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Capitolo I

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Sep 22nd, 2014
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  1. Pecora's Adventures
  2. Capitolo I: Casa Pecora Surace
  3.  
  4. Paco si alzò dalla sedia e si fece una canna. Era un pomeriggio come tanti, quando qualcosa di inaspettato accadde: un suono fragoroso, improvviso, disturbò la quiete della tranquilla casa di periferia della famiglia Pecora Surace.
  5.  
  6. Paco tossì e corse nel salotto di casa sua. Il suono proveniva da lì, ma non c'era nulla di strano. Andò in cucina, e ciò che vide fu qualcosa di inspiegabile... Sul pavimento, riverso in una pozza di piscio e succo di frutta, giaceva in stato confusionale l'amico suo più fraterno, compagno di mille battaglie.
  7.  
  8. Cazzobraccio farfugliava frasi senza senso:
  9. "Dobbiamo scappare, dobbiamo fuggire" balbettava.
  10. Paco rimase fermo all'uscio della porta, pietrificato. Non aveva mai visto il suo amico cazo ridotto in tal guisa. La cosa lo preoccupava, ma ancor più lo spaventava. Conosceva Cazzobraccio da tempo immemore, e di certo il suo amico non era una fighetta, una femminuccia. Cosa poteva averlo ridotto in quello stato? Doveva scoprirlo.
  11.  
  12. Cazo era sotto shock, e non riusciva a rispondere a nessuna domanda. Esaminò la pozza: era proprio piscio. Aiutò l'amico ad alzarsi, e decise di portarlo fuori casa. Aveva un brutto presentimento: non sapeva di preciso cosa, o quando, ma qualcosa di brutto stava per accadere. Con cazo sottobraccio si diresse verso la porta d'uscita, veloce, trafelato.
  13. Quand'ecco l'illuminazione. Lasciò cadere cazo a terra e corse, corse come se non ci fosse un futuro, come se quella potesse essere l'ultima corsa della sua vita.
  14.  
  15. Corse verso camera sua, sfondò la porta con un calcio e si gettò sul letto, alla ricerca di quanto aveva di più caro al mondo. Venti secondi di panico e ansia, prima di trovarla, finalmente. Raccolse nel suo pugnetto di Pecora tutta la ganja che gli era rimasta. Si trattava di un rarissimo incrocio di ganja calabro-sarda, denominata la Sventrapecure. Un solo tiro di quell'erba era capace di provocare i trip più allucinatori che persino il peggiore dei fattoni avesse mai affrontato. Paco l'aveva rubata durante uno scontro tra bande, per il dominio di Macerata, ma questa è un'altra storia.
  16.  
  17. Ciò che conta è che adesso il suo pugnetto stringeva gli ultimi 20 grammi di Sventrapecure che il mondo conoscesse. Tutto il resto della rarissima varietà era andata persa, bruciata o sequestrata durante l'operazione di polizia denominata "Sventra-sventrapecure". La guardò un ultima volta, la sniffò. Poi la mise in tasca e ridiscese le scale. Cazo era ancora lì, di fronte alla porta, in una nuova pozza di piscio e succo di frutta.
  18.  
  19. Paco non comprendeva cosa stava accadendo al povero cazo: era tempo di chiedere aiuto. Andò di sopra e chiese aiuto ai #superamici. Fortuna volle che _rcospalbero e Nelly fossero online.
  20. "we superamici, qua sta a succede un casino. datemi una mano"
  21. "we paco, l'hai lasciata la polla?"
  22. "ma smettila, ho qui cazo che continua a pisciare e vomitare succo di frutta, non so che fare!"
  23.  
  24. Il silenzio riempì il canale. Un silenzio assordante. I superamici sapevano, avevano capito. Nessuno parlò, finché la voce del saggio non ruppe questo clima surreale.
  25. "Non pensavo sarebbe avvenuto tutto così presto. Dobbiamo passare al protocollo 10".
  26. A scrivere era Neri Locchi, altresi noto come NLFW. NLFW, acronimo che stava per NERI LOCCHI FOR THE WIN. O no?
  27. "Che cos'è il protocollo 10 nely?"
  28. "lol sulpici0 adesso vedi" rispose Neri ridendo nella sua stanza, sul letto di fronte all'arazzo psichedelico. E d'improvviso il computer di Paco si riavviò.
  29.  
  30. Fu un istante, poi il macinino schifoso di Sulpicio, che notoriamente necessitava di 20 minuti per avviarsi, in quell'occasione bastò di 5 secondi per essere operativo. Ecco la richiesta della password di Windows. Paco ticchettò sulla tastiera la sua password consueta, ansioso di tornare su #superamici per chiedere delucidazioni su quanto successo prima.
  31. "PecoraSurace1000", digitò.
  32. PASSWORD ERRATA.
  33. Uno sguardo di perplessità si stampò sul viso ovino di Paco.
  34. "Cosa cazzo..?"
  35. Ridigitò la password, convinto di aver semplicemente sbagliato a battere i caratteri sulla tastiera.
  36. PASSWORD ERRATA, segnalò nuovamente il computer.
  37. Allora Paco provò tutte le password che gli venissero in mente, tutti i codici d'accesso che in 20 anni di internet aveva utilizzato.
  38. "SulpicioThebest", "MacerataMacerata", "Bruzzi", "budellon@123budell".
  39. Nulla.
  40. Fu allora che, forse colpito da un'illuminazione divina, provò, in una mossa tipica della disperazione maceratese, la prima cosa che gli venisse in mente: "protocollo10".
  41. PASSWORD ACCETTATA
  42.  
  43. "Ma questo non è Windows..."
  44. A questo punto, era ovvio anche per il povero Pecora che qualcuno aveva sabotato il suo computer. File personali, musica, cronologia e programmi erano stati cancellati, e rimpiazzati con cose che neanche conosceva. Diamine, lui neanche sapeva usare Linux! Per fortuna c'era installato un client IRC e riuscì a connettersi a #superamici. Gli occhi di Sulpicio facevano fatica a credere alla scritta: "Channel does not exist" Cosa stava succedendo? Paco pensò che avesse esagerato con il fumo, ma non era quella la causa di tutto ciò. Il protocollo 10 era stato avviato, e c'era poco da fare ormai.
  45.  
  46. Cazo! Si affacciò per le scale e notò che cazo era scomparso. Anche la puzza e il vomito erano spariti. La piccola mente del primogenito Surace lavorava svelta per elaborare quella mole di informazioni, senza giungere a qualcosa di sensato.
  47. "Ma che cazzo..."
  48. "Non c'è bisogno di imprecare, Sulpici0"
  49. Una voce dietro di lui. Paco si girò di scatto, spaventato, cercando con lo sguardo chi avesse emesso quel suono.
  50. "E' inutile che mi cerchi in casa, non sono in casa, tecnicamente. Guarda il PC"
  51. Si voltò verso il suo computer e lo vide. A tutto schermo, uno stream, un video con un personaggio a lui noto troneggiava.
  52. "Ti starai chiedendo cosa sta succedendo, perché il tuo amico Nelly sta trasmettendo uno stream video che non hai richiesto sul tuo PC, perché cazo è a casa tua, come mai vomita succo di frutta e in definitiva cosa sia il protocollo 10"
  53. Sulpicio annuì, verso la webcam. Aveva realizzato che Nelly lo sentiva e vedeva attraverso le periferiche del suo pc.
  54.  
  55. "Bene. Vedi sulpicio, non avrei voluto che succedesse questo. Spesso però le situazioni sfuggono di mano, e questo è uno di quei casi. Sappi che la ragione per cui cazo vomita succo di frutta è da ricondurre al fatto che il tuo amico Christian ha di recente assunto una sostanza chimica conosciuta nell'ambiente degli esperti di bio-armi come "fruttarola".
  56. Mi spiace ma non posso fornirti ulteriori dettagli, non adesso. Sappi che il soggetto che ora si trova in casa tua non è chi tu pensi che sia.
  57. Neanche io sono chi tu pensassi che fossi, e questo ti è ovvio adesso, no?
  58. Facciamola breve. Se vuoi sopravvivere a questa notte devi eliminare il soggetto Cazzobraccio. Devi eliminarlo o presubilmente lui eliminerà te.
  59. Altrimenti c'è sempre la terza opzione. Se non si dovesse trovare una soluzione civile in serata, vi elimineremo noi entrambi, esattamente alle 9 di domattina.
  60. Ah, Paco, sappi che la casa è stata sigillata. Buona fortuna. Spero di cuore che tu ce la faccia"
  61.  
  62. Il video si chiuse, tutte le luci della casa si spensero. In un secondo l'unica luce presente in casa rimase quella emessa dal monitor del computer. Che cazzo voleva dire Nelly?
  63. Si doveva per forza trattare di uno scherzo, di una trollata dei #superamici. Fece per alzarsi. Doveva cercare cazo, lui gli avrebbe rivelato che si trattava solo di uno scherzo e questa farsa sarebbe finita. Era ormai fuori dalla stanza quando ecco che il tipico suono di un messaggio privato su IRC, colpì il suo orecchio.
  64.  
  65. Il mittente del messaggio era tale "user19341". Nessuno che Sulpicio conoscesse. Si doveva trattare di un nickname di default.
  66. "Guarda davanti alla porta sulpì. Scusami, è tutto quello che sono riuscito a intrufolare.
  67. Devo staccare, cercherò di aiutarti ancora. Ci proverò, anche se loro mi osservano".
  68. La porta, quale porta? Paco era confuso, e ancora doveva accusare il colpo completamente. I suoi genitori erano fuori città per celebrare l'anniversario e non sarebbero tornati prima di domani. Era solo.
  69.  
  70. Decise di seguire il consiglio dell'utente misterioso, e si mosse con cautela verso la porta d'ingresso. Era sigillata, sì, ma lo spioncino era ancora lì. Prese un respiro profondo, chiuse un occhio e guardò dentro. Inizialmente sembrava non ci fosse nulla: il giardino, la recinzione e le scale. Guardando più attentamente però notò un accendino che luccicava, posato sopra la ringhiera a pochi passi dalla porta. Sembrava d'oro. Era l'accendino quello a cui si riferiva l'utente? Era quella la chiave per sbloccare il protocollo?
  71.  
  72. Paco prese un mattarello dalla cucina e sfondò la finestra della sala da pranzo: era intenzionato a prendere quell'accendino. In punta di piedi e con il fiato sospeso, allungò la mano e prese l'accendino, quando sentì un urlo.
  73. "Cazo che cazzo fai oh"
  74. L'immagine di un cazo con arco e frecce rimase impressa indelebile nella mente di Paco Surace. Sentì una freccia fischiargli vicino l'orecchio destro. Provò a chiamare l'amico ancora una volta, ma non era il cazo che conosceva. Saltò dentro casa e barricò la finestra appena in tempo. Fuori, un solo grido:
  75. "PACOOOO!"
  76.  
  77. Cazzobraccio si gettò sulla finestra con impeto bestiale. In base a quanto Sulpicio era riuscito a vedere, la casa era stata sigillata con due giri di plastica molto spessa e resistente.
  78. Un primo giro ricopriva l'edificio in maniera aderente, mentre un secondo giro a mo' di tenda, cadeva a qualche metro dalle mura del palazzo stesso. In questo spazio di pochi metri, tra uno strato di plastica e l'altro, correva come in preda a una psicosi, il povero cazo.
  79. "PACO VIENI FUORI, AIUTAMI"
  80. Quasi un ruggito. La voce dell'amico fraterno non era quella che Paco ricordava.
  81.  
  82. Qualcosa di animalesco, di ancestrale, aveva modificato la voce di Cazo. Attraverso la finestra Sulpicio cercò con lo sguardo Cazo. Doveva essersi allontanato. Lo sentiva ma non riusciva a vederlo più. Paco corse attorno al perimetro della sua casa, una bella dimora di periferia tipica della borghesia maceratese. Al piano terra, tante finestre ampie avevano reso un tempo la casa molto luminosa. Adesso quelle stesse finestre rappresentavano un pericolo mortale.
  83.  
  84. Quando Paco sentì una di esse rompersì, capì dove si trovasse Cazo.
  85. "Christian, fermati, calmati, che cazzo ti è successo?" sbraitò Paco verso l'amico ormai irriconoscibile.
  86. "PACO IO HO BISOGNO DI AIUTO"
  87. Cazo cercava di aprirsi un varco nella spessa plastica con una freccia.
  88. La copertura pareva reggere, per ora, ma per quanto ancora avrebbe opposto resistenza alla furia scimmiesca di cazzobraccio?
  89.  
  90. Disperato l'ovino eroe decise di affidarsi ancora una volta al suo unico rifugio dalla cruda realtà: lo scassone che continuava insistentemente a chiamare PC. Questa volta trovò aperto un terminale, e provò a scrivere la prima cosa che gli veniva in mente:
  91. >Aiuto!
  92. - aiuto non disponibile -
  93. >Merda
  94. - merda non disponibile -
  95. "Porco dio" disse Sulpicio
  96. - e madonna puttana - rispose lo schermo -
  97. "C'è qualcuno lì?"
  98. - Sì, supplizio, siamo in tanti e ti stiamo guardando -
  99. "In tanti? Non capisco..."
  100. - ti stiamo osservando e facciamo scommesse, vuoi un consiglio? -
  101. "Certo, cosa posso fare per il povero Cazzobraccio, amico mio di mille scorribande?"
  102. - devi andare alla porta e infilarti la maniglia nel culo -
  103. "Ch-che?"
  104. - devi andare alla porta e infilarti la maniglia nel culo, puoi aiutarti con una sedia se vuoi -
  105. Sulpicio era ora davanti ad una scelta molto difficile: fidarsi di quello sconosciuto o tentare di affrontare cazo da solo. Per scrupolo decise di fare un'ultima domanda:
  106. Ma chi sei tu?
  107. - Chi può essere abbastanza schifoso da scommettere su chi dei due ammazzerà l'altro tra te e cazzobraccio?" -
  108.  
  109. Sulpicio aggrottò la fronte.
  110. "Gli unici che mi vengono in mente sono Verdano e Dexther"
  111. "E solo a me piace la merda di appea, ah ah ah..."
  112. Disconnesso.
  113. Quella fu l'ultima frase di Verdano. Quel figlio di puttana, coprofago. Se c'era pure lui in mezzo a tutta quella faccenda, la situazione doveva essere persino più merdosa di quanto gli fosse sembrato in precedenza. Letteralmente. Un video scat partì sullo schermo: il titolo "Appea e io ci divertiamo".
  114.  
  115. Verdano parlava alla telecamera.
  116. "Caro concorrente del superpremio del protocollo 10, se stai vedendo questo video vuol dire che ho scommesso sul fatto che tu vinca.
  117. Dato che mi è vietato aiutarti, cercherò almeno di tenerti compagnia.
  118. Questo non potete impedirmelo teste di cazzo, ho letto BENE il regolamento.
  119. Torniamo a noi. So che ti farò schifo, ma se ce la fai guarda attentamente questo video. Potrebbe farti *compagnia*."
  120. Il Verdano del video fece l'occhiolino.
  121.  
  122. Prima che Paco potesse considerare di dedicarsi al video venne assalito dal poderoso urlo di rabbia di Cazzobraccio fuori dalle finestre, che aveva nel mentre preso a vomitare succo di frutta a getto continuo contro le stesse e a roteare su se stesso.
  123. "SULPICIO HO BISOGNO DI AIUTOOOO GUARDA GUARDAAA"
  124. Dicendo questo cazo si abbassava mutande e pantaloni a scoprire l'orrida fimosi, e con la freccia in mano tentava di penetrare la sua uretra
  125. "SONO STUFO DI ESSERE FIENOTICO!!"
  126.  
  127. Paco Surax era interdetto, la situazione era oltre il suo controllo e riceveva assalti su tutti i fronti da persone che fino ad allora aveva considerato più o meno normali. In preda allo sconforto ed all'isteria decise di fare l'impensabile: prese una sedia e si diresse verso la maniglia della porta, si inchinò e si denudò il culo, apprestandosi ad autopentrarsi con l'apriporta. Ora che ci pensava, non era la prima volta che si infilava qualcosa nel culo. Non si era mai confessato con nessuno, ma ai tempi delle superiori ci fu un periodo in cui gli piaceva penetrarsi, soprattutto d'estate con penne e pastelli.
  128.  
  129. La sensazione questa volta fu leggermente diversa. Complici, chissà, la freddezza della maniglia o la situazione surreale che lo circondava, un rigonfiamento all'altezza dell'inguine diventava sempre più visible e Paco, bestemmiando e godendo come una pecora, iniziò a masturbarsi. Dal computer si sentivano incitazioni ed applausi da parte del circolo delle scommesse: qualcuno di certo aveva vinto qualcosa in quegli istanti. Per un attimo dimenticò tutto quello che era successo in quel pomeriggio infuocato. Da quel rumore che fece cazo vomitando, all'avvio del protocollo da parte di Neri L'occhi fino alla trasformazione del suo amico più caro.
  130.  
  131. Fu una bella sborrata, ma il duro veniva adesso. Paco aveva ancora l'accendino dorato preso dalla finestra, e l'auto-penetrazione l'aveva di certo aiutato. Seguire i consigli dell'utente misterioso si rivelò di fatale importanza. Era deciso a terminare la faccenda una volta per tutte. Tornò al PC con lo sguardo carico di determinazione.
  132.  
  133. Il video di Verdano stava ancora proseguendo. Era arrivato a un punto in cui Verdano pasteggiava con uno stronzo di appea, poi si accendeva uno spinello e rideva guardando la telecamera. Ma Verdano non aveva mai fumato.
  134. "Ho capito figli di puttana, tutto questo casino è per la mia erba? Avete fatto tutto questo bordello per avere la mia ganja? Sapete quanto vale quell'erba, bastardi? Il valore è incalcolabile, la sto conservando da anni per il mio matrimonio. Se volete la ganja venite a prenderla, ma uscite di schiena, perché Paco la Pecora non perdona."
  135.  
  136. Diede un calcio al monitor, frantumandolo. Dalle casse si sentì un suono, un insopportabile accento toscano:
  137. "Sulpicio fermati, non sai a cosa stai andando incontro. Consegnaci ciò che vogliamo."
  138. Era la voce di Nelly.
  139. "Nelly brutto tossico del cazzo, bastava chiedermela, ti avrei fatto fare un tiro al mio matrimonio. Ma tu sei un ingordo, hai messo in piedi tutta questa messinscena, chissà che hai fatto al povero cazo, è in preda alle allucinazioni. Vienitela a prendere, Locchi".
  140. Sulpicio staccò con rabbia la presa elettrica del PC.
  141. "Così col cazzo che continui a spiarmi" urlò. Quindi con la determinazione di un samurai si diresse verso le scale del garage. Lui era Paco, lui era la Pecora. Lui era SURAX TENAX.
  142.  
  143. Giunto dabbasso si decise a scappare da Casteferretti: direzione la Sardegna, luogo isolato e dove avrebbe trovato l'ospitalità di Porcospalbero. Purtroppo però aveva la macchina in officina: aveva fuso il motore mentre andava a prendere la polla in uno dei suoi interminabili viaggi in macchina "e solo per scopare" pensò sospirando. Nel mentre che considerava come poter fare a spostarsi gli piombò addosso un cazzobraccio furioso, del quale fece appena in tempo a schivare ed afferrare la freccia, che l'amico sembrava proprio incapace di incoccare effettivamente nell'arco.
  144.  
  145. Dopo un breve tira e molla Il Paco disarmò l'amico. Gettata lontano la freccia, lo afferrò al collo scaraventando il povero allucinato a terra. Bloccatolo con la sua forza erculea, SURAX TENAX squadrò cazo nel profondo dell'anima.
  146. "Cazo, coglione sono io. Vuoi la mia erba? Tu vuoi la mia erba cazo?"
  147. "IO SONO FIMOT... Vuoi fumare con me sulpì? la ganjamatta? Vuoi fumare la ganjamatta con me?"
  148. Sulpicio piantò sul viso di cazo uno schiaffo che sapeva di disagio e maltrattamenti infantili.
  149. "Riprenditi, cazzone. Io non voglio semplicemente fumare con te. Io voglio fumare con te la Sventrapecure."
  150. Dallo stereo improvvisamente partì "Ruby Tuesday" nella versione cantata da Franco Battiato. Neanche Paco riuscì a spiegarsi come mai, come fosse possibile quella coincidenza clamorosa. E cazo cominciò a cantare:
  151. "Goodbye Ruby Tuesday, who could hang a name on you.."
  152.  
  153. E mentre cantava, cazo cominciava a perdere coscienza, conoscenza. D'un tratto divenne catatonico, come uno zombie.
  154. "Ai tuoi ordini Paco, il tuo amico cazo è qui per aiutarti e poi fumiamo la ganjamatta wewè".
  155. Paco raccolse lo zombie Cazzobraccio sulle spalle, prese ganja e accendino e si diresse verso la plastica che ricopriva la sua casa.
  156. "Ne vuoi un po' anche tu?" disse beffardo. Poi diede fuoco alla plastica con l'accendino dorato. La copertura plastificata si incendiò in una vampa. All'interno della sua stanza Nelly sbattè un pugno sull'arazzo psichedelico.
  157. "Lo sapevo che non avrei dovuto comprare la plastica sigillacase da Verdano. Quel truffatore di merda" tuonò.
  158.  
  159. Sulpicio portò cazo al parchetto dietro casa, gli prese le mani e le posizionò a mo' di cocchetto e prese a preparare un piccolo purino di Sventrapecure. Per tutto il tempo che ci mise a far su, cazobraccio si lamentava debolmente e ondeggiava col busto, mantenedo però le mani sempre ferme nello stesso punto. Paco, abile ed esperto nella preparazione di tali stumenti da droghinaggio, ebbe presto pronto lo spinello e con l'accendino misterioso lo appicciò e lo fece subito girare.
  160.  
  161. La Sventrapecure ebbe un effetto, su cazo, dapprima benefico e taumaturgico, ridandogli un colore umano e fermando i lamenti, ma presto ebbe inizio una seconda trasformazione, col suo volto che prendeva a tremare ovunque, i muscoli facciali incontrollabili ed impazziti, il ventre che si gonfiava e sgonfiava a vista d'occhio e ritmicamente ed infine, con grande sorpresa di Sulpicio, i peti al profumo di ganja. Sì, il Magliardo prese a petare al gusto di ganja, ed appena il Surax ebbe finito di fumare gli disse, sbavando:
  162. "PRESTO SULPI SALTAMI IN GROPPA"
  163.  
  164. Sulpicio, ridendo come un pazzo, disse:
  165. "Sei proprio forte cazo, leloeloeoeoeloleoeol"
  166. E gli saltò in groppa. Al che cazzobrazzo prese a petare prepotentemente producendo dei tuoni simili ad un apparecchio che supera la barriera del suono e si staccò prepotentemente da terra prendendo il volo. Cominciava così il viaggio aereo a propulsione intestinale della Pecora e del Maliardo.
  167.  
  168. Sorvolarono la Puglia, la Grecia, il Peloponneso. Nell'euforia dello Sventrapecure tutto era possibile. Lo sfintere di cazo spingeva come un aereo a reazione, come uno Spitfire.
  169. Viaggiavano più veloci del suono, ma il tempo sembrava scorrere lento, lentissimo, quasi immobile. Sulpicio si concentrò.
  170. "Albero, albero, albero"
  171. La telepatia era un dono che Sulpicio non aveva mai posseduto, ma con lo Sventrapecure niente gli era negato.
  172.  
  173. L'individuo conosciuto come Porcospalbero stava scrivendo uno script per i superamici, quando sentì una voce lontana, ma allo stesso tempo vicina. Riconobbe subito l'amico Pecora, e capì che il peggio stava per arrivare. Concentrò la mente con tutte le sue forze e si mise in contatto con l'amico.
  174. "Paco, stai venendo qui, vero?"
  175. "Alberoooo devi aiutarmi"
  176.  
  177. Nelly ha attivato il protocollo, pensò. Spalbero si rimise le mutande e aprì la finestra della soffitta. Scrutò il cielo, aspettando l'arrivo dell'amico. Sapeva che Nelly aveva commesso un grosso errore: aveva attivato il protocollo troppo presto. Ed ora le conseguenze iniziavano a mostrarsi. Uno sbaglio, pensò albero, che sarebbe costato molto caro al Neri Locchi.
  178.  
  179. "Oddio che figata loololeleleloeleol"
  180. Le urla di gioia si facevano sempre più vicine, e i tuoni che inizialmente sembravano quelli di un temporale erano ora più chiari: un Paco Pecora Surace a cavallo di un cazzobraccio volante si dirigevano alla dimora dell'albero.
  181.  
  182. Sulpicio era salvo.
  183.  
  184. Per ora.
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