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Guest User

Untitled

a guest
Jul 5th, 2017
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  1. scrive Franco Casa
  2.  
  3. I temi attuali della convivenza pacifica e dell'integrazione tra culture diverse sono già stati trattati in maniera molto efficace in lungometraggi come “Cous Cous” (“La graine et le mulet”) di Abdel Kechiche, “Il canto delle spose” e “La p...etite Jérusalem” di Karin Albou e “Lemon tree” di Eran Riklis.
  4.  
  5. Pensavo non fosse semplice aggiungere qualcosa di nuovo a quanto già messo in scena in queste pellicole, ma sbagliavo. Victor Vegan, nel suo “Ashura, storia di passione e martirio”, con grande capacità di sintesi è riuscito in poco più di mezz'ora a raccontare un amore tra un uomo e una donna (l'affascinante Soraia di Fazio e il bravo Renato di Rosa) appartenenti a mondi diversi solo in apparenza e per nulla incompatibili nonostante i pregiudizi.Oltre alle interessanti scelte stilistiche (il flashback iniziale e i collage di frammenti di documentari sull'Ashura, festività menzionata nel titolo) e alle nozioni storiche e religiose che arricchiscono la vicenda, si apprezzano nel film citazioni rilevanti dalla storia del cinema. Ad esempio quando la protagonista discende una gradinata, accompagnata da una colonna sonora da cinema muto espressionista, vi è una drammaticità tale da consentire l'accostamento alla scena della scalinata di Odessa in “La corazzata Potëmkin” di Ejzenštejn.I dialoghi ricordano Pasolini e in particolare la sua “Trilogia della vita”, ma anche Olmi con le sue descrizioni di una società piena di tragedie e conflitti non distruttivi ma costruttivi.Interessante e forse geniale la decontestualizzazione straniante di luoghi normalmente turistici, come il finto, in quanto ottocentesco, borgo medievale del Valentino, trasformato per l'occasione in un vissuto quartiere cittadino.La sinagoga di Piazzetta Primo Levi, la moschea, la libreria antiquaria nella Galleria Subalpina e Kirkuk Kaffé (ristorante curdo iracheno di Via Carlo Alberto) sono ambientazioni inedite e preziose, animate da un campionario di incantevoli personaggi come il saggio sufi, il libraio ebreo e i genitori dei protagonisti.Tutto ciò comunica non solo un forte messaggio di pace, principale obiettivo del regista Loris David Fiore, in arte Victor Vegan, ma rende il film anche un'insolita guida di Torino.
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