva solo con asce, ma anche con aghi, i suoi non erano scudi o armature, ma garze e bende, e quando la battaglia chiamò lui era li vicino ai suoi fratelli, insieme a loro. Fedele fino alla morte. Ma tutto ciò duro poco quando un improvvisa tempesta di nero colpi lui e i suoi cari e lo lascio senza sensi, risvegliato all’interno di una foresta, solo con solo i suoi strumenti, la sua cara ascia. Vago per giorni senza cibo ne acqua in questa foresta, vedendo cadaveri decise di correre via, in preda allo spavento e lo sconforto. In questo momento, una visione apparve davanti ai suoi occhi, era lei, Eira, Divinita della guarigione, in tutto il suo splendore divino. La visione gli dono coraggio, e decise di riprese a correre. Doveva tornare a casa, doveva salvare i suoi cari. Ma tutto ando storto quando le forze del male lo catturarono. Fu un momento difficile, mentre odio e rabbia riempivano il suo cuore per il trattamento che le persone attorno a lui stavano vivendo. Non gli interessava di cosa facessero a lui, quasi non reagiva alle torture inflittogli. No, lui reagiva unicamente quando le altre persone erano ferite. Notti in lacrime accompagnavano la sua vita, finche un lampo di rosso non apparve, era un assedio, qualcuno era venuto a salvarlo. E fu cosi che vide davanti a lui la sua salvezza. Un clan, un clan era li per salvarlo. Davanti a se si trovo questo uomo, rispondeva al nome di wilfgard e con un colpo deciso della sua arma ruppe il lucchetto e lo libero delle catene che lo tenevado legato, “devo combattere! Devo andare da loro rispose! Quasi gia scattando” ma wilfgard lo fermò, non poteva di certo unirsi alla battaglia senza armi, e così lo aiuto a riprendersi la sua ascia, durante la discesa ci furono aspri combattimenti, Veigar non era esperto ma diede del suo meglio per aiutare wilfgard, poco prima di separarsi aiutò wilfgard a curarsi, ricucendo con cura e maestria ogni sua ferita. dopodichè si unì alle linee alleate come preso da un momento di adrenalina pura, guidato dalla visione della Dea, non si lascio prendere dallo sconforto, non si arrese e fece del suo meglio. Finche due fulmini uno bianco e uno nero senza una nuvola in cielo squarciarono la sua notte di rabbia, da li in poi solo caos. Due figure distinte mentre lui venne investito dalla furia di tutto ciò, cadde inerme, sotto una serie di barili, vivo ma ferito profodamente, medico le sue ferite e calata la polvere sulla sua mente, riusci a riprendere il controllo di quello che accadeva, trovandosi in una distesa di cadaveri, raccolse la sua ascia e si mise a cercare di medicare i sopravvisuti rimasti, si guardo attorno spaesato la sua vita sembrava non avere senso ora, cosa doveva fare, dove era, con chi era. Quando da li a poco, si avvicinarono i membri di questo misterioso clan, e li trovo il suo destino, doveva partecipare a questa guerra, doveva andare con loro. Doveva essere il portatore della vita e della Fiamma di Eira sul campo di battaglia. E da qui, le pagine del suo destino iniziarono a venir scritte…
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