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- Caro Luca Giuffrida (o Stefano Nativi),
- Il Parlamento Europeo sta attualmente negoziando una deroga alla cosiddetta Direttiva e-Privacy(2002/58/CE) con l’intenzione dichiarata di “combattere l’abuso sessuale dei bambini online”. L’implementazione di questa iniziativa comporterebbe un massiccio monitoraggio indiscriminato di tutti i messaggi privati, le chat e le email alla ricerca di contenuti sospetti.
- In altre parole, la deroga alla Direttiva e-Privacy comporta l’abolizione del segreto digitale della corrispondenza, che garantisce la riservatezza delle comunicazioni online a partire dal 21 dicembre 2020, quando è entrato in vigore il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche.
- Vorrei condividere con voi le mie più grandi preoccupazioni riguardo all’adozione di questo regolamento proposto. L’uso completamente automatizzato di quella che viene chiamata “intelligenza artificiale” per ricerche in tempo reale su larga scala nelle comunicazioni private rappresenta una grave violazione dei diritti fondamentali. Di conseguenza, tutti i cittadini sono potenzialmente sospettati di diffondere immagini e testi illegali senza alcun motivo. Tuttavia, secondo la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, una ricerca automatizzata permanente e su larga scala delle comunicazioni private viola i diritti fondamentali ed è quindi proibita (Caso C-511/18, paragrafo 192).
- Allo stesso tempo, le ricerche automatizzate delle comunicazioni private possono avere effetti dannosi su coloro che dovrebbero essere protetti dal regolamento. Le vittime di violenza sessuale hanno più volte enfatizzato l’importanza critica dei canali di comunicazione riservati. Tuttavia, l’introduzione di un monitoraggio automatizzato in tempo reale priverebbe le vittime di abuso proprio di questi spazi sicuri per lo scambio e la comunicazione confidenziale con avvocati e terapeuti. Inoltre, persone malintenzionate potrebbero utilizzare tecnologie di comunicazione decentralizzate per sfuggire a tali controlli, rendendo la proposta inefficace.
- Infine, vorrei richiamare la vostra attenzione sui pericoli delle tecnologie di riconoscimento di immagini e testi. Secondo la Polizia Federale Svizzera, il 90% dei contenuti segnalati dagli algoritmi non è criminale e mostra, ad esempio, foto delle vacanze scattate in spiaggia con bambini che giocano. Tuttavia, anche un’indagine penale ingiustificata può distruggere famiglie e vite. Inoltre, i giovani saranno criminalizzati in modo sproporzionato dall’introduzione dei controlli sulle chat. Secondo le statistiche criminali tedesche, il 40% di tutte le indagini per possesso di pornografia infantile è rivolto verso i minorenni.
- Pertanto, vi chiedo di difendere la preservazione dei nostri diritti fondamentali anche nello spazio digitale e di votare contro l’adozione della deroga alla Direttiva e-Privacy.
- Grazie per l'attenzione e buona giornata
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