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Laredazione

Si può governare senza Silvio Berlusconi?

Jun 23rd, 2023
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  1. Si può governare senza Silvio Berlusconi?
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  3. di FLAVIA PERINA
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  6. Si può governare senza Silvio Berlusconi? È tutta in questa domanda la sfida del momento per la destra, che a pochi giorni dalla celebrazione del Cavaliere a reti unificate e a pochi minuti dalle commemorazioni in Parlamento, entra nella libera prateria che per tanto tempo ha desiderato ma la trova meno suggestiva, meno ospitale di quel che pensava. Il rinvio sul Mes, il pasticcio sul Decreto Lavoro, persino gli imbarazzi nel commentare il caso di Daniela Santanchè, rivelano un nervosismo inaspettato davanti alla nuova fase, peraltro a lungo attesa: il momento in cui (“finalmente” dicono tanti a bassa voce) il campo politico è diventato tutto di Fratelli d’Italia, oltre la figura di un Lord protettore assai meno amato di quel che si è sentito nelle orazioni funebri.
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  8. Il gigantismo encomiastico dell’omaggio al leader scomparso ha oscurato per molti giorni l’essenza degli interrogativi sul dopo Berlusconi, che ha poco a che fare con la sua eredità politica, con la tenuta di Forza Italia o con le ambizioni di Matteo Salvini, e molto con una corretta lettura della storia del centrodestra e delle sue esperienze alla guida del Paese. Per molti anni Silvio Berlusconi è stato un capo malsopportato ma anche la Cassazione di ogni conflitto interno, perché la parola del leader contava più delle sue percentuali elettorali e il suo anatema spaventava non solo gli amici di partito ma anche ogni alleato.
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  10. La forza interdittiva della macchina berlusconiana era chiara a tutti e nessuno voleva finirci sotto. Berlusconi era il manager che si annetteva voti quando servivano, pescandoli nei gruppi minori dell’opposizione, insediando o smobilitando “responsabili” a sostegno dei governi. Era l’editore che faceva l’agenda di gran parte della comunicazione, stroncando avversari e valorizzando persone che potevano aiutare. Era l’agente Vip che prometteva carriere ai delusi e disegnava futuri paradisi agli scontenti, tenendoli stretti al recinto delle sue maggioranze. Il facilitatore di nuovi partiti, con un’infinita serie di operazioni al centro per puntellare le sue maggioranze. L’archistar di costruzioni politiche inaspettate, vedi il patto del Nazareno con Matteo Renzi.
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  12. E con il senno di poi c’è da chiedersi quanta parte dei governi di destra avrebbe retto così a lungo senza l’esercizio continuativo (e i consistenti investimenti) di questi molteplici ruoli. Insomma, governare senza Silvio Berlusconi risulta una sfida molto più larga di quel che si era previsto, ma è la sfida della vita per Giorgia Meloni e i suoi. Grande parte di quel mondo ha vissuto come una sgradevole necessità gli atti di sottomissione che il berlusconismo ha richiesto in questo trentennio e ha sognato il momento in cui sarebbe stata padrona in esclusiva del suo destino.
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  14. Con un eccesso di ottimismo, negli ultimi anni, ha ritenuto che il contributo del Cavaliere alla coalizione fosse calcolabile secondo l’ordinario metro delle democrazie, cioè in voti e numero di parlamentari, e che bastasse tenere insieme quei numeri per procedere addirittura più spediti che in passato: senza più bisogno di intermediazioni in Europa, senza il timore di nuove esternazioni filo-putiniane, con minor fatica nelle contrattazioni interne. Ora si comincia a scoprire che quell’ordinario metro democratico non calcola il vero peso che ha avuto Berlusconi sulle fortune della coalizione. Che c’era altro, e che negando per solidarietà il lato oscuro del berlusconismo, ci si è dimenticati quanto sia stato determinante per il trentennale successo della formula.
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  16. E tuttavia governare senza Berlusconi si deve, e sarà interessante vedere come il centrodestra risolverà il problema principale di questo “dopo” appena cominciato, che alla fine è anche un’occasione per tutti, destra e sinistra, amici e avversari: l’impossibilità materiale di trasferire ad altri il nocciolo dell’eredità berlusconiana, cioè la concentrazione di poteri e spregiudicate abilità che hanno costruito l’esperienza politica, umana e imprenditoriale del Cavaliere.
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