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Rivolta del 9 Dicembre? Una controproducente ed ..

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Dec 10th, 2013
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  1. Rivolta del 9 Dicembre? Una controproducente ed equivoca illusione di cambiamento
  2.  
  3. Sono consapevole che alcuni redattori del quotidiano online L'Indipendenza ed alcuni amici libertari (che stimo) stiano appoggiando attivamente (a titolo personale e per esasperazione a fronte del trend socio-economico del Paese) la cosiddetta 'rivolta del 9 Dicembre', ma a mio avviso l'intento emerso ed attuato dai vari gruppi di tale variegato movimento è sbagliato, non è nel segno della rivolta fiscale da parte dei produttivi taxpayers quanto piuttosto nel segno del peggior sindacalismo questuante e populista.
  4. Voglio essere chiaro e profetico nel giudizio che mi sono fatto alla luce del suo avvio e delle sue premesse: questa sedicente rivolta del 9 Dicembre non è l'esordio de La rivolta d'Atlante randiana (quella si chiama delocalizzazione industriale e secessione individuale) ma solo una controproducente cacofonica cialtronata in stile greco, da equiparare ad Occupy Wall Street o agli indignados.
  5.  
  6. Tale rivolta, da tempo preannunciata dai suoi promotori e responsabili, è del tutto priva di coerenza di fondo, di principi, di precisi e definiti obbiettivi, di scopo, di prassi e motivazioni condivisibili in nome della vera libertà degli individui e del mercato.
  7. In primo luogo appare evidente che vi sia un equivoco di fondo a partire dai suoi organizzatori: gran parte delle proteste sono organizzate da personaggi, gruppi e sigle che protestano per avere più Stato, più italianità, più assistenzialismo, più protezionismo, più inflazione monetaria, autarchia, e persino un tavolo di trattativa col governo che legittimi le loro assai discutibili tesi politico-economiche.
  8. Tant'è che massmediaticamente la rivolta viene già definita correttamente come anti-austerity e per un maggior interventismo della politica nazionale in ambito economico, il che è una descrizione calzante alla luce delle proposte (a livello politico, monetario ed economico) ratificate e promosse ufficialmente dagli organizzatori della rivolta nei loro manifesti e proclami telematici (rammento che tale manifesto dei rivoltosi è documento che è stato redatto e approvato non solo dal Movimento dei Forconi siculi ma anche dalla veneta ed indipendentista LIFE).
  9.  
  10. Tale "patto di sindacato" tra soggetti che in teoria dovrebbero essere antitetici tra loro per motivazioni culturali e geografiche, fa emerge in maniera alquanto stridente lo strabismo e il compromesso di fondo (all'italiana) di una simile protesta, la quale di certo non può essere né sul piano dell'autodeterminazione territoriale né sul piano fiscale l'avvio di un Boston Tea Party.
  11. Il velleitarismo leninian-fascio-giacobino che trasuda da tale scomposta rivolta, promossa da gente confusa ed arrabbiata ma perlopiù priva di una chiara idea dei veri problemi di fondo della penisola, da improvvisati capipopolo emuli di Grillo o che si ispirano a Mussolini, e dai soliti professionisti della violenza di piazza (ultras, centri sociali, gruppi nazi-fascisti), è solo un assist a Roma e alla politica di Palazzo per una successiva maggior repressione fiscale dei portafogli e dei territori già oggi più tartassati.
  12. Di fatto le proteste non stanno danneggiando i politici, gli uffici pubblici, l'Agenzia delle Entrate, gli enti locali e l'apparato pubblico-istituzionale coercitivo dello Stato (ovvero il vero nemico che si dovrebbe contrastare), ma paradossalmente costituiscono solo un ulteriore aggravio per chi quotidianamente produce e lavora ed è già vessato dal Leviatano.
  13.  
  14. Basta questo per comprendere come il consenso di tali rivoltosi scemerà proprio tra chi in teoria dovrebbe unirsi alla protesta, trovando invece ascolto tra i tax-consumers, gli approfittatori e i parassiti di sistema, pronti ad esaltarla in nome dell'ordine, della sicurezza, della "pace sociale" approvando democratiche leggi liberticide a nome del popolo, per il popolo, con il popolo e sul popolo, ovviamente sovrano.
  15. La forma delle rivolte messe in atto denunciano una implicita e diffusa mancanza di rigore teorico; non si contesta l'anatomia dello Stato ma solo la forma dell'attuale governo (quale sua rappresenza di governanti), cercandone da esso addirittura una illogica legittimazione (e presumibilmente qualche tornaconto).
  16. Anche laddove viene colpita Equitalia lo si fa a partire da motivazioni fallaci circa la sua sedicente "proprietà privata" a partire da disinformazione e propaganda tipicamente complottista ed anti-capitalista veicolata da frange ben poco liberiste e libertarie.
  17. In generale, tale rivolta non si sta configurando né in termini puramente nonviolenti né come sciopero fiscale.
  18.  
  19. Chi ha letto For Good and Evil di Charles Adams dovrebbe porsi qualche legittimo dubbio circa lo scenario verso cui una rivolta priva di tale rigorosa connotazione fiscale potrebbe degenerare.
  20. Se davvero coloro i quali muovono la protesta avessero voluto inequivocabilmente abbattere l'attuale sistema, avrebbero optato fin dall'inizio per organizzare e promuovere un pacifico sciopero fiscale, quale forma di resistenza e disobbedienza civile nonviolenta di fronte allo Stato ladro aggressore dei diritti naturali individuali.
  21.  
  22. Come disse Gandhi, «rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo».
  23. La campagna del Mahatma Gandhi per l'indipendenza dell'India ebbe uno dei suoi punti chiave nella protesta fiscale nei confronti degli occupanti britannici; tale resistenza nonviolenta ebbe il suo culmine il 12 Marzo 1930, con la famosa marcia del sale (in opposizione alla tassa sul sale imposta monopolisticamente dal governo britannico a tutti i sudditi dell'India) da Ahmedabad a Dandi.
  24. I rivoltosi stanno attuando questo? No, picchettano, occupano e fanno chiudere o sospendere a tempo indeterminato con la forza delle private attività commerciali di oneste persone produttive, oppure bloccano coercitivamente la libera circolazione degli automezzi all'interno del Paese o verso i valichi con l'estero.
  25.  
  26. Tutto questo non è accettabile per chiunque ritenga segno di civiltà il rispetto della libertà economica ed individuale del prossimo.
  27.  
  28. Può un liberale coerente sostenere o partecipare a una rivolta di tal genere la quale viola l'assioma di non-aggressione? Essere una singola minoranza, all'interno di una massa schiamazzante collettivismo e avente palesi obbiettivi difformi a quelli di meno Stato e più lassez-faire, rende poco opportuno a priori tentare un tal genere di presenza e partecipazione.
  29.  
  30. Non avere ben chiaro, a livello complessivo, con chi, per chi o per che cosa si scenda in strada, rischia solo di generare maggior frustrazione a fronte della falsa sensazione di essere "epici ed eroici fautori di un cambiamento", il quale nella migliore delle ipotesi sarebbe gattopardesco (non avendo margini di realizzazione e di consenso condiviso neppure tra i partecipanti a tali rivolte), mentre nella peggiore sicuramente produrrebbe un esito ulteriormente deleterio in ambito socio-economico.
  31.  
  32. Tale illusione è ben peggiore dell'essere meri "rivoluzionari da tastiera"; gli individui liberi consapevolmente e volontariamente possono promuovere con la tastiera del computer una pacifica battaglia culturale divulgativa fatta di idee e principi al fine di sensibilizzare e far meditare il prossimo, il tutto senza attuare alcuna forma di violenza, dunque in antitesi con le deliranti motivazioni e le illiberali pratiche che ufficialmente stanno connotando e caratterizzando tale pseudorivoluzione demo-proletaria.
  33.  
  34. Come disse Edmund Burke: «preservando il mio principio incrollabile, riservo la mia attività a sforzi razionali», per quanto sopra accennato, a mio personale giudizio (condivisibile o meno da altri, poco mi importa), tale rivolta del 9 Dicembre non si qualifica, per motivazioni, metodi o finalità, nell'ambito dello sforzo razionale degno di essere compiuto.
  35.  
  36. La promozione di una prospettiva di libertà economica ed individuale non passa attraverso una rivolta che applica lo squadrismo e che invoca, quali soluzioni per questa fallita e disastrata entità geografica, più Stato e maggior interventismo politico, esaltando la Costituzione, l'inno e il tricolore italiano.
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