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Oct 28th, 2016
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  1. Nome: Giuseppe "Pepe" Maltese
  2. Clan : Gangrel
  3. Generazione : 11
  4.  
  5. Sentiero : SENTIERO DEL POTERE E DELLA VOCE INTERIORE
  6. Fazione : Moderati
  7.  
  8. Archetipo: Mobster
  9. Carattere: Competitore
  10. Natura: Pianificatore
  11.  
  12. Background:
  13.  
  14. UNA UMANITA' DA SGHERRO:
  15. Giuseppe Maltese nasce come criminale alla fine degli anni '20, al servizio del Boss Vincenzo Corleone della famiglia di Cosa Nostra.
  16. In quegli anni, per poter sopravvivere, o vivevi come uno scarafaggio o come uno squalo e Pepe non e' mai stato il tipo da farsi mettere i piedi in testa.
  17. Da semplice fattorino si fece rapidamente strada fino a diventare un braccio armato della malavita palermitana. Giovane, forte e fedele, numerosi luogotenenti di Corleone amavano scherzare sul fatto che nessun nome potesse essere piu' adatto di Maltese per un fedele cane da guardia come lui.
  18. Pepe sorrideva e nel frattempo scalava successi dopo successi fino a diventare lui stesso uno dei piu' violenti e feroci luogotenenti di Don Vincenzo.
  19. Le sue capacita' lo misero nel mirino di Francesco Bertolli, un gangrel camarillico che e' fuggito dalle realta' ferali del suo clan per vivere in citta' e lasciarsi cullare dai vizi e dalle possibilita' che la modernita' poteva offrire.
  20.  
  21. L'ABBRACCIO E IL RAPPORTO CON IL SIRE:
  22. Francesco sfido' Maltese nel suo campo di specializzazione e comincio' tra i due una aspra lotta per la supremazia nel controllo di un territorio, le campagne circostanti Palermo.
  23. Pepe resisteva stoico agli assalti del vampiro e dimostro' al suo futuro domitor una forza di volonta' sovrannaturale per un essere umano.
  24. Laddove i piu' si sarebbero arresi, lui ringhiava con rinnovato spirito e combatteva piu' aspramente.
  25. Con il consenso del Principe, Giuseppe venne abbracciato a meta' degli anni '30 da quello che per anni il giovane mafioso vedeva come il suo peggior nemico.
  26. Ma sul piatto dell'offerta di pace v'era l'immortalita' e nessuno al mondo metterebbe l'orgoglio davanti alla possibilita' di vivere in eterno.
  27. L'antagonismo si trasformo' dapprima in rispetto, poi in amicizia ed infine in fratellanza.
  28. Maltese comincio' a lavorare per il suo sire nella gestione degli affari nel mondo mortale e sviluppo' l'attaccamento delle varie famgilie mafiose palermitane verso una ed una sola bandiera, quella di Francesco.
  29. Servi' fedelmente il suo sire e la Camarilla per moltissimo tempo, collezionando solo successi e non mostrando alcun desiderio di togliersi il guinzaglio messogli dal sire, felice di essere il gregario di un vampiro tanto perspicace ed intelligente.
  30. Negli anni '50, il suo sire guadagno' abbastanza rispetto da essere eletto Sceriffo di Palermo ed elesse Giuseppe sua frusta, certo della sua cieca fedelta'.
  31. I due difesero assieme la citta' di Palermo da qualunque minaccia, portando Francesco ad essere uno dei vampiri piu' rispettati della citta'.
  32. Giuseppe viveva il riflesso della fama del suo sire ma il rapporto tra i due era ormai un legame indissolubile e la gentilezza con cui il sire lo trattava non faceva pesare al Gangrel di essere solamente uno strumento nelle sue mani.
  33.  
  34. LA CREPA:
  35. Tutto cambio' a meta' degli anni '80, quando una forte offensiva proveniente dal fronte arabo recante gli stemmi del Sabbat, comincio' a destabilizzare il potere del Principe e la presa della Camarilla sui vampiri piu' giovani che, sentendosi sempre meno al sicuro, sciamavano come mosche a rimpolpare la sempre piu' fiorente corrente Anarchica calabrese.
  36. Il Principe riverso' il proprio stress e la propria angoscia su Francesco, mettendo in dubbio la sua capacita' nel mantenere l'ordine in citta'. Giuseppe cerco' per quanto in suo potere di aiutare il suo domitor a mantenere i nervi saldi e a rispondere alle minacce una alla volta e con la dovuta calma ma le pressioni del Principe divennero tali ,ad un certo punto, da costringere il Gangrel ad azioni sempre piu' disperate e sempre piu' rischiose.
  37. La Notte del 23 Agosto 1987, l'assalto ad una delle casematte del Sabbat ando' particolarmente male. I nemici si aspettavano l'assalto ed avevano preparato una controffensiva per mettere una volta per tutte in ginocchio la camarilla.
  38. Francesco combatte' con onore e furia, fianco a fianco di Giuseppe ed i due riuscirono a respingere gli arabi ed a decapitare il leader del loro movimento, un Angelo di Caino del Sabbat.
  39. Ma le ferite di battaglia erano ben peggiori di quello che sembrava ed il sangue sgorgava dal corpo del gangrel incessantemente anche una volta finito il combattimento.
  40. Giuseppe vide il proprio sire dissanguarsi e diventare cenere di fronte ai suoi occhi ed il suo cuore si ruppe definitivamente.
  41. Il Principe di Palermo si prese tutto il merito per aver debellato la minaccia dell'assamita e sfrutto' questa vittoria per rafforzare maggiormente la sua autorita' sui primogeni che ormai da anni stavano cercando di farlo deporre.
  42. Francesco fu capro espiatorio di questa manovra politica ed il suo nome venne a malapena citato quando si tratto' di descrivere la Grande Guerra di Palermo.
  43. Questa ovviamente fu anche la sorte di Giuseppe, da sempre visto come un galoppino, ora divenuto un cane senza un padrone.
  44. Per gli anni a seguire Giuseppe visse guardando con macerante odio le gesta del Principe e osservando con rinnovata furia gli sciacalli vampirici che cercavano di strappare un pezzo di carne dalla carcassa di quella battaglia, rifiutandosi di dare il giusto merito a chi si e' sacrificato per tutti loro e per la loro causa.
  45. Quando nel 1998, il conciliatore Xavier decreto' l'abbandono della camarilla da parte del clan Gangrel, Giuseppe ebbe la possibilita' di canalizzare in un unico flusso l'odio che stava montando in lui da anni e decise di mordere con violenza la mano del suo padrone, la Camarilla.
  46.  
  47. IL TRADIMENTO:
  48. Recupero' informazioni sui suoi precedenti nemici e su dove si fossero ritirati, li raggiunse e ottenne un colloquio con il loro nuovo leader, un Pander del Sabbat di nome Romeo.
  49. Il Sabbat torturo' a lungo Giuseppe, un po' per fargli pagare tutte le sconfitte degli anni passati, un po' per assicurarsi che non si trattava dell'ennesima trappola camarillica, ma una volta assodato il motivo di tale tradimento, decise infine di dare a Giuseppe una possibilita' di vendetta.
  50. Guidati dalle informazioni dell'ex frusta, il Sabbat sferro' un inaspettato attacco al cuore della Camarilla palermitana. Le difese del nuovo sceriffo, progenie dello stesso Principe, non furono neppure lontamente sufficienti e quasi il 60% dei vampiri fedeli alla torre venne spazzato via in una sola serata.
  51. Quel lago di sangue prosegui' nelle nottate successive ed ebbe il proprio culmine con l'assalto all'Elyseo del Principe. Il Custode dell'Elysium ( uno degli inutili sciacalli del Principe ) fuggi' immediatamente nel vedere l'entita' dell'attacco, lasciando le difese prive di una vera e propria guida e quindi troppo sguarnite per poter fermare l'attacco.
  52. Lo Sceriffo cerco' di tornare il piu' velocemente possibile in Elyseo ma arrivo' troppo tardi.
  53. Giuseppe stesso, guidando un branco del Sabbat, aveva fatto breccia nel cuore della roccaforte ed aveva fatto a pezzi il Principe, diablerizzando il suo cuore e ponendo la parola fine alla sua sete di vendetta.
  54. Lo sceriffo vide il suo sire andare in cenere e vide il viso del suo omicida... ma fu costretto a scappare, lasciando Giuseppe impunito e la citta' di Palermo nelle mani del Sabbat.
  55. Romeo, il Pander che si era fidato di Giuseppe, si stabili' come nuovo Vescovo della citta' e chiese al Gangrel di rimanere come braccio armato, ma Pepe si rifiuto'. Troppe memorie e troppo dolore erano testimoni in quella citta' maledetta.
  56. Marchiato dalla camarilla come traditore, fu costretto a proseguire la propria non vita sotto le insegne del Sabbat e presto o tardi comincio' ad apprezzarne le usanze e la tradizione.
  57.  
  58. UNA NUOVA ALBA:
  59. Giunse a Napoli all'inizio del 2000 e presto' giuramento al Vescovo Ginanni, un Malkavian dall'incredibile acume che condivideva con Maltese l'amore verso il mondo dei mortali.
  60. Comincio' nuovamente a stabilirsi, con il consenso del Vescovo ( ottenuto anche grazie alle svariate informazioni che il nosferatu ha regalato al Sabbat a riguardo della camarilla palermitana) , all'interno del mondo mafioso napoletano, prendendo le redini del commercio della droga e riposizionando i suoi ghoul come luogotenenti del suo piccolo impero personale.
  61. Il suo nome ( ormai per tutti "Pepe" ) ed il suo volto, diventarono tuttavia presto famosi e la polizia comincio' a cacciarlo con odio, forte delle nuove politiche antimafiose che negli ultimi anni diventarono quasi una moda, un motivo di vanto, per la polizia partenopea.
  62. Questo non fece che gasare maggiormente il Gangrel che con lo stile degli anni '30, amplio' e rafforzo' sempre di piu' la sua presa sul mondo del crimine, portando le forze dell'ordine all'esasperazione.
  63. La sua fame di protagonismo tuttavia, riporto' l'ex Sceriffo di Palermo sulle sue tracce.
  64. Pochi anni fa, il camarillico riusci' a sferrare un grosso e pericoloso attacco alla istituzione di Maltese e mise in ginocchio il gangrel, costringendolo a ritirare nuovamente i propri luogotenenti dal campo di battaglia.
  65. Il Vescovo Ginanni consiglio' a Pepe di abbandonare Napoli, la situazione era diventata troppo pericolosa li' per lui, e gli indico' Milano.
  66. Con la promozione del Vescovo Piccolomini a Cardinale e con la risaputa morte del Campione della Spada, Milano sarebbe stata indebolita dalla perdita di un grande Leader e di un grande guerriero e la citta' del codice e' troppo importante perche' venga lasciata sguarnita. Inoltre Napoli non ha mai mandato veri e propri aiuti a Milano e questo sarebbe stato sicuramente un messaggio improtante, anche agli occhi del nuovo eventuale vescovo, di apertura a nuovi, fiorenti rapporti tra le due citta'.
  67. Maltese accetto', certo di riuscire a stabilire la sua mafia anni '30 anche in una citta' poliglotta e moderna quale Milano e si preparo' a inviare i suoi luogotenenti a preparare il suo arrivo in citta'.
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