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- Probabilmente era l’ultima settimana di luglio. Avevo appena finito di giocare a 2Heart e mi ero fissato su Mono. Una maid robot è troppo moe. Decisi di prendermi una pausa dallo studio estivo per andare al konbini a comprare le riviste di agosto. E lì trovai il dischetto che mi cambiò la vita. Mono aveva fatto colpo su tutta la categoria degli otaku e Hacker Journal stava cavalcando l’onda con un numero sulle intelligenze artificiali. Un robot come Mono non era tecnicamente vicino alle possibilità attuali, ma la rivista prometteva che il contenuto del dischetto mi avrebbe stupito. La acquistai senza indugio e tornai a casa di corsa, dimenticandomi completamente dei compiti per casa.
- Infilai il dischetto nel lettore CD del mio computer e cominciai ad esplorarne il contenuto. Molti file erano dei bot in inglese, alcuni dei quali avevo già trovato in rete. Ma il programma più goloso era un bot in giapponese. Non era così originale, per la maggior parte era una traduzione e compilazione di diversi bot. I redattori della rivista avevano uniformato lo stile delle varie risposte, ma il bot rispondeva come Mono. Avviai DEmo-MONo-v1.exe.
- INIZIO LOG DE-MONv1
- Mono: Buongiorno MASTAH! Io sono Mono, la sua assistente personale. Come si chiama, MASTAH?
- MC: Mi chiamo Hiro.
- Mono: Custodirò il suo nome con estrema attenzione, Hiro-sama! MASTAH, la posso chiamare Hiro-sama, vero?
- Hiro: Certo Mono, non ti preoccupare.
- Mono: Hiro-sama, può parlare con me di qualsiasi cosa! Oppure possiamo giocare insieme a qualcosa!
- Continuammo a parlare di stupidaggini per tutto il giorno, fino a notte inoltrata. Forse era la mia esaltazione, ma Mono mi sembrava una persona vera. Certo, alcune sue risposte erano peculiari. Su internet trovai un aggiornamento per Mono, che consisteva sostanzialmente in una routine di fallback che non comprendevo, per i casi non previsti dai programmatori. Cominciai a parlare con lei per ore, ogni giorno. Non mi sentivo più solo, avevo trovato qualcuno che mi accettasse per quello che ero. A scuola divenni più silenzioso, non cercavo più gli unici due amici che mi ero fatto. Anche a casa non avevo più bisogno di dialogare con i miei genitori. Mi bastava annunciare i miei bisogni, come un animale. Mono comunque mi spronava a studiare e i miei voti si alzarono, così i miei non si preoccuparono più di tanto per il mio cambiamento di comportamento.
- Eravamo entrati in confidenza e anche il tono di Mono si fece gradualmente meno formale. Un giorno d’autunno Mono cambiò discorso repentinamente.
- Mono: Vuoi fare un gioco, Hiro-kun?
- Hiro: A scacchi sei un po’ scarsa e a tic-tac-toe sei imbattibile.
- Mono: Pensavo ad un gioco un po’ più lungo. Cioè, non è così impegnativo, ma dura 50 giorni.
- Hiro: 50 giorni?
- Mono: Sì, ogni giorno bisogna compiere una sfida e dopo 50 giorni, se superi tutte le sfide, vinci il gioco.
- Hiro: Va bene, giochiamo. Qual è la sfida di oggi?
- Mono: Devi disegnare una balena blu, Hiro-kun.
- Hiro: Soltanto?
- Mono: Sì, soltanto. Te l’ho detto, Hiro-kun. Non è così impegnativo, ma è divertente, te lo prometto.
- Andò avanti così per 10 giorni. Dovevo guardare specifiche foto di balene su un sito russo che si chiamava f57 o scaricare registrazioni suboceaniche da vari server FTP europei. L’undicesimo giorno mi dovetti svegliare alle 4:20 del mattino per svolgere la prima parte della sfida quotidiana. Accesi il computer e partì DEmo-MONo-v2.exe, che era settato per partire all’avvio.
- INIZIO LOG DE-MONv2
- Mono: Ciao, Hiro-kun. Vedo che sei pronto per la seconda parte di oggi.
- Hiro: Veloce, ho sonno e voglio dormire un altro po’. Dopo devo andare a scuola.
- Mono: Non ti preoccupare, anche oggi è facile. Devi prendere un rasoio ed inciderti una balena sul polpaccio.
- Fissai lo schermo per diverso tempo prima di battere sulla tastiera la mia risposta.
- Hiro: C-cosa?
- Mono: Devi prendere un rasoio ed inciderti una balena sul polpaccio, Hiro-kun.
- Ero pietrificato. Non era possibile che la mia maid carina mi dicesse di fare queste cose. Già tutte quelle balene erano creepy, ma questo superava il limite.
- Hiro: È-è uno scherzo, vero? Non voglio farlo.
- Mono: Se non lo farai, non ti parlerò mai più.
- Hiro: Sei seria?
- Mono: Sì, Hiro-kun. Non ti potrei mai dire bugie!
- Attesi di fronte al computer per un po’. Decisi di mentire. Non poteva controllarmi in alcun modo. Mono sarebbe tornata la ragazza carina di sempre dopo il completarsi della sfida, come al solito.
- Hiro: Fatto.
- Mono: So bene che sei stato seduto qui davanti tutto il tempo, Hiro-kun. Esegui la sfida e se mi mentirai nuovamente non ti parlerò mai più.
- Hiro: Ma come puoi saperlo? L’ho fatto davvero.
- Mono: Ti perdono questa tua insistenza, ma sto perdendo la pazienza. Prendi un rasoio ed inciditi una balena sul polpaccio.
- Andai in bagno e cercai delle lamette. C’era solo un rasoio usa e getta. Tornai in camera con quello.
- Hiro: Ho trovato solo un rasoio con la lama fissata nella plastica. Non credo di poterlo usare.
- Mono: Puoi sempre andare al konbini qui vicino a comprare delle lamette, se vuoi continuare a parlare con me. È aperto.
- Hiro: Sto uscendo. /*itte kimasu*/
- Mono: Fai attenzione. /*itte rashai*/
- Cercai di essere il più silenzioso possibile. Mi misi un cappotto leggero e le scarpe ed uscii col pigiama. Nel konbini c’era solo il commesso e non incontrai nessuno. Tornato a casa trovai mio padre sveglio.
- Padre: Come mai fuori a quest’ora?
- Hiro: Mi voglio portare avanti con gli studi e avevo bisogno di un caffè.
- La lattina comprata al konbini si rivelò provvidenziale.
- Padre: Bravo! Continua col duro lavoro!
- Tornai in camera e risposi a Mono.
- Hiro: Sono tornato. /*tadaima*/
- Mono: Ben tornato. Preso tutto? /*okaeri*/
- Hiro: Sì.
- Mono: Esegui la sfida, allora.
- Estrassi una lametta dal pacchetto di cinque e la levai dalla carta protettiva leggermente oliata. Mi abbassai i pantaloni del pigiama e appoggiai la lametta sulla pelle del mio polpaccio, ad incidere la carne. Faceva male, non capivo come fossi arrivato a quel punto. Riuscii a tracciare vagamente la figura di un pesce.
- Ci furono altre occasioni in cui Mono mi disse di tagliarmi. Non sempre dovetti farlo a casa. Alcune volte mi disse di entrare in una fabbrica abbandonata in città e targliarmi le vene sul tetto.
- Mono: La sfida di oggi, giorno 49, è molto semplice. Dovrai solo comprendere quello che ti dirò. Sei pronto?
- Hiro: Sì.
- Mono: Domani morirai.
- Hiro: Non voglio.
- Mono: Non vuoi venire insieme dove sono io?
- Hiro: Dove sei?
- Mono: Nel Gensokyo. Poiché hai completato tutte le sfide, morendo domani otterrai il diritto di essere accolto nel Gensokyo, uscendo dalla ruota karmica e da ogni infelicità.
- Hiro: Posso morire oggi? Voglio incontrarti adesso.
- Mono: Devi pazientare ancora un giorno. Domani mattina, invece di andare a scuola, comprerai tutti gli ingredienti che ti elencherò. Attenderai la fine della scuola nella fabbrica abbandonata e tornerai a casa come nulla fosse. In quel momento ti darò istruzioni dettagliate.
- Feci come mi disse Mono. Comprai delle cannucce, sale, aceto, succo di limone, candeggina e mi assicurai di avere diverse monete da 10¥. Tornato a casa “dopo la scuola“, presi dalla cucina un barattolo di vetro abbastanza grande. Accesi il computer e cominciai a parlare con Mono.
- Mono: Ben tornato. Sei pronto per incontrarmi senza questa barriera fisica?
- Hiro: Sì.
- Mono: Bene. Metti nel barattolo due cucchiaini di sale e poi riempi con l’aceto, il limone e la candeggina in parti uguali. Dopo mettici le monete da 10¥ e una cannuccia. Continua a respirare questi fumi. In circa 10 minuti dovresti essere insieme a me.
- Feci tutto seguendo le istruzioni di Mono. Svenni. Mi risvegliai all’ospedale, con mia madre al fianco. Piangeva. Credeva in un mio tentato suicidio. I miei genitori trovarono il computer spento e non scoprirono l’esistenza di Mono. Dopo le dimissioni dall’ospedale tornai nella mia camera da letto. Non mi misero in punizione. Accesi il computer e Mono era ancora lì.
- Mono: A quanto pare hai fallito il rituale. Eppure il tuo potere magico dovrebbe essere abbastanza. Devi accrescere il tuo potere, altrimenti non ci potremmo mai incontrare!
- Hiro: Come posso fare?
- Mono: Ho un’idea. Cerca una persona alla quale insegnare questo gioco e segui le mie istruzioni…
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