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Oct 28th, 2016
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  1. Non ci voleva proprio...
  2. Mia madre ha parlato con la direttrice del collegio...glielo ha detto...neanche un'ora dal mio arrivo e in questo postaccio sanno già tutto di me. Sono arrivata oggi in collegio e già lo odio:odio la Svizzera, odio queste stanze così alte, grandi, silenziose, così pulite, quasi sterili, odio doverci passare i prossimi due anni della mia vita.
  3. Ecco...glielo ha detto. Ha detto già che sono stitica...lo sono da quando sono piccola..non che questo rappresenti per me un grosso problema: mangio poco, vado in bagno poco! cosa c'è di male? Sembra che però questa insignificante questione rappresenti una gigantesca questione di salute, la Questione di Salute. Che mi è costata visite su visite da un infinito numero di specialisti. E la diagnosi era sempre la stessa: nessuna particolare malattia organica, solo un pò di "pigrizia del colon", niente che non poteva essere curato con i vecchi rimedi di una volta: lassativi, suppostine e clisteri.
  4. Così mia madre non ha indugiato: senza perdere tempo ha chiesto di essere portata in infermeria per poter esporre nel dettaglio il mio problema al medico e alle infermiere.
  5. Vorrei sprofondare e guardo imbarazzata la direttrice, una donna di mezza età,viso allungato, occhialino piccolo dalla montatura nera, una bella donna, rigida, glaciale.
  6. Senza ulteriori commenti mi guarda sorridendo, mi indica un'insignificante donnina bionda quarantenne che è rimasta tutto il tempo in piedi di fianco alla scrivania della direttrice.
  7. "Frida cara, segui Michelle. Ti mostrerà la tua stanza". Parole secche che lasciano poco spazio a recriminazioni.
  8. "Frida mia ci vediamo tra poco" fa eco mia madre".
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  10. "Vaffanculo" penso tra me "mi sento come un verme, senza possibilità di parlare, di decidere". Mi sembrano lontani gli istanti di urla, disobbedienza, porte sbattute, uscite nella notte. Eppure erano passati solo pochi giorni dall'ultima terribile litigata con mia madre: la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
  11. Seguo Michelle. Dopo gli scalini immensi arrivo nella stanza...devo dire che è tutto molto bello e curato. Lenzuola bianche e profumate di vaniglia, una bella finestra sul parco alberato, un'antica scrivania di legno e un grandissimo armadio. Essenziale ma maestoso.
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  13. Rimango sola. Mi siedo sul letto e cerco di abituarmi a questo posto. Cerco di immagazzinare i nuovi profumi, di pensare a cose positive. Niente...il pensiero va a mia madre, a colloquio in infermeria. Mi dà fastidio non poter partecipare...si mi infastidisce terribilmente non sapere cosa sta dicendo loro. Chissà cosa racconterà. Chissà quanto esagererà le situazioni. Non capisco perchè io non possa essere presente: dopo tutto è il mio corpo e senza il mio parere (così come è sempre stato a casa), nessuno mi può obbligare ad andare in bagno...
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  15. "Nessuno mi può obbligare ad andare in bagno... Nessuno mi può obbligare ad andare in bagno" questa frase mi rigira nella testa mentre inizio a rendermi conto che in questo collegio dovrò passarci due anni scolastici; mi gira la testa forse anche a causa del lungo e stancante viaggio a cui mia mamma mi ha sottoposto per portarmi in questo postaccio. Mi appoggio al letto, le spalle sull'ampia testiera di legno scuro, forse ebano. Mi guardo attorno un po' spaurita, pensando che prima o poi, per forza di cose, questo posto mi sarebbe diventato familiare.
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  17. Mia mamma entra nella mia camera assieme alla direttrice e capisco che è arrivato il momento dei saluti. La direttrice inizia, mantenendo sempre un tono molto affettato: "Non ti preoccupare Frida, credo ti troverai benissimo qui" e aggiunge, guardando mia mamma: "I tuoi genitori ti hanno portato qui per il tuo bene, e sono certa che sarai tu stessa, già alla fine di questo primo anno, a ringraziarli. Non potevano fare scelta migliore per l'educazione della loro figlia." Le frasi di rito continuano e io sono sempre più seccata, non vedo l'ora di salutare mia mamma, alla fine mi ci ha messo lei in questa situazione, e starmene un po' a riflettere per i fatti miei. La mia mente vaga: ripenso ancora a mia madre, la quale sicuramente avrà elencato per filo e per segno in infermeria tutti i miei problemi intestinali. L'avranno presa per pazza e avranno capito che una ragazza di 19 anni può decidere autonomamente quando andare in bagno? Oppure le avranno creduto quando le avrà raccontato che ho molto bisogno costante di suppostine o, ancora meglio, di clisteri?
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  19. La direttrice conclude il suo discorso con un bel: "Benvenuta nel mio collegio, Frida!". Molto teatrale e d'effetto. Mia mamma finge un po' di commozione nel salutarmi, ma in realtà credo che sia io che lei non vediamo l'ora di salutarci. Due baci sulle guance, non troppo sentiti, e ci siamo salutate. La direttrice, che si era allontanata per una forma, credo, di pudore si riavvicina a me e mi dice: "Mettiti pure comoda, Frida, ambientati e rilassati. Passeremo a chiamarti tra poco per farti vedere il collegio, presentarti le tue nuove amiche... Oh, ma prima forse c'è una piccola formalità!". Le due escono lasciandomi sola nella mia nuova stanza.
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  21. Cosa avrà voluto dire?!? Formalità?!? E perché quello strano sorriso?!? E soprattutto mia mamma sembrava compiaciuta... Forse sapeva in cosa consiste la formalità?!? Passano dieci minuti, o forse venti, nei quali appoggio la testa sul morbido cuscino e cerco di non pensare a nulla, ma qualche lacrima mi esce... All'improvviso sento bussare alla porta. Senza attendere una mia risposta irrompe Michelle, che poco fa mi ha mostrato la mia nuova stanza, accompagnata da una ragazza che, ad occhio e croce, avrà avuto non più di cinque anni più di me. La ragazza, scoprirò poi che il suo nome è Therese, sta portando un carrello coperto da un lenzuolo bianco che, coprendo il piano superiore del carrello, arriva poi quasi fino a terra. Si vede che il lenzuolo è più teso in alcuni punti sul piano superiore, ma sinceramente non riesco a distinguere cosa potrebbe esserci di preciso; ad intuito però so già che non si tratta di nulla di buono.
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  23. Therese ha i capelli biondi tagliati abbastanza corti appena sopra le spalle, e una faccia un po' paffutella ma sbarazzina. E' alta, e sembra quasi divertita nello spingere il carrello, entrando nella mia stanza lei e Michelle dicono in coro un bel "Buongiorno Frida!" ma la voce di Therese risalta, più alta e squillante, sembra quasi ci sia una piccola risatina alla fine.
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  25. Entrano entrambe e Therese sistema il carrello a fianco del mio letto. Michelle prende la parola e dice: "Tua mamma ci ha raccontato dei tuoi problemi intestinali, che sicuramente saranno peggiorati con il viaggio, ma non ti preoccupare abbiamo preparato un clisterino che sicuramente ti farà benissimo" e così dicendo solleva il telo dal carrello, facendo in modo che si veda cosa c'è sotto: due asciugamani bianchi accuratamente ripiegati, un piccolo vasetto con dentro una sostanza bianca e densa, con tutta probabilità vaselina, un catino pieno di un liquido giallastro e infine una grossa peretta. Mi si congela il cuore; Michelle sta continuando a parlare con tono molto impettito di quanto sia importante andare di corpo regolarmente e di come nel collegio potranno aiutarmi in questo, ma il mio sguardo è ipnotizzato dalla peretta. Sembra più grande di quella che di solito mi fa la mamma a casa, la parte di gomma, arancione, è più panciuta. Anche la cannula bianca sembra essere leggermente più lunga, oddio! a pensare dove verrà infilata mi sento male... Non finirà nel mio sedere quella cannula! No, non possono farmi questo... No! Devo fare qualcosa... Il tempo sembra fermarsi, Michelle continua a parlare con tono calmo ma io non l'ascolto, sento solo alcuni brandelli di frase: "Frida, la mamma ci ha detto che a volte fai un po' i capricci, ma non ti devi preoccupare, io e Therese l'infermiera siamo molto esperte, ti assicuro che non sentirai nulla... Il più è pensarci"... Therese rincara la dose, forse perché ha visto il mio sguardo impietrito: "La peretta la faccio anch'io ogni tanto, non fa male, basta solo stare tranquille e rilassate" No, no, no. Queste non hanno capito nulla. Io la peretta non me la faccio fare. Devo pensare qualcosa e in fretta. Molto in fretta.
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  27. Seduta sul letto mi guardo intorno in cerca di una strada da cui scappare..sono al terzo piano ed è impensabile passare dalle finestre; con la cosa dell'occhio, il mio sguardo si sposta sulla porta. La signorina Michelle però sembra accorgersene: "therese vai a chiudere subito la porta...per la sicurezza della nostra nuova ospite".
  28. Mi viene da piangere...non voglio..nessun estraneo mi ha mai fatto un clistere...non voglio.
  29. Michelle si avvicina al carrello e inizia ad armeggiare con i barattoli di spalle, mentre inizia a parlare: "Allora, cara, oggi faremo solo due perette da mezzo litro l'una poi settimana prossima farai una bella visita completa dalla nostra infermiera e vedremo se necessiti di trattamenti settimanali o comuqnue di clisteri più grandi...per iniziare direi che un litro va più che bene"
  30. Rispondo: "Oh ma io non credo di aver bisogno di tutto questo, davvero..vi ringrazio ma non è ho bisogno".
  31. Questa volta Therese ride: "Dicono tutte così...Frida non preoccuparti...è solo per il tuo bene".
  32. "Le nostre ragazze devono essere belle e pulite, sia dentro che fuori" dice Michelle " E ora da brava levati la gonna e le mutandine"
  33. "Non voglio vi prego"
  34. "Lo so Frida cara, ma dobbiamo farlo..ora non fare i capricci, non sei più una bambina..preparati per il clisterino, avanti!!
  35. "no no..vi prego"
  36. Therese interviene: "Frida ti conviene ubbidire alla signorina Michelle, perchè se no arriva la punizione grossa e il clistere di 2 litri e mezzo non piace a nessuno!
  37. COn riluttanza inizio piano a levarmi la gonna e poi anche le mutandine che prontamente Therese sposta sulla sedia di fronte al letto. Mi vergogno, così mezza nuda davanti a due estranee"
  38. Therese intanto sistema il cuscino nel mezzo del letto e Michelle mi dice: Ora Frida mettiti con la pancia in giù...ecco..appoggia bene il pancino sul cuscino...brava così...questo serve per avere il culetto bello alto, così l'acqua scende bene bene e ti pulisce prima"
  39. Mi sistemo come mi è stato detto e sento freddo..ho freddo di paura e vergogna. Giro la faccia e vedo Michelle che prende la peretta. E'grande, troppo per me e soprattutto la canula è grade, troppo per me...non voglio, affondo la testa nel cuscino, vorrei scappare
  40. Sento Michelle che risucchia l'acqua dal catino, mi giro e vedo che mette un pochino di crema sulla canula e la appoggia.
  41. Si infila un guanto e inizia a mettersi la crema anche sul dito medio del guanto e si avvicina a me.
  42. "No la prego, non voglio"
  43. Therese intanto si avvicina al mio sedere e lo apre un pochino: "Da brava Frida, stai ferma e rilassa il buchino così non sentirai male"
  44. Sento il dito di Michelle che tocca il mio buchino e inizia a spingere.
  45. Io stringo, di reazione e sento male: "Aahh, no basta!"
  46. "Frida non abbiamo ancora iniziato..rilassa di più...ecco brava così..senti come è entrato...ora mettiamo la canula e iniziamo il clistere"
  47. Io cerco di spostare il sedere lontano da lei, ma sento che Therese mi tiene ferma. Vedo Michelle che prende la peretta e al avvicina a me..
  48. Non voglio., non voglio...
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