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Storiaaaaaaa

a guest
Jan 26th, 2015
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  1. Mi sveglio. Capisco che mi trovo vicino ad un paesino di pescatori: riconosco l'odore amaro del salino, del pesce appena pescato e le urla dei pescivendoli.
  2. Pian piano le voci cessano e sento i cinguettii degli uccelli e il profumo
  3. dell'erba bagnata dalla rugiada mattiniera. Quando decido di alzarmi, la testa colpisce duramente delle travi di legno; nel buio ascolto i bisbigli delle altre persone. Accuciandomi noto che dietro alle mie spalle doloranti c'è una piccola fessura nel legno. Con quel poco che si riesce a vedere, studio il paesaggio: intuisco che stiamo costeggiando la foce di un fiume perchè fiuto ancora sapore del mare; sulla sponda opposta c'è una città, piena di case colorate e signorili che si affacciano su un viale alberato. Continuo a sbattere contro la parete in legno: sicuramente ci troviamo in una strada sterrata. Istintivamente metto le mani alla cintura, dove tengo il fodero del mio pugnale ma non c'è.
  4. "Come ci sono arrivata qua?" mi domando "Perchè mi ritrovo in questa carovana?"
  5. Mi sforzo per far affiorare dei ricordi dalla mente ma c'è solo il buio. Vengo presa inizialmente dal panico ma poi mi convinco che non serve a nulla e cosí riesco a tranquillizzarmi.
  6. "Sicuramente devo trovare un modo per uscire da questa situazione"
  7. Dopo un tempo che a me sembra infinito improvvisamente il carro si ferma.
  8.  
  9. Dei rumori assordanti provengono dall'esterno.
  10. "Svegliatevi, coatti!" urla un uomo "Siete arrivati nella vostra nuova casa!"
  11. Ci fanno scendere uno ad uno dalla carovana. Ci troviamo di fronte a un'edificio imponente, tutto in rovina:
  12. dal suo grande camino esce del fumo color pece. Poco più in là, da un'apertura
  13. che si trova vicino alla costruzione, c'è un via vai di schiavi che portano in
  14. un carretto delle pietre che vanno dal marrone scuro fino al beige più chiaro.
  15. Ci troviamo in una miniera.
  16. "Non devo farmi notare" penso "Così avró più possibilità per fuggire"
  17.  
  18. Quando tutti scendono, veniamo portati all'interno della fabbrica. Non riesco a respirare,
  19. una cappa di fumo avvolge tutto. Un uomo, scortato da tre ragazzi armati di frusta, sta venendo verso di noi: è alto, rasato in testa e ha una
  20. cicatrice sulla guancia destra; è un'uomo robusto e apparentemente sembra che niente lo può abbattere.
  21. "Io sono Antares, sono il direttore della fabbrica. Ora vi spiegheró
  22. in brevi parole cosa vi succederá in caso voi non svolgiate bene i vostri
  23. compiti o mi rechiate danni: verrete frustati o picchiati a sangue e verrete rinchiusi in una cella per tre giorni senza cibo. Spero di essere stato abbastanza chiaro" dice con un sorriso malefico stampato sulla faccia.
  24. "Spero che uscirò di qui senza farmi male" penso con un nodo alla gola. "Non ci tengo a farmi picchiare a morte."
  25. Un suo addetto ci illustra la fabbrica e ci spiega i vari ruoli che ognuno dovrà svolgere.
  26.  
  27. Finalmente ritorniamo all'esterno; ci mettono in fila per assegnarci i vari incarichi, almeno è quello che penso, ma poi noto che il direttore si ferma a guardare solo le ragazze più giovani. Io sono l'ultima della fila.
  28. "Ma guarda qua che bella ragazza che abbiamo qui davanti" dice al suo preposto "Che ci fa una fanciulla bella come te in mezzo a questi schiavi?" mi chiede prendendomi la mascella per guardare meglio il mio viso.
  29. "Potrei salvarti dal duro lavoro se tu diventerai la mia serva più fedele, se farai ed obbedirai a tutto ciò che ti dico..." mi dice bisbigliandomi nell'orecchio.
  30. "Mi rufuto di essere la tua 'servetta fedele'..." rispondo schifata con
  31. convinzione in modo da far sentire a tutti quel che dico "Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, tanto meno da te." gli dico con
  32. disprezzo.
  33. Sento dei mormorii provenire dagli schiavi: quelli che trasportano i
  34. carri pieni di sassi si fermano a guardarmi esterefatti. Sicuramente prima di me nessuno si era ribellato direttamente con Antares.
  35. "Mi fai schifo" e gli sputo in
  36. faccia. All'inizio rimane fermo, incredulo da quello che ho fatto ma per ricambiare il mio favore mi tira uno schiaffo all'orecchio sinistro: perdo l'equilibro e cado a terra, vedo tutte delle chiazze nere, sento un dolore acuto al timpano e tutto gira intorno a me. Mi ritira su prendendomi al collo.
  37. "Te la sei cercata ragazzina!" mi dichiara rabbiosamente stringendomi ancora di più il collo; faccio fatica a respirare.
  38. "E voi cosa ci fate li impalati? Ritornate a lavorare!" dice agli altri.
  39. "Lei lavorerà nella miniera." urla al suo sottoposto. "Ma prima rinchiudetela in una cella!"
  40. "Voglio vedere quanto resisterai" mi farfuglia nell'orecchio con malvagità.
  41. Mi lascia e cado a terra tossendo. Il mio piano iniziale è andato in fumo.
  42.  
  43. Poco dopo arriva un ragazzo, un subordinato di Antares, che mi tira su tenendomi stretta per il polso destro portandomi all'interno della fabbrica. Passiamo di fianco alle macchine, dove donne e bambini controllano le pietre per vedere se possano esserci cristalli da estrarre.
  44. Il ragazzo indossa degli occhiali ed entriamo in un tunnel: è troppo buio per vederci, cerco di orientarmi ma non ci riesco;
  45. "Dove mi stai portando?" gli chiedo infastidita. Non mi è mai piaciuto il buio.
  46. "Tra poco lo vedrai" mi risponde seccato.
  47. Delle fiaccole da lontano illuminano delle scale. Scendiamo e ci troviamo in una stanza circolare ben illumitata dalla quale partono tre
  48. corridoi.
  49. Mi conduce nel corridorio centrale e apre una cella: cerco di fare resistenza ma non ci riesco.
  50. "Stai ferma stupida ragazzina!" mi dice e mi lancia all'interno "Fai la brava e uscirai di qui presto." e poi si allontana.
  51. "Devo cercare di andarmene, ma come faccio se sono rinchius..." penso tra me e me ma
  52. improvvisamente sento un rumore sordo provenire dal buio della cella.
  53. "C'è qualcuno?" chiedo con un tremolio sulla voce.
  54. Mi avevano lasciato una candela, quasi del tutto sciolta. Pian piano mi avvicino: mi accorgo che il rumore di prima è un respiro affanso.
  55. Noto una sagoma sdraiata sul pavimento; mi avvicino per vedere meglio: è un ragazzo , probabilmente più grande di me, la poca luce
  56. della candela mi rivela a mala pena il suo volto: i suoi capelli mi sembrano chiari e folti; noto dalla sua espressione sofferente.
  57. "Ehi mi senti?" gli domando preoccupata
  58. "Il braccio..." sospira affanosamente
  59. Controllo sul braccio destro: la manica della maglietta è sporca di sangue; gliela strappo e lui geme dal dolore: la ferita è tutta infettata.
  60. "Cosa ti è successo? Cosa ti hanno fatto? " gli chiedo ma lui non mi risponde.
  61. "Adesso trovo un modo per disinfettare la ferita, aspetta solo un po'" gli dico
  62. Mi alzo e vado davanti alla porta della cella ed inizio a far rumore sbattendo sulle sbarre; una guardia, svegliatasi, si avvicina infastidita dal rumore che faccio.
  63. "Che vuoi stupida ragazzina?" mi domanda arrogantemente.
  64. "Una brocca d'acqua" gli risposi fredda.
  65. "Non posso" dice sbadigliando " Mi è stato ordinato di non farlo." e si allontana di qualche passo. Rinizio a far rumore e lui ritorna indietro arrabbiatissimo.
  66. "La vuoi smettere?!" mi dice, ma io aumento il rumore
  67. "Finchè non mi darai una brocca d'acqua io continuerò a far rumore." gli dichiaro in tono di sfida.
  68. Dopo neanche mezz'ora mi porta l'acqua.
  69. "Ti ringrazio." gli dico facendogli l'occhiolino ma lui stranamente non controbatte.
  70. Corro dal ragazzo e gli medico la ferita.
  71. "Grazie, mi sento già meglio." mi dice con un sorriso sincero; cerca di alzarsi ma non ci riesce allora gli do una mano ad appoggiare la sua schiena al muro.
  72. Quando apre gli occhi rimango quasi incantata: ha due occhi color giaccio che sembrano due cristalli di vetro. Mi sento strana sotto il suo sguardo, inizio a sentire uno strano calore alle guance, distolgo i miei occhi dai suoi.
  73. "È strano che una ragazza si trovi da queste parti" mi dice in modo scherzoso, anche se il suo viso dimostra solo sofferenza.
  74. "E' una lunga storia" gli rispondo ricambiando il sorriso
  75. "Tieni avrai sete" e gli passo la brocca.
  76. All'inizio esita un po ma poi la prende e la beve con foga. Dopo mi ripassa la brocca e bevo anch'io.
  77. "Da quanto tempo che non bevi?" gli chiedo con curiosità.
  78. "Da tre giorni..." mi risponde con rabbia.
  79. "Cosa hai fatto? Perchè ti hanno torturato e messo in questa cella?"
  80. "Ho difeso un operaio, che è stato ingiustamente frustato davanti a tutti, solo per il divertimento delle guardie. Mi sono messo in mezzo ed ora eccomi qui." mi rispose con una punta di allegria "E te? Come ci sei finita qua dentro?"
  81. "Sono appena arrivat..." voglio andare avanti con il discorso ma sento che improvvisamente mi mancano le forze.
  82. "Cosa sta..."
  83. "Ha messo qualcosa nell'acqua..." mi risponde il ragazzo che cade a terra. Mi avvicino a lui strisciando per vedere cosa gli succede ma
  84. anch'io mi accascio per terra e vedo tutto sfocato.
  85. "Per fortuna ha avuto effetto la 'medicina'" dice la guardia "Così mi lascerai in pace per una buona volta, ragazzina"
  86. Voglio controbattere ma non ne ho le forze. L'ultima cosa che vedo è il viso del ragazzo vicino al mio.
  87.  
  88. Vengo svegliata dal rumore delle sbarre che strisciano per terra con fatica per aprirsi; non sono ancora del tutto cosciente e non riesco a capire che succede.
  89. "Alzatevi il direttore è qui" annuncia qualcuno.
  90. Cerco di tenermi in piedi ma perdo subito le forze ma qualcuno arresta la mia caduta: il ragazzo di ieri mi sorride e io contraccambio.
  91. Antares entra nella cella e vedendomi ridotta in quello stato si mette a ridere.
  92. "Ma guarda un po chi c'è qua!" dice sorridendo "Sei davvero la stessa ragazzina piena di sé di ieri?! Solo un po di droga e già ridotta ad uno straccio?!" si mette a ridere ma subito dopo cambia di umore e si avvicina a me. Il ragazzo della cella cerca di mettersi in mezzo ma due guardie, anche se oppone resistenza, lo spostano di peso allontanandolo ed Antares ora mi fissa dritto negli occhi.
  93. "Sai non succede a tutte devi ritenerti fortunata.... Hai un'ultima possibilità: vieni con me e vivrai negli appartamenti più belli che esistano sulla faccia della terra o morirai lavorando in miniera"
  94. Non riesco più a sopportarlo.
  95. "Ti ho già risposto ieri: non verrò mai con te, non cambio idea"
  96. Diventa una belva feroce: mi butta a terra contro un'angolo e mi tira calci al petto: il mio campo visivo si riempie di macchie violacee.
  97. "Fermati!" urla il ragazzo blu ghiaccio implorando "Così la uccidi!"
  98. Chiudo gli occhi e lui soddisfatto esce dalla cella. Non riesco a rimanere cosciente e svengo.
  99.  
  100. Mi trovo in una stanza buia, dove non c'è neanche un'ombra di luce.
  101. Inizio a tremare. Cerco di alzarmi ma
  102. sono legata a terra, riesco a malapena ad alzare le braccia. Sento dei passi, che si avvicinano, come il ticchettio dei secondi di un orologio: dentro di me, il mio corpo batte dalla disperazione, voglio andarmene di lì, non voglio vedere il suo viso; urlo, sarebbe troppo doloroso ricordare.
  103.  
  104. Mi sveglio urlando dalla paura e dal dolore. Mi sono alzata di scatto e, avendo sicuramente una costola rotta, non sento altro che dolore.
  105. Subito mi viene in contro il ragazzo.
  106. Siamo in un piccolo spazio: c'é odore di muffa e di legna marcia e si muove.
  107. "Dove siamo?" gli chiedo bisbigliando "Perchè siamo in movimento?"
  108. "Ci stanno trasferendo alla miniera, è lì che vivremmo da oggi fino al testo dei nostri giorni" constata il ragazzo
  109. "Non ci voglio nemmeno pensare" rispondo con risolutezza "Io non vivrò i resti dei miei giorni qua devo scoprire chi sono"
  110. Il ragazzo mi fissa esterrefatto senza dire nessuna parola e imbarazzata gli racconto i miei pochi ricordi che mi son rimasti.
  111.  
  112. Dopo continua solo a fissarmi.
  113. "Questo è..."
  114. "Orribile" dico continuando la sua frase. "Ho la necessità di scoprire chi sono. Per questo me ne devo andare via di qui"
  115. "Peró a una cosa possiamo già rimediare!" mi esclama
  116. "Cosa?" ora sono curiosa
  117. "Il nome! Che nome ti piacerebbe avere? Non posso pensarti come la ragazza dai capelli rossi" mi dice sorridendo.
  118. "E io come il ragazzo dagli occhi blu." gli esprimo con imbarazzo
  119. "Mi chiamo Rin" dice sorridendo"Ma adesso bisogna pensare al tuo di nome!"
  120. Dopo tre minuti di silenzio sussulta.
  121. "C'è l'ho!" dichiara "Che ne dici di Emma?"
  122. "Mi piace..." rispondo felice e timida.
  123. La carrozza cade in una buca profonda e, rimbalzando, urlo dal dolore.
  124. "Emma!" dice Rin "Stai bene?"
  125. "No" gli rispondo sinceramente "Ma passerà presto il dolore"
  126. Si siede vicino a me e mi fa segno di appoggiare la mia testa sulla sua spalla.
  127. Accetto volentieri e mi addormento.
  128.  
  129. Un'altra scossa mi sveglia improvvisamente.
  130. "La carrozza si è fermata: siamo arrivati" mi spiega Rin.
  131. Le porte della carrozza mal concia si aprono e due guardie ci prendono per le braccia e ci spingono fuori.
  132. Rimango inorridita. Siamo in una cava a strati, nella quale ci sono numerosi cunicoli. Uomini di tutte le etá fanno aventi e indietro tra una fessura all'altra.
  133. Ma non è questo che mi fa venir da vomitare: nella piazza principale c'è un'anziano signore disteso a terra in un pozza di sangue raggrinzita; la posizione del suo corpo é disumano ed e in fase di avanzata decomposizione.
  134. Rimango a guardarlo per un periodo che sembra un'eternità.
  135. "Ecco che succede a chi non sa lavorare od osa disubbedirci!" esclama la guardia estraendo la frusta dal fodero e ridendo.
  136. Rimango immobile a guardarlo finchè le giardie non ci portano via.
  137.  
  138. Ci portano all'interno di uno dei cunicoli: non si riesce a vedere un granché ma dopo un po mi abituo a vedere grazie a quelle poche e distanziate lampadine fissate al muro; alla mia destra ci sono i carretti che portano le pietre fuori da qui; dalla parte opposta gli operai, che spaccano il muro con le mazze da minatore, legati tutti al piede sinistro al muro tramite una catena che ad una prima occhiata sembra ferro, sorvegliati dalle guardie di Antares, i quali tengono la mano destra pronti a sfoderare la frustra ma forse la cosa più anormale è che io sono l'unica donna.
  139. Appena mi notano tutti smettono di lavorare e mi fissano.
  140. "Che avete da fissare?!" urla la guardia che mi strattona "Tornate a lavorare!"
  141. Rin ed io siamo messi vicini ma non ci scambiamo nemmeno una parola.
  142.  
  143. Non so quanto tempo è passato da quando siamo qui dentro: la mia costola non sta ancora molto bene e le braccia non riescono più a sopportare il peso della mazza da minatore e le mani sono tutte gonfie; per non parlare che non so quando è stata l'ultima volta che ho messo del cibo nel corpo.
  144. Cado a terra stravolta.
  145. "Chi ti ha detto di fermarti ragazzina?!" mi domanda la guardia arrogantemente, sfilacciando dal fodero la frusta.
  146. "Non vedi che é mezza morta?!" risponde Rin incazzato alzando la voce "Non dovrebbe neanche essere qui!"
  147. Una frustata lo prende dritto nella guancia ma Rin non toglie il suo sguardo ghiacciato dalla guardia che si avvicina verso di lui.
  148. "Moccioso non provare a sfidami o farai la fine di quello là fuori" gli dichiara minacciosamente. Il tempo si è fermato: tutto il cunicolo è di nuovo in silenzio, gli operai fissano tutti nella nostra direzione.
  149. Devo fare qualcosa ed anche subito.
  150. Prendo la mazza con fatica e ricomincio a lavorare la parete.
  151. "Giusto è così che si fa!" dice sogghignando "Prendi esempio da lei moccioso!"
  152. Tutti riniziano a lavorare: Rin mi fissa per un po preoccupato ma io gli sorrido.
  153.  
  154. Suona una campana: è finito il lavoro; faccio cadere a terra lo scalpello e con esso anche il mio corpo.
  155. Le guardie ci liberano le caviglie dalle catene.
  156. "Ti serve una mano bambina?" mi chiede una guardia squadrandomi dal capo ai piedi.
  157. "Ci penso io: dopotutto non potete perdere tempo con noi schiavi."
  158. Rin mi fa alzare ma mi manca la forza nelle gambe allora mi prende di peso e segue la folla.
  159. "Grazie mille" gli sorrido "Ma perché stai facendo questo per me?"
  160. "Tu mi hai aiutato ed ora tocca a me"
  161. Mi sento protetta tra le sue braccia.
  162. Dopo dieci minuti mi fa scendere.
  163. "Siamo arrivati: stammi attaccanto"
  164. Siamo in un corridoio strettissimo e tutta la gente spinge di qua e di lá; piano piano la folla di divide a destra ed a sinistra: Rin mi tiene la mano forte per non perdermi.
  165.  
  166. Finiamo in una cella minuscola piena di gente; mi fissano tutti, come se fossi un pezzo raro di una collezione.
  167. "Stai tranquilla, non ti faranno del male é solo che non vedono una ragazza da un bel po..." mi consola Rin
  168. "Ora riposati un po sia le tue costole che le tue braccia ne hanno bisogno. Ti sveglieró quando ci porteranno alla mensa"
  169. Non me lo faccio dire due volte e mi addormento sulla sua spalla.
  170.  
  171. Vengo svegliata e la prima cosa che vedo è il sorriso di Rin.
  172. Ci alziamo e nel frattempo aprono le celle. Seguo la folla e mi tengo attaccata alla maglietta del ragazzo per la paura di perdermi.
  173. Passiamo un grande portone e
  174. tranne a me ed ad altri due ragazzi forzuti e andammo alla miniera. "Noi lo
  175. chiamiamo il Pozzo" mi disse uno dei ragazzi di fianco a me "È un lavoro
  176. durissimo quello che svolgiamo nella miniera: tutto il giorno a picchettare
  177. nelle pareti e poi come rincompensa neache del cibo mangiabile" disse con
  178. fustrazione. Cibo: penso che in quel momento avrei divorato di tutto.
  179. Entrammo nel Pozzo: Mi misero vicino adun ragazzo,
  180. probabilmente più grande di me, capelli folti chiari, occhi color
  181. ghiaccio. Mi diedero un picchetto e cominciai a colpire la parete. "È strano
  182. che una ragazza si trovi da queste parti" mi disse lui in modo scherzoso "Lo
  183. credo anch'io sai?" gli risposi "Tu sei la ragazza di ieri vero? Quella che si
  184. è ribellata a Antares giusto?" mi chiese "Ehm... Si" dissi con timidezza
  185.  
  186. "Sai, tutti parlavano del tuo coraggio" mi bisbigliò nell'orecchio
  187. "Silenzio voi due! Lavorate!" urló un uomo che diede una frustata a terra per
  188. intimidirci. Ma a me non mi importava del suo frustino. "Comunque come mai ti
  189. trovi qui?" gli chiesi. I suoi occhi diventarono ancora più gelidi. "Non sono
  190. affari tuoi e se fossi in te continuerei a picchettare." "Perchè mi avrà
  191. risposto così?" pensai
  192. Mi guardai intorno; non si riusciva a vere molto: si vedeva appena il soffitto
  193. terroso. Gli schiavi erano disposti in coppie che erano controllate da un uomo, il quale aveva un frustino in mano; c'era un unica via di uscita. "Questo mi complicherà le cose..." pensai. Sentii un dolore fortissimo alla schiena: caddi
  194. a terra in ginocchio e vidi il sangue che gocciolava a terra. "Che stai facendoCoatta? Perchè non lavori? Sei nel mondo dei sogni o cosa?" mi disse l'uomo che
  195. mi aveva fustrata Il ragazzo che stava di fianco a me si avvicinó a me per
  196. cercare di aiutarmi a rimettermi in piedi ma l'uomo lo fermò. "Alzati...
  197. Subito!" mi urló Mi alzai a fatica, sentivo dolore in tutto il corpo.
  198. "Rimettiti a lavorare subito!" disse passandomi il piccone. Iniziai a
  199. picchiettare il muro. Il ragazzo mi fissò per un secondo e poi ritornó a
  200. lavorare.
  201. Arrivó mezzogiorno e andammo tutti alla mensa: era una baracca gigantesca ed
  202. al centro c'erano dei tavolo di legno malconci; i tavoli erano divisi tra
  203. maschi e femmine; il cibo era disposto in scodelle di legno rovinate.
  204.  
  205. Parte 6 Quando entrai la gente smise di parlare e mi fissarono: forse ero
  206. diventata popolare dopo la scenata con Antares. Mi sedetti e riniziarono a
  207. parlare. Iniziai a mangiare con foga: il cibo non sapeva di niente peró mi
  208. riempí la pancia.
  209. Ritornammo subito a lavorare. Mi portarono nella stessa postazione: di fianco
  210. a me c'era il ragazzo dagli occhi di ghiacchio e poi c'era lo stesso uomo che
  211. mi aveva fustrato, la ferita mi faceva ancora male. Notai che nessuno aveva le
  212. catene. "Come fanno ad essere tanto sicuri che nessuno provi a scappare?" mi
  213. chiesi "Bhe sarà un vantaggio per me" Non parlai di nuovo con il ragazzo: lui
  214. picchettava con forza la parete e non mi degnó di neanche uno sguardo.
  215. Quella sera quando ci portarono alle nostre camerate incontrai il ragazzo del
  216. Pozzo. Non ci guardammo finchè non ci incrociammo. I suoi occhi sembravano piú
  217. scuri, indossava la stessa maglietta che aveva nel Pozzo e notai che aveva una
  218. cicatrice al braccio sinistro, sicuramente provocato da un'arma da taglio. Mi
  219. fermai un secondo davanti a lui che fece lo stesso. "Ehm..." dissi abassando lo
  220. sguardo "Scusa devo andare." replicò lui in tono distaccato Rimasi a guardarlo
  221. intontita. "Cosa mi sta succedendo?" mi chiesi E poi entrai nella camera
  222.  
  223. Parte 7 Quando entrai tutti cessarono di parlare. Fino adesso non avevo ancora
  224. nessun tipo di rapporto con loro. Mi misi nel mio spazio e mi sdraiai ma sentii
  225. un dolore acuto alla schiena: ormai la ferita non sanguinava più ma faceva
  226. ancora un male cane. Mi girai con le spalle al muro e quasi subito mi
  227. addormentai.
  228. J
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